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giovedì, settembre 06, 2007

Il bacio che aspettavo

Convinto che il mondo non possa fare a meno di lui e consapevole di non avere piu le forze e soprattutto l'ispirazione per esercitare la professione Lawrence Kasdan ha deciso di continuare ad esserci per interposta persona imponendo ai frequentatori della settima arte l'intera progenie senza preoccuparsi di supportare il progetto con un impalcatura capace di sostenere i passi ancora incerti dei giovani apprendisti. L'agognata raccomandazione si trasforma allora in una trappola per topi in cui il giovane regista rimane incastrato e con lui l'attore bamboccio di belle speranze e la diva sfiorita intenta a risalire la china. Il distributore italiano che ha mangiato la foglia tenta di rimediare facendo leva sulle nostalgie mucciniane ma il titolo nostrano enfatizza le lacune di un film senza identita'e soffocato da una serie di personaggi che sembrano capitati per caso all'interno della storia. La ricognizione del mondo femminile rimane fortemente condizionata da una visione unilaterale e priva dell'ironia necessaria per stemperare l'atmosfera tristemente monocorde che pervade l'intera operazione.

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