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domenica, marzo 16, 2014

IDA

Ida
di PaAgata Trzebuchowska, 
con Agata Kulesza, Joanna Kulig, Dawid Ogrodnik
Polonia, 2013
genere, drammatico
durata, 80'



Anna è una ragazza orfana che vive in convento, ed è in prossimità di prendere i voti per diventare suora. Ma dietro il suo nome si cela una realtà sepolta che verrà pian piano a galla dopo l’incontro con la zia Wanda, cinica e disillusa militante anti-nazista durante la seconda guerra mondiale. In realtà Anna è ebrea di origine ed il suo vero nome è Ida.
 
Pawlikowski mostra un cinema polacco inusuale e fuori dal comune, provocatorio su molti fronti, compreso quello estetico. La densità simbolica (il trasporto della statua è un richiamo al Cristo de “La dolce vita”?) è accompagnata da un bianco e nero elegante, che va a sottolineare la mancanza d’identità della protagonista, già marcata dalle inquadrature fisse (i piccoli movimenti col cavalletto di contano sulle punta delle dita) e dal decentramento di Ida/Anna nelle inquadrature stesse; la vedremo infatti molto spesso in parte tagliata o comunque a margine dello schermo. L’identificazione finale disintegra tutto il costrutto filmico precedente chiudendosi in un lungo piano sequenza fatto con la camera a mano, che ricorda un po’ quello celeberrimo de “I quattrocento colpi” di Truffaut. Il tutto risulta perfettamente coerente, seppure il ritmo ne risente inevitabilmente. Il vero difetto del film è dunque il suo grande pregio, ovvero la poca accessibilità con i codici di un pubblico medio, mentre gli addetti ai lavori si trovano a confrontarsi con un’imponenza simbolica che raramente viene portata sugli schermi.
Ida, prima ancora di essere donna di chiesa, è donna, e per prenderne piena consapevolezza deve prima liberare da sotto terra un passato doloroso, per poi passare al crepuscolo dell’idolatrare la dissolutezza di Wanda, e liberarsi infine nell’alba della propria identità.
Antonio Romagnoli

5 commenti:

  1. "Il vero difetto del film è dunque il suo grande pregio, ovvero la poca accessibilità con i codici di un pubblico medio, mentre gli addetti ai lavori si trovano a confrontarsi con un’imponenza simbolica che raramente viene portata sugli schermi."

    anch'io penso che sia un film non "facile" per molti,
    ma le cose sono due; o ci si abbassa verso lo spettatore medio o si cerca di farlo crescere.

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  2. Io sono per "farlo crescere", la vera domanda è se c'è disponibilità a crescere da parte loro.

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  3. è l'eterno dubbio sulle perle ai porci, come diceva un tipo chiamato Gesù:)

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  4. questa settimana "Ida" solo 44 sale, "Allacciate le cinture" 461 sale, "Ida" non te lo portano a casa.
    è però nell'incasso per sala fra i due vince "Ida" :)(http://www.movietele.it/boxoffice/italia/weekend-italia-14-16-marzo-2014)

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  5. Sono tutti segnali molto positivi (anche vista la mia poca simpatia nei cofronti di Ozpetek)

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