giovedì, settembre 20, 2012

A proposito di Prometheus

Convinti che un opera debba essere giudicata per quello che è, senza tenere conto delle cose che gli girano intorno non si può fare a meno di associare “Prometheus”, il nuovo film di Ridley Scott ad “Alien” opera seminale che nel 1979 rivelò al mondo le doti visionarie del regista inglese. 
Un paragone impossibile da evitare per l’argomento che i due episodi condividono e perchè il film appena uscito si allinea cronologicamente al prima precendolo di poco nelle vicende raccontate.
  Nel farlo è quasi scontato domandarsi per quale motivo a più di trent’anni di distanza si sia sentita la necessità di creare un'appendice ad un opera il cui fascino derivava anche dagli interrogativi a cui invece Prometheus cerca di rispondere.

 A giudicare dai risultati, e spiace dirlo, appare evidente cercarne le ragioni nel tornaconto economico che in fase progettuale appariva molto elevato ed ora è invece bene al di sotto delle aspettative. 
Certamente non può esserlo per il disinteresse con cui Scott la sviluppa la fabula dei titani che vogliono distruggere l’umanità dopo averla creata, usando degli alieni prodotti in laboratorio. Ne tornare ad arrovellarsi sul desiderio di infinito dell’uomo disposto a tutto pur di soddisfare un desiderio che ancora una volta prende forma nella figura dell’equipaggio inviato in missione suicida. 

Più che una novità “Prometheus” sembra infatti un clone aggiornato della sua matrice, da cui riprende con poca fantasia situazioni narrative ed elementi drammaturgici mascherati da una diversità per buona parte derivata da un restyling  a base di effetti speciali di ultima generazione. 
A peggiorare la situazione la sensazione di posticcio e di superficialità trasmessa da una sceneggiatura bulimica, sempre sull’orlo di scoppiare per riuscire a contenere la quantità di spunti e di situazioni proposti dalla storia.
 Se “Alien” metteva in scena il subconscio ed i suoi fantasmi attraverso una rappresentazione rarefatta e la voglia di raccontare, qui tutto avviene in maniera forsennata e superficiale al solo scopo di accumulare meraviglia e stordimento.

In giro per la rete, nei forum specializzati e tra i fan più incalliti la tendenza è quella di salvare il film pur riconoscendo la sua debolezza. 
A suo favore ci sarebbe la bellezza delle immagini e la capacità del regista di proporle senza aver perso lo smalto dei tempi migliori.
Una tesi limitante se pensiamo ai trascorsi del regista che prima di diventare un cineasta frequentò prestigiose scuole di arte e di disegno.

Ridurre la sua arte alla sola componente visuale significa andare contro la storia e dimenticare che ai tempi di “Alien” Scott rinunciò a sviluppare in prima persona l’universo extra mondo in cui si muovono Ripley e compagni per affidare il compito a disegnatori come Giger e Moebius che di fatto inventarono un estetica ancora oggi all'avanguardia. 

E se questo non fosse ancora sufficiente basterebbe comparare il carisma ed il fascino di una combinazione come quella di Ripley/Sigourny Weawer con il minimalismo ordinario ed anonimo di Elizabeth Shaw/Noomi Rapace. Se fosse una partita non si inizierebbe neanche a giocare tanto è il divario tra i due contendenti. 

La verità è che “Prometheus” può parlare  ai mangiatori di pop corn domenicali oppure ai frequentatori del cinema multisala dove il gusto personale è subordinato alla disponibilità dei posti in sala ma rimane distante anni luce dalla qualità e dall'empatia del suo predecessore. 
Ciononostante Scott sembra invece di altro parere se è vero che la nuova versione di “Blade Runner” è già in cantiere sempre a cura del regista. 

 questo punto dobbiamo dire che ogni dubbio è lecito.

28 commenti:

Anonimo ha detto...

La vedo in modo differente, a parer mio l'aspetto visivo è in questo caso la vera avanguardia voluta, cercata, sentita da Scott. E tutto il resto si perde alle sue spalle, paragoni (che onestamente evito sempre di fare) con il passato inclusi.

Insomma fuori il "narrato" e dentro il "respirato", questa la chiave del film a parer mio.

tfk ha detto...

Incartarsi con un argomento fintamente estetico come quello della capacita di produrre "belle immagini" oltreché fuorviante può essere pericoloso. Rotolando su questa china, infatti, saremmo costretti a salvare decine di carrozzoni multimilionari, colorati e fracassoni, pero' zeppi di "belle immagini". In realtà, al di la' della banale constatazione per cui la tecnologia mette a disposizione di qualsiasi mano la possibilità della costruzione di "belle immagini", e' il versante "belle idee" a latitare. Non vorrei che ci fossimo oramai rassegnati - o peggio - abituati pure a questo.

nickoftime ha detto...

Ciao Def,
sono d'accordo con te sui paragoni ma come ho cercato di spiegare esistono sempre delle eccezioni..sulle immagini di Prometheus ho forti riserve..a mio avviso non sono d'avanguardia e non producono senso..sono superiori a quelle che normalmente si vede nel cinema mainstream ma niente di più..per quanto riguarda quello che ti lasci dietro le spalle per me è ancora imprescindibile...

nickoftime ha detto...

Fish,
il problema per me è adattarmi a quest'evidenza..secondo me nella maggior parte dei casi l'azzeramento delle psicologie, la mancanza di idee, ma anche l'antinarratività, il citazionismo, il bagno di sensazioni a cui ci sta abiutando il cinema non è un modo per restituirci il reale ma la prova che molte opere non sono il frutto di una vera e propria urgenza..

Anonimo ha detto...

@Thefisherking: Guardi, se il suo è un discorso di portata generale posso anche esser d'accordo. Viviamo nell'epoca del compromesso storico con la Settima Arte, dove un certo modo di fare cinema si è certamente perso e si cerca di tirar fuori qualcosa di nuovo e che non puzzi di già visto.

Il fatto è che questo discorso mal si concilia se associato al film di Ridley Scott, stiamo parlando di un autore e di un genio di caratura galattica (è il caso di dirlo), non di un qualsiasi mestierante che vien fuori con uno di quei "carrozzoni" di cui lei parla (mi verrebbe da pensare a sto punto ad un "John Carter" della Disney, multi-effettato e colorato mezzo pastrocchio che comunque alla fine risulta se non altro simpatico).

Non è proprio una "mano qualsiasi" quella di Ridley eh, attenzione. E non sono affatto d'accordo sul fatto che la tecnologia al cinema dia la possibilità a tutti di fare belle immagini, ma nella maniera più assoluta. Il "John Carter" di cui sopra ne è ad esempio una delle tante dimostrazioni, effetti a gogò ma nulla che possa essere rilevante sul piano puramente artistico. Ci sono i geni che sfruttano gli effetti speciali da tali, ed i Bay ed affini che lo fanno da semplici appassionati, divertendosi ma non di certo innalzando il livello di cultura collettiva. Ridley Scott è un numero uno in questo, ha la visione già bella pronta nella testa e sarei un pazzo a considerarlo uno che ha mancanza di IDEE.

Ogni centimetro di pellicola in "Prometheus" gronda una tale grandezza di idee da ghiacciarti il sangue nelle vene, purtroppo si è sempre avvitati sul solito punto: la scrittura e la sceneggiatura vengono considerate l'aspetto qualificante nel Cinema. E non c'è cosa più sbagliata invece, il Cinema è l'arte delle immagini in movimento, una pittura che si muove e che ci parla secondo dopo secondo.

E secondo me, comunque, non è nemmeno vero che oggi non ci sian più produzioni valide o buone idee in senso canonico. Basti pensare ad un "Tree of life" di Malick, ad "Into the wild" di Penn o a "Gran Torino" di Eastwood. Nel cinema commerciale poi bastano i soli cinecomics per rappresentare un intero segmento produttivo che prima non esisteva, c'è poi l'universo in espansione del cinema "POV", ormai codificatosi come vero e proprio genere a sé stante.

Insomma il problema è anche la sovrabbondanza di offerta eh, un film resta lì a volte per una sola settimana e si perde nel mare dei tanti altri che affollano le sale. Basta guardare il numero di film prodotti nel corso degli anni, nel giro di un paio di lustri la cifra si è quasi TRIPLICATA, un dato enorme a mio modo di vedere. E non necessariamente positivo, un po' come per la musica.

tfk ha detto...

Evidenza.
Il mondo in cui viviamo e' saturo di immagini. Oggi, la produzione riproduzione di immagini e' un fatto sempre meno legato all'estro (che e' per definizione aleatorio) e sempre più dipendente dalla moltiplicazione dei fattori che la rendono possibile (che ha una sua prassi e una sua logica). Entrambi sono esposti all'influenza della tecnologia. L'estro, quando esiste e nel migliore dei casi, se ne avvale (uno per tutti, Kubrick). Più usualmente, data la sua relativa accessibilità, alla tecnologia si finisce per lasciare campo libero, alimentando (spesso con dolo) l'equivoco che accumulazione, fantasmagoria e stupore siano sinonimi. La statistica (della produzione e riproduzione) di immagini, semplicemente, cresce. Tutto ciò non esclude, pero', nel magma indistinto, l'esistenza di un numero consistente di "belle immagini". A questo punto, s'inserisce la rogna del "senso", della "bellezza" che distanzia, almeno in via teorica, le immagini formalmente "belle" da quelle sostanziate di bellezza, se così si può dire. Il modo che più si avvicina all'equilibrio, all'armonia (in fondo e' di questo che si parla), per tentare di rivelare un senso, di carpire alle immagini la loro bellezza - al netto degli ovvi limiti connaturati all'esperienza umana e dribblando la mera suggestione, che e' piacevole ma ha la dispettosa tendenza a non tradursi mai in conoscenza duratura, incalzata sempre come e' da altre più piacevoli suggestioni - e' quella di incorniciarle in una storia. A dire che e' proprio il "narrato" elaborato dall'estro a costringere/convincere, cioè a "rendere consapevoli", le immagini della loro bellezza.

"I film che amo vedere hanno storie presentate in maniera molto semplice. "Alien" e' molto semplice. Le implicazioni ci sono, se desideri approfondirle. Ciò che cerco di fare, anche nel caso di una storia molto complicata, e' ricondurla alla sua primitiva linearità, poi scelgo di modificarla con altre cose. La dinamica essenziale e' la storia". Parola di Thefisherking ? Di Nickoftime ? No, di Ridley Scott.

Memoria.
In "Blade runner", il replicante Batty/Hauer salva Deckard/Ford perché ha capito che la morte si argina imponendole la memoria di chi resta. La memoria, quindi, oltre testimonianza di avere vissuto, e' slancio estremo, l'ultima "presunzione" che di se', oltre al corpo, resti qualcosa. Magari in un altro.

Anonimo ha detto...

Ed in questo "Prometheus" infatti Ridley Scott non fa altro che avvolgere una storia semplice in un tessuto fortemente vitale, costruito si ma decisamente non fine a sé stesso.

La saturazione di immagini è un conto, la comunicazione delle stesse è un altro. Anzi, le 2 cose si intrecciano e rendono maggiormente preziosa quell'unica, lampante occasione di osmosi fotografica offerta.

Ad ogni modo qui non si tratta unicamente di "belle immagini" da mettere in vetrina, non è un'esposizione quella di Scott, non c'è solo da assaggiare o utilizzare ad uso e consumo della mera suggestione. Qui si tratta di far ballare armoniosamente e parlare quelle immagini, non di oscar tecnici ma decisamente registici dunque.

Il narrato resta e sedimenta grandemente, ma è un narrato della mente e nella mente, un salto da un livello basico ad uno meno accessibile in via diretta. Scott scuote le molecole dell'aria, le fa viaggiare e vibrare, fuoriuscire. Lo studio a monte e l'utilizzo sublime del mezzo e delle tecnologie sono solo il concime necessario a far crescere la sua pianta, una stupefacente e mutevole creatura che può poi liberarsi ed invadere lo spazio perché modellata, potata ed irrorata con trascendente visione.

La bellezza è tale sol perché percepita, ed è allora che si stacca dalla semplice suggestione che il contenente "immagine" ha emanato. Il senso è tutto nella forma stessa, diretta a produrre l'incanto, l'elevazione del dato unidirezionalmente narrativo in un multiverso sublime ad uso e consumo, questa volta, della coscienza di sè. La ricerca dell'essere è l'approdo della forma in oggetto, non è il narrato ma è il "proiettato" a rilevare.

Sottoscrivendo il dato statistico di ciò che lei afferma ed apprezzando la sua cura nell'analisi, resto dunque in disaccordo sulla lucidità e sul focus del suo dire. Lurido.

tfk ha detto...

"La dinamica essenziale e' la storia", R. Scott. The song remains the same (lurida o meno).

Anonimo ha detto...

Uhm...noto che lei mi resta rigido, non mi gradisce la digressione "lurida", capisco. Classico atteggiamento da impiegato del catasto, buon per lei.

Ma scusi eh, ma con questa citazione cosa si dimostrerebbe precisamente? Il film l'ho fatto io o R.Scott? Peraltro lui ha anche dichiarato: "Ciò che cerco di fare, anche nel caso di una storia molto complicata, e' ricondurla alla sua primitiva linearità, poi scelgo di modificarla con altre cose." In pratica quel che ha fatto con "Prometheus", le "altre cose" possono tranquillamente individuarsi in tutto quello di cui ho parlato sopra. "La storia è appunto "essenziale", dunque non c'è alcuna discordanza fra questa dichiarazione a cui lei si avvinghia, alquanto pretestuosamente a parer mio, e la realizzazione di "Prometheus".

Cioè mi faccia capire, visto che la vedo parecchio irritato dalla questione...ma quindi il film è una patacca sol perché Scott ha rilasciato queste dichiarazioni secondo lei? Ma stiamo scherzando? Devo spaccarle la faccia per caso?

E non so...Malick scrive STORIE? Dunque se non c'è narrato per lei non c'è girato? Ma che cazzo di ottusa visione è mai questa, ah si...è la classica visione italiana in fatto di Cinema. Le ho proposto una comprensione alternativa del film in oggetto e lei replica da Barbacetto, con una reliquia in mano, quasi la irritasse e per giunta senza un velo d'ironia. Guardi che è triste eh, se ne renda conto. E che cazzo oh, due coglioni.

Storia è un concetto relativo, cazzo significa. La storia è ben più rilevante in opere di consumo, di mero intrattenimento, questo non è Alien cazzo. Lo vogliamo capire o no? E' irritante questa continua, disperata contrapposizione fra due mondi così distanti, seppur apparentemente legati, come lo sono i due lavori di Scott.

Ora, onestamente quando devo discutere di qualsivoglia tema, gradirei la messa al bando di pretismi e sottotesti vari. Se non le piace quel che ho detto sul film potrebbe darmi del "pezzo di merda puro" piuttosto che recitare questo ruolo da austero professorino spocchioso, francamente insopportabile.

Ma per caso, Thefisherking, lei vota PD? O non so, li ha proprio presi...i VOTI? Lei dice messa la Domenica?

Dica, grazie.

nickoftime ha detto...

Ciao Def,
mi pare che l'ultimo intervento non assomigli più ad uno scambio di punti di vista ma piuttosto ad una resa dei conti personale..evito di scadere nella retorica dicendo ciò che si deve e non si deve fare..eviterei anche di intervenire se non fossi il padrone di casa, dico solo di continuare,se vuoi, come hai sempre fatto..la discussione, il confronto anche acceso è vitale per un blog di cinema per cui mi piacerebbe che restasse tale..il rispetto degli altri è più importante di qualsiasi opinione..sono sicuro che in questo le nostre opinioni sono sicuramente convergenti.

un saluto

nickoftime

Anonimo ha detto...

Amen.

P.S. Nick, non sono andato di certo io per primo sul personale (posto che questo secondo me non è "personale" in nessun modo, visto che io non conosco né il nome né il volto di quest'uomo), certe fuoriuscite sprezzanti però bisogna pure motivarle in modo esplicito.

Una predica, per giunta immotivata, volta ad insultare la mia intelligenza onestamente non la accetto. Questo signore deve farmi capire COSA gli ha dato così fastidio dei miei scritti, visto che cominciare una replica con un serio "Incartarsi con un argomento fintamente estetico" non è proprio il miglior modo di tenersi sul pezzo strettamente cinematografico.

E poi quest'atteggiamento, questa spocchia del cazzo, in assenza totale di ironia lo ripeto, o me la motivi oppure devi aspettarti anche che uno possa mandarti beatamente a cagare. O no?

Io i preti non li sopporto, per correttezza preferisco dunque comunicarlo direttamente all'interessato.

veri paccheri ha detto...

ciao a tutti,
vi chiedo la cortesia di moderare termini e i toni.
è bello chiacchierare di cinema e confrontarsi ma fatelo senza offendervi, gradirei portaste in privato le vostre discussioni, le email esistono per questo, ad esempio.
altrimenti sarò costretta a sospendere in qualche modo i commenti.
certa della vostra comprensione ringrazio e saluto

Fabrizio ha detto...

Non fate arrabbiare la nostra "direttora"!

nickoftime ha detto...

la quale interviene pochissimo e quando lo fa è veramente a ragion veduta--

nickoftime

Anonimo ha detto...

Mah, mi sembra che si stia esagerando ragazzi. A mio parere l'unico grave reato commesso in questa discussione è quello di omissione di ironia ed auto-medesima, il resto è pura e semplice constatazione della tristezza di certe metodiche dialogico-comportamentali.

Comunque chiedo venia alla Direttora, entità di cui peraltro non avevo conoscenza finora.

Nick, ti amo. Questo blog mi stimola, continuerò a dire la mia su queste pagine anche se a certi sacerdoti la cosa potrà risultare sgradita. Alla prossima, un bacio a Cinematografo.

veri paccheri ha detto...

ciao Defezionario e TheFisher, mi fa piacere leggere i vostri interventi e vi ringrazio per partecipare ai sempre interessanti dibattiti che anscono dalle recensioni pubblicate, apportando il vostro spunto critico ed originale, ma vi invito per quanto possibile a mantenere il tutto leggero, in fondo si sta chiacchierando di cinema. grazie, ciao

nickoftime ha detto...

..ma si guarda io sono sicuro che internet è un tipo di comunicazione che può creare malintesi..mi auguro e sono anzi certo che Def e Fisher diventaranno buoni "amici"..

Anonimo ha detto...

Nick, internet e gli scritti via chat o nei commenti ad un post sono chiaramente una forma di comunicazione piuttosto incerta, su questo siamo d'accordo. Il punto è che se fai lo sforzo di essere diretto e sincero, credendo in quello che pensi con passione e trasporto, il più è già fatto e teoricamente di misunderstanding non se ne dovrebbero creare.

Se ne creano invece se c'è una sorta di ambigua intenzionalità strisciante e quanto mai irritante a mio modo di vedere, volta a scuotere l'interlocutore ma con estremo, composto ed "educatissimo" garbo. Di queste maniere fasulle onestamente non so che farmene, preferisco essere sempre diretto e chiaro, se hai qualche problema o covo recondito è bene che tu me lo dica senza troppe frecciatine velate e stiletti avvelenati. Non mi sembra di chiedere troppo e soprattutto una risata, ogni tanto, non fa mai male. Ed infatti noto che il buon Thefisherking ha optato per il silenzio, probabilmente "indignato" da tutta questa "volgarité" (Fiorello/Bruni ci ricorda qualcosa).

Detto questo ieri ho rivisto "Prometheus" al cinema, è un capolavoro assoluto e l'ho addirittura apprezzato ancor di più rispetto alla prima visione. Ridurlo alle sole "belle immagini" è davvero inaccettabile, lì c'è un magma ed una destabilizzazione straniante e soffocante che riesce a tenere in perfetto equilibrio i sottotesti di "sostanza" (quel che basta per non esagerare e precipitare in derive didascaliche e tediose) con il cinema di genere e la generazione della pura tensione, dello smarrimento.

Dunque è chiaro che Scott abbia ribadito che "Prometheus" non è un prequel di "Alien", d'altronde è davvero dura pensarlo dopo aver visto il film. Lui ha visto ben altro in questo progetto, io ci sento tutta la sua foga espressiva invece, tutta la sua arte, anche se molti "professori" di cinema potrebbero riderci sopra. Davvero mi intristisce pensare che venga colto come l'ennesimo roboante giocattolo di hollywood volto a fare solo sensazione. Ragazzi è evidente che questo non sia "The Avengers" o "Avatar" (con la differenza che almeno il primo è un cazzo di flash che diverte alla grandissima e ti esalta dal primo minuto all'ultimo), non possiamo offenderlo degradandolo ad un cinema da mero blockbuster perché è evidente che sia molto ma molto di più.

Sono pronto a scommettere che "Prometheus" riceverà quel che merita negli anni a venire, come tutto ciò che è avanti rispetto al proprio tempo d'altronde. Questo film segna un nuovo punto di arrivo della cinematografia mondiale, quelli che vengono individuati come difetti sono in realtà dettagli insignificanti perché qui il peso dei dialoghi (chiaro sono molto essenziali per la maggior parte, ma va benissimo che sia così, è cosa funzionale all'opera) o della "storia" che tanto sempre si pone in cima alle priorità della critica, è realmente di scarso interesse. E' l'occhio dell'autore e la radiazione che invia ai nostri a rilevare, la generazione della destabilizzazione, dell'assenza di coordinate, questo conta. E non è cosa che riesce così, di culo o sol perché ci siano "belle immagini", ma per carità.

Qui anche confrontandomi con altra gente, in primis con un amico regista che ha visto il film con me ieri sera, c'è da constatare che quando "Prometheus" TI ARRIVA...lo fa in un modo talmente impetuoso da non lasciarti nemmeno respirare. Insomma quelli che, come il sottoscritto, hanno vissuto l'opera in totale asfissia e scuotimento dal primo minuto all'ultimo, rappresentano la testimonianza tangibile di quel che il film può generare e fin dove ti possa spingere.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Chi non aveva aspettative, chi non è particolarmente legato ad "Alien" (che resta un film minore rispetto a questo, minore come ambizione e come produzione, minore perché appunto è "storia" e meccanismo senza spiccare altri voli, minore perché è molto più legato al genere peraltro) e non ha fatto paragoni, beh queste persone...sono state colpite duramente dal film, sono scosse, turbate per aver assaggiato qualcosa di maestoso come non accadeva da anni, per la consapevolezza di aver visto da contemporanei un'opera che ha pari dignità dei pilastri del Cinema di ogni tempo.

Siamo nel 2012, bisogna rendersi pure conto che è ovvio che ci sia forma visiva ben più invadente di un tempo, non si deve fare l'errore di sottovalutare la cosa perché poi si finisce col fare "di tutti i film che presentano spettacolari effetti visivi un fascio". Qui di "spettacolare" non c'è proprio nulla, è l'ultimo vocabolo che utilizzerei per definire il film, magari lo uso per "Battleship" ma non certo per un titano di lungometraggio come questo. E non va bene così dottori, io non ci sto, perdonatemi ma ho troppa passione in corpo per sopportare i fiumi di fango ingrati e molto spesso ottusi che vedo riversarsi su "Prometheus". Stiamo parlando di un monumento porca miseria, ho voglia di gridarlo in ogni dove, in tutti i luoghi e in tutti i laghi.

Dannazione... :(

N.B. La faccetta è in omaggio per chi vuol gradire ...

Anonimo ha detto...

diavolo di un Def questo Prometheus ti piace proprio non c'è' che dire... certamente il tempo renderà giustizia alle nostre valutazioni ma intanto e' bello costare che il cinema brucia ancora l'anima...a questo punto ne approfitto per chiuderti qualche titolo che stai aspettando di vedere i questa stagione..domanda solo apparentemente fuori luogo....nickoftime

tfk ha detto...

Riassumo per i quattro gatti ancora interessati alla querelle: il nodo cinematografico della questione e' stretto attorno al punto circa il ruolo delle immagini nell'opera di Scott (tenendo al centro "Prometheus") e la loro preminenza/dipendenza rispetto alla cosiddetta "storia". Ebbene: il buon Def ed io ci siamo divisi proprio su questa linea. Def ha pure un po' "sbracato" ma va bene lo stesso. Sgombriamo comunque il campo: non c'è intento denigratorio in quello che ho scritto. Se non lo si evince, lo dico adesso. Punto. Tornando ai fatti, Def sostiene la sudditanza del "narrato" nei confronti del compiuto universo delle"immagini", la cui "bellezza" previene e quindi prescinde da ciò che si racconta. Io dico che all'equilibrio e all'armonia in un film ci si approssima quando ciò che si narra e ciò che si vede camminano sullo stesso sentiero. Distanziandosi, a volte, certo, sgomitando ma pure - allora e' un piccolo miracolo - stringendosi in un abbraccio perfetto, quella singolare concatenazione di eventi emotivi che per comodità chiamiamo "senso di meraviglia". Tutto qui ? Pare di no. La matassa si e' vieppiù aggrovigliata avendo io riportato alcune dichiarazioni di Scott in merito al peso che lui attribuisce alla storia. Chiarisco in via definitiva il proposito: offrire un resoconto della valutazioni di Scott non significa dargli l'imprimatur della "verità assoluta" - che e' un'ovvietà - Solo, nella pressoché infinita disponibilità di giudizi, considerazioni, analisi, il punto di vista dell'autore può essere non una pezza d'appoggio alla mia ricognizione su di lui che e' e resta - altra ovvietà - un'opinione, sebbene un minimo argomentata, ma un aggancio, non dico sicuro ma almeno di cui tenere conto. Le appassionate riflessioni di Def - alcune delle quali, non ci metto niente a dirlo, sono interessanti - a mio giudizio non sono rintracciabili in "Prometheus" per i motivi espressi altrove (vd. rec.). Magari, chissà, retrospettivamente, Scott stesso riguarderà a questa sua prova sbriciolando da lontano le mie affermazioni e consacrando quelle di Def, o viceversa, e sempre ammesso che ciò rappresenti un reale interesse per qualcuno. Nel frattempo, resta decisivo lo scambio di idee. Quelle di Def, le mie, quelle di chiunque altro. Ad maiora.

Anonimo ha detto...

http://www.ondacinema.it/film/recensione/alien_scott.html

il link è riferito alla recensione di "Alien" appena pubblicata da ondacinema.it

nickoftime

Anonimo ha detto...

Maledetto Thefisherking, questo suo ultimo intervento è già molto più sincero, onesto e libero dei precedenti, è un buon inizio e lo apprezzo. Da par mio chiaramente starei qui fino a Natale per cercare di farle capire che non ho aggiunto nulla di artificioso a ciò che i miei occhi, la mia pelle e il mio sistema cognitivo hanno preso dal monumento di pellicola in questione, sta di fatto però che non credo che avrò mai modo, tempo e forze per farlo. Probabilmente lei men che meno, dico bene?

Ecco allora voglio solo riportarle l'esperienza della mia seconda visione del film al Cinema, questa volta accompagnato da un caro amico regista di cui ho davvero una grande stima ed il massimo rispetto. Bene per farla breve "Prometheus" ha scosso anche le sue molecole interne, come un fottuto microonde lo ha cotto a puntino dall'interno, lo ha fuso con radiazioni ionizzanti micidiali, lo ha tumefatto. A fine proiezione ero nuovamente scosso anch'io, anzi lo ero ancor più profondamente rispetto alla prima visione, c'era più coscienza forse e dunque più certezza nell'aver preso parte da contemporaneo ad un'opera titanica e stilisticamente avanti nel senso più pieno del termine.

Abbiamo parlato, tirato fuori tutto, a nessuno dei due è venuto in mente di spendere mezza parola su quelle imprecisioni o leggerezze narrative che davvero...DAVVERO rappresentano il nulla cosmico in un film di questa portata e con queste intenzioni. Il primo pensiero che si è palesato anche nella testa del mio amico è stato: "Ma non c'entra un cazzo con "Alien"...", ed io mi ero ben guardato dall'influenzarlo in codesta direzione qui, mi creda. Ecco perché non riesco proprio a leggere ciò che leggo in giro, a sopportare il confronto inutilissimo col passato, i salti presuntuosi e pretestuosi con un film ben più lineare e "di genere" rispetto a questo, la faziosità dei fan di vecchia data che annullano ogni speranza di pensiero oggettivato ed intellettualmente onesto, forse anche involontariamente. Un po' come quando leggo, sempre più spesso e maldestramente ..."rispetto al LIBRO il film è poca cosa", non parlo di "Prometheus" chiaramente ma di qualsivoglia trasposizione o ispirazione che muove da testo per approdare alla visione e al movimento della sala di proiezione.

Insomma è troppo fuori fuoco la gran parte della critica su "Prometheus", non riesco quindi a starci dietro. Lei mi parla ancora di "belle immagini" ma il punto tal non è, glielo assicuro. Il punto è la rappresentazione di un Maestro assoluto di un qualcosa che fino ad ora non c'era, una sorta di Cinema 4D anche se visto (fortunatamente) in due dimensioni, un arresto cardiaco in celluloide ed un incedere che mixa a perfezione il sottobosco concettuale/visionario con il crescendo di tensione thriller/horror, e tutto girato in modo assolutamente magistrale. Nei tempi, nei piani, nelle proporzioni, in tutto cazzo. E' una botta continua, un tumulto, qualcosa di talmente riuscito da andare ben oltre la mera sospensione d'incredulità, da farti fluttuare senza protezioni in quell'aria aspirata, in quel sonno, in quell'imbuto profondo, buio e nero in cui l'uomo e l'autore si vanno a cacciare per trovare risposte a domande forse impossibili.

Per quei titani, bastano loro, non li fa parlare Ridley...che colossale proposta, che linee, quale cruda e ottusa violenza.

Anonimo ha detto...


E se qualcuno mi viene fuori con robe tipo..."Eh ma come fa l'alieno a crescere così rapidamente?"..."Si ma la Theron è imbrigliata dal personaggio, non è il massimo" (funzionale allo stesso invece)..."I due ricercatori vanno via subito e senza una vera motivazione per poi perdersi e morire come due perfetti idioti"..."il rapporto fra la Theron e il padre non è approfondito a dovere"..."c'è un'improvvisa svolta action poco giustificata nella seconda parte"..."il tema della creazione è solo abbozzato inizialmente"... ed altre menate simili, tipiche di chi non ha ancora ben chiaro cosa il Cinema debba fare e quale sia la sua magia, la sua vera essenza... Beh, a tutti questi io rispondo semplicemente che IL VOLO e la SOSPENSIONE passano anche e soprattutto da questo, dalle imperfezioni di scrittura e dalle licenze funzionali allo stato assoluto dell'arte, alla messa in scena ipnotica, alla OBE che chi guarda anela e che l'autore vuol regalare, alla masturbazione della nostra volontà per credere e vivere a pieno quel che a poco a poco ci raggiunge e ci investe, annientandoci.

Ragazzi "Prometheus" è CINEMA, è quanto di più vicino possa esserci ad una rapina a mano armata nella nostra psiche, nei nostri incubi più oscuri. Il mistero sullo schermo, questo è. Una sonda verso il nulla, fuori da te e dentro di te, un maglio feroce che ti sbrana vivo, ti destabilizza e ti toglie ogni possibile coordinata.

"Prometheus" ti lascia SOLO, in questo credo che il buon Lindelof abbia fatto la sua sporca parte, decisamente.

Ed ora basta, maledetti, non ho più forze. BASTA.

tfk ha detto...

Scott o non Scott, "narrato" o "immagini", caro Def, la tua passione per il Cinema e' davvero enorme e spero contagiosa. Chapeau. (Continua a darci dentro).

Anonimo ha detto...

Beh, questa sua risposta mi stupisce positivamente a tal punto da non poter fare altro che ricambiare l'attestato di stima e confidare in future, proficue dissertazioni cinefile con la sua persona.

A sto punto il buon Nick c'aveva preso con il suo augurio di "buona amicizia" (gay, si intende) fra noi due al termine di codesta Prometheus-story, chi l'avrebbe mai detto. Beh, allora la abbraccio virtualmente va...continui a darci dentro pure lei, mi raccomando.

Io non posso smettere di farlo semplicemente perché il Cinema è tutto quello che mi manca e che ricercherò sempre e disperatamente finché avrò vita.

E vissero utenti e commenti...che tristezza :)

Anonimo ha detto...

..ahah..non ci voleva molto le persone assennate trovano sempre il modo di mettersi d'accordo...comunque questa conclusione mi fa sinceramente piacere..

nickoftime