Assassinio sul Nilo
di Kenneth Branagh
con Kenneth Branagh, Gal
Gadot, Armie Hammer
USA, 2022
genere: giallo,
drammatico, thriller
durata: 127’
Erroneamente definito da
molti come il sequel di "Assassinio sull’Orient Express" il nuovo
film con, al centro della vicenda, Hercule Poirot mette nuovamente alla prova
lo spettatore, ma in maniera chiaramente diversa dalla precedente.
Con "Assassinio sul
Nilo" ritroviamo Kenneth Branagh dietro e davanti la macchina da
presa.
Gli imponenti baffi, che
ormai caratterizzano il personaggio nato dalla penna di Agatha Christie e
riportato sul piccolo e grande schermo in più versioni, sono l'elemento che
contraddistingue il detective francese nella trasposizione di Branagh rispetto
a quello finora più noto della serie televisiva. E in questo "secondo
capitolo" arriviamo anche a capire il motivo che ha spinto Poirot a
lasciarseli crescere. Un inizio più che attuale, purtroppo, con una sequenza in
bianco e nero che fa da prologo non tanto alla storia in sé, quanto alla storia
del protagonista. Un momento che permette allo spettatore di conoscerlo di più
e di capire, almeno in parte, alcuni suoi atteggiamenti. Soprattutto
considerando che lui riesce a indagare e scoprire sempre i lati più nascosti delle
persone con le quali ha a che fare, senza mai "scoprirsi".
Un'interessante occasione, quindi, e un diverso punto di vista. La guerra,
affrontata dal protagonista in prima persona, con l’astuzia che lo
contraddistingue rappresenta il vero punto di inizio, non della storia, ma
della vita dello stesso Poirot.
Peccato, però, che
successivamente la storia prenda un'altra direzione. Veniamo catapultati in un
club nel quale Hercule Poirot ha modo di conoscere i primi personaggi che
saranno poi, inevitabilmente, protagonisti degli eventi successivi. Inizia a
farsi un'idea di chi ha di fronte ed è testimone di un intenso ballo tra una
coppia di giovani fidanzati: Simon Doyle e Jacqueline de Bellefort.
Quest'ultima presenta il fidanzato all'amica d'infanzia Linnet Ridgeway che,
però, nel giro di poco tempo "ruba" l'uomo alla giovane per sposarlo.
Sei mesi dopo, infatti, mentre Poirot è in vacanza in Egitto e ha modo di
incontrare il suo vecchio amico Bouc, rientra, in qualche modo, tra gli ospiti
della luna di miele successiva al matrimonio tra Simon e Linnet. Insieme a lui
e Bouc ci sono anche altri ospiti, dall'ex fidanzato di lei, alla sua cameriera
di camera, passando per le madrine, l'infermiera e il cugino e chi più ne ha
più ne metta. Insomma tanti sospettati come vuole il giallo per
eccellenza.
Ma non bastano per
rendere la storia davvero riuscita. A mancare, infatti, sono la suspense e il
vero e proprio colpo di scena perché tutto, o almeno in gran parte, purtroppo, risulta
abbastanza intuibile fin dai primi minuti. A emergere sono indubbiamente le
interpretazioni di un cast sempre preciso e ben assortito. Tutti a proprio
agio, dagli interpreti più rodati a quelli con meno impegni alle
spalle. Una regia efficace che, però, fa, in determinati frangenti, fin
troppo affidamento su una CGI palesemente esagerata che vuole mostrare più di
quanto sia effettivamente in grado di fare. Tutti i tasselli, come in ogni
giallo che si rispetti, vengono messi al loro posto, ma in maniera fin troppo
semplice.
Se dopo la prima sequenza
lo spettatore è portato a pensare che la storia si evolverà in un certo modo,
la prima parte della storia lo spinge inevitabilmente in un’altra direzione,
ancora una volta diversa da quella della seconda e ultima parte del
lungometraggio. Una fin troppo prolissa introduzione ai personaggi, nel
tentativo di comprenderli ed empatizzare, cercando di sviare i sospetti sia
dalla vittima che dal colpevole, che si conclude con una risoluzione forse
“telefonata”. E da Hercule Poirot, ma soprattutto da Kenneth Branagh ci si
aspetta ben altro.
Veronica Ranocchi
Noiosetto e Branaghcentrico, troppo ma troppo pieno di digressioni sull'amore e l'amicizia. A volte servirebbe stringare un po' e andare dritti al centro delle cose.
RispondiElimina@Babol Diciamo che, in generale, ho visto film peggiori, però mi trovi pienamente d'accordo. Anche questo poteva benissimo avere una durata minore in modo da concentrarsi meglio sulla storia in sé e sull'indagine. -Veronica
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