Lettere di uno sconosciuto
di Zhang Yimou, Gong Li
Cina, 2014
genere, drammatico
durata, 111'
La storia, ambientata durante la rivoluzione culturale
cinese - momento storico tutt’altro che privo di contraddizioni e di eccessivi
travisamenti ideologici, quindi identificabile come ennesimo fallimento
politico/sociale/umano -, si dirama nelle vicende familiari di Lu Yanshi, dissidente
contro il regime che viene quindi arrestato ed imprigionato dalle forze
governative. Finita la rivoluzione, Lu tornerà dalla moglie che però, in seguito
ad un trauma, ricorda tutto ma non riconosce più il proprio marito. A Lu,
quindi, non resterà che provare a far riaffiorare i ricordi scavando nel loro
passato condiviso.
La memoria - identificabile in ciò che siamo stati quindi, presupponendo
che l’esistenza abbia forma dinamica, o che perlomeno dia l’illusione di
esserlo, ciò che siamo - se gettata nell’oblio annulla l’essere; concetto,
questo, che in “Lettere di uno sconosciuto” viene rafforzato dall’abile
parallelismo che collega la perdita di memoria della donna all’ostracismo con
cui il governo metteva a tacere - spesso facendoli sparire da ogni documento,
eliminandoli di fatto dalla storia e, dunque, rimuovendo ogni possibilità di
essere ricordati, annullandoli del tutto - i propri contestatori.
Zhang Yimou, alla sua ventesima regia, mette in scena un’opera
intima che spazia senza affanni tra vari generi portandosi avanti delicatamente
e setacciando le dimensioni intime dei propri personaggi, dando vita ad un film
che, nonostante l’intuizione e l’eleganza con cui viene sviluppato, forse a
causa del suo essere un dramma dai toni eccessivamente quieti, sembra far
fatica a trovare una forma definitiva.
Antonio Romagnoli
A me è piaciuto molto. Ho letto in giro recensioni non troppo favorevoli, invece mi è parso un passo avanti rispetto al precedente "I fiori della guerra"... E poi è stato bello rivedere Gong Li, a vent'anni dai grandi film girati con lo stesso Zhang! ^^
RispondiEliminaLa critica lo ha accolto in maniera abbastanza fredda. A me non è dispiaciuto così tanto, però credo che le atmosfere di "Lanterne rosse" siano su un altro livello.
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