Nessuno si salva da solo
di Sergio Castellitto
con Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio, Anna Galiena
Italia, 2014
genere, drammatico
durata, 100'
di Sergio Castellitto
con Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio, Anna Galiena
Italia, 2014
genere, drammatico
durata, 100'
Un po' come accade ai film diretti da Michele Placido, ogni
nuovo lavoro diretto da Sergio Castellitto e' destinato a suscitare negli
addetti ai lavori reazioni che vanno oltre la questione estetica, allargandosi
-come spesso capita di leggere- a considerazioni che riguardano il privato
dell'autore. Come quello di rimarcare in senso negativo il suo connubio con la
moglie scrittrice Margareth Mazzantini, colpevole a suo modo di condizionare la
vena artistica del cinematografaro, trasformandone l'arte in un'estensione
della fonte letteraria.
Senza dimenticare che fino a qualche libro fa la Mazzantini
era considerata dai più come una sorta di Sibilla Cumana, ciò che ci interessa
in questo caso e' sottolineare la scelta di Castellitto che utilizza una
scrittura poetica ed elitaria per realizzare un prodotto che vuol essere
innanzitutto accessibile e popolare. Per farlo, punta soprattutto sulla bravura
e sul divismo di Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, esplorati ed esposti con
un coraggio davvero raro per il cinema italiano, pudico e bacchettone quando si
tratta di filmare gli aspetti più carnali dell'amore. E poi su una
sceneggiatura che, nell'andamento sincopato e nel suo scabro sentenziare
anticipa e insieme accompagna la gestualità istintiva e diretta dei
protagonisti.
Certo anche in questo caso non siamo di fronte a un capolavoro
del nostro cinema perchè la ricerca del grande pubblico si sente soprattutto in
una sintesi eccessiva della ragioni del disamore, affastellate una dietro
l'altra e affidate più alla riconoscibilità delle situazioni che ad un reale
approfondimento psicologico ed emotivo, così come nell'abitudine di una colonna
musicale adoperata come amplificatore ridondante di quello che le immagini
hanno già detto. Da parte sua Castellitto, oltre all'ottima direzione degli
attori, aggiunge una messinscena nervosa e dinamica, con la macchina da presa
che alterna riprese da cinema del reale, ad altre, soprattutto quelle girate
all'interno del locale dove Gaetano e Delia si ritrovano a fare il consuntivo
dell'amor perduto, più statiche e teatrali, a sottolineare la dirittura
d'arrivo di quella storia.
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