Infatti non è l’implorazione della protagonista, lasciata su due piedi da un marito stufo della routine familiare ed alla ricerca di qualcosa che torni ad ispirare la sua arte (entrambi lavorano nel cinema: lui fa l’attore lei la montatrice) ma l’atto di riprendere come fosse un “tranche de vie” quella situazione a fornire il senso del film. L’idea del cinema nel cinema corredato da tutto l’apparato metacinematografico così come l’uso di uno stile che oltre a fare il verso alla novelle vague francese, sciorina tutto, ma proprio tutto il campionario del cinema indipendente americano (è la cosa ha funzionato visto che il film è entrato nel prestigioso cartello del festival di Robert Redford) è imbrigliato all’interno di un contenitore fintamente pauperistico ed invece dotato di quell’eleganza piaciona che sicuramente non deluderà l’immaginario consumistico e modaiolo ma avvilisce quasi subito le speranze di una presunta diversità. Se la Negri voleva dimostrarci di conoscere a memoria i manuali dei fratelli Lumiere ci è riuscita. Se invece, e questo noi crediamo, voleva convincerci di averne imparato la lezione “Rimprendimi” non riesce a passare l’esame e rimanda la sua autrice a tentativi meno pretenziosi.
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lunedì, agosto 11, 2008
Riprendimi
Infatti non è l’implorazione della protagonista, lasciata su due piedi da un marito stufo della routine familiare ed alla ricerca di qualcosa che torni ad ispirare la sua arte (entrambi lavorano nel cinema: lui fa l’attore lei la montatrice) ma l’atto di riprendere come fosse un “tranche de vie” quella situazione a fornire il senso del film. L’idea del cinema nel cinema corredato da tutto l’apparato metacinematografico così come l’uso di uno stile che oltre a fare il verso alla novelle vague francese, sciorina tutto, ma proprio tutto il campionario del cinema indipendente americano (è la cosa ha funzionato visto che il film è entrato nel prestigioso cartello del festival di Robert Redford) è imbrigliato all’interno di un contenitore fintamente pauperistico ed invece dotato di quell’eleganza piaciona che sicuramente non deluderà l’immaginario consumistico e modaiolo ma avvilisce quasi subito le speranze di una presunta diversità. Se la Negri voleva dimostrarci di conoscere a memoria i manuali dei fratelli Lumiere ci è riuscita. Se invece, e questo noi crediamo, voleva convincerci di averne imparato la lezione “Rimprendimi” non riesce a passare l’esame e rimanda la sua autrice a tentativi meno pretenziosi.
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