Spesso ricordato come uno dei principali esponenti del cinema poliziesco italiano, in realtà come vedremo in seguito, FERNANDO DI LEO, pur avendolo per certi versi ispirato, ha frequentato tanti generi tra i quali ANCHE il genere poliziesco e quando lo ha fatto si è naturalmente distinto "sporcandolo" con il suo immancabile disincanto. Non è difficile catalogare i film che gli hanno dato una tardiva notorietà come NOIR che come sappiamo è un genere solo parente del poliziesco.
E' sopratutto per questo motivo, che non ho inserito il regista e sceneggiatore pugliese nella puntata dedicata ai REGISTI, ma ho voluto dedicargli una puntata monografica, per approfondire l'opera e l'idea di cinema di un autore scomodo, dallo sguardo anarchico, ingiustamente e frettolosamente dimenticato.
FERNANDO DI LEO nasce l'11 febbraio 1932 a San Ferdinado di Puglia (Foggia).
Nella seconda metà degli anni '50 si trasferisce a Roma per studiare Giurisprudenza, con l'intenzione di seguire le orme del padre e del nonno, apprezzati avvocati.
Nel 1962 viene ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia che però frequenterà poco giudicando il corso troppo lungo e per molti versi inutile.
La sua prima esperienza dietro un macchina da presa è un episodio del film GLI EROI co-diretto con l'amico ENZO DELL'AQUILA, trattasi di una ferocissima satira sul mercato delle indulgenze plenarie che ovviamente irrita non poco il Vaticano e costa a DI LEO drastiche censure.
Successivamente insieme all'amico regista DUCCIO TESSARI, viene coinvolto da SERGIO LEONE nella stesura delle sceneggiature di PER UN PUGNO DI DOLLARI e PER QUALCHE DOLLARO IN PIU', senza però essere accreditato, mentre firma in prima persona le sceneggiature di UNA PISTOLA PER RINGO e di IL RITORNO DI RINGO diretti da D. TESSARI.
Queste sceneggiature gli procurano una certa notorietà nell'ambiente e nel periodo d'oro dello spaghetti-western DI LEO ne scriverà una trentina, tra le quali: LE COLT CANTARONO E FU...TEMPO DI MASSACRO diretto da LUCIO FULCI e SETTE PISTOLE PER I MACGREGOR

Insieme a TIZIANO LONGO fonda la società produttrice FERTI FILM (FERnando TIziano) e nel 1969 esce BRUCIA RAGAZZO BRUCIA.
Il film, dalla trama troppo audace per l'italia democristiana e bigotta dell'epoca, racconta di una donna incapace di raggiungere l'orgasmo con il marito e scopre le gioie del sesso grazie ad una relazione clandestina con un giovane bagnino.
Quello che segue all'uscita del film è facilmente immaginabile: scandalo, polemiche a non finire e ovviamente l'inevitabile sequestro.
Dopo il processo che vede l'assoluzione di Fernando di Leo dall'accusa di oscenità, il film torna nelle sale ed ottiene un buon successo di pubblico.
Il regista pugliese cercherà di sfruttare il successo di BRUCIA RAGAZZO BRUCIA con il successivo AMARSI MALE che però non ottenne i risultati sperati.
La pellicola parla di un gruppo di giovani sbandati che violentano ed uccidono la loro insegnante.
Film crudo, attraverso il quale il regista cerca di descrivere con rabbia "l'immondizia umana" . Il film soffre senza dubbio di qualche lungaggine e la psicologia dei giovani violentatori è descritta in maniera superficiale, ma nella sua totalità si tratta di un buon film molto coraggioso. Da sottolineare la bella sequenza iniziale (quella dello stupro) che permette allo spettatore quasi di vivere la brutalità della violenza (dovuta allo stato di alterazione alcolica del branco) attraverso una macchina da presa che si insinua nervosa tra i corpi.
Tra il 1972 e il 1973 dirige i suoi 3 capolavori, ovvero quella che in seguito verrà definita come "trilogia del milieu", che ovviamente APPROFONDIREMO DETTAGLIATAMENTE IN SEGUITO, e che rappresenta la massima espressione artistica del cineasta foggiano.
Questi film, come molti che seguiranno, saranno prodotti dalla DAUNIA (in omaggio alla sua terra d'origine) CINEPRODUZIONI, una società di produzione fondata da DI LEO nel 1969, con lo scopo di garantirsi la più completa autonomia e libertà di espressione.
Oltre a scrivere e dirigere i suoi film il regista dauno non smette di scrivere sceneggiature, infatti in questo periodo scrive UOMINI SI NASCE POLIZIOTTI SI MUORE di RUGGERO DEODATO e LIBERI ARMATI PERICOLOSI di ROMOLO GUERRIERI che usciranno in sala nel 1976.
Chiude il periodo poliziesco LA CITTA' E' SCONVOLTA: CACCIA SPIETATA AI RAPITORI (1975) con LUC MERENDA e VITTORIO CAPRIOLI, il film affronta il tema dei sequestri di persona, a cui ovviamente DI LEO da un'impronta particolare, trasformandolo in un western metropolitano. Il film racconta di due bambini rapiti, uno figlio di un ricchissimo industriale, l'altro di un meccanico vedovo e squattrinato. Alla richiesta dei rapitori il facoltoso industriale temporeggia e i rapitori per tutta risposta ammazzano il figlio del povero meccanico, che preso atto dell'impotenza della polizia cercherà di farsi giustizia da solo. Il film è molto politico, con il regista che non esita a descrivere il facoltoso industriale come un uomo dal cuore di pietra che si rivolta con voluttà porcina nei suoi denari, esaltando al contempo la figura del proletario vendicatore.

Sempre nel 1982 e sempre per aiutare un amico produttore in difficoltà gira anonimamente un film strappalacrime di ambientazione napoletana, ovvero un film lontano anni luce dall'idea di cinema di F. DI LEO, dal titolo POVER'AMMORE che viene ufficialmente attribuito a VITTORIO SALVIANI.
Nel 1985, quasi senza budget gira KILLERS VS KILLERS, dalla sceneggiatura molto interessante ma che gli scarsissimi mezzi a disposizione non gli consentono di valorizzare. Infatti il film risulta essere appena dignitoso. Sarà il suo ultimo film.
Praticamente dimenticato (come se non fosse bastata la ghettizzazione subita durante gli anni passati, a cui va aggiunto un orgoglioso auto-isolamento) viene riscoperto sul finire degli anni 90, quando al suo cinema viene riconosciuto un ruolo importante nel panorama nazionale.
FERNANDO DI LEO, regista ribelle, visionario, anarchico e indipendente muore a Roma dopo una breve malattia il 2 dicembre 2003 all'età di 71 anni.
5 commenti:
ricordo che "avere vent'anni" esce in edicola da venerdì grazie rarovideo e film tv. mi piacerebbe recuperare vari film di fernando di leo che purtroppo non ho visto come "gli eroi". grazie per questa interessante rubrica fabrizio.
ethan
Grazie a te Ethan! Mi informo su che versione di Avere vent'anni ci sarà in edicola.Fabrizio
Non avevo mai letto nel web niente di più completo sul maestro Di Leo, complimenti a te Fabrizio per la precisione e la passione che metti in questa interessante rubrica.
Per quel che riguarda il regista pugliese, quello che colpisce subito guardando i suoi film è il fatto che siano realistici, sia i noir (la trilogia del milieu) sia i poliziotteschi (Il poliziotto è marcio) sia i più neri (I ragazzi del massacro) sia quelli sull’eros (Brucia… e Avere vent’anni): non ci sono eroi, sono tutti corrotti..quindi reali.
Come dice il regista sulle pagine del dossier Nocturno “..io giravo i miei film e due o tre grossi registi, non voglio fare i nomi, si facevano l’aureola con Sciascia. Però chi ha avuto i picciotti sotto casa ad aspettarlo, chi ha avuto i film sequestrati e le querele dei ministri sono stato io. Non quelli che si facevano la sega con Sciascia, genio a cui mi prosto. Quando io faccio “Il poliziotto è marcio” faccio la storia di un poliziotto marcio, non faccio “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, che può essere un film migliore del mio, ma lì abbiamo a che fare con un nevrotico..mentre nel mio abbiamo a che fare con un poliziotto che si fotte i soldi. Ed è questo che è rivoluzionario, non quello.”
Andrea
Ethan, sono finalmente riuscito ad entrare in possesso di AVERE VENT'ANNI nell'edizione di Raro Video. Fortunatamente ci sono entrambe le versioni. sarò più preciso quando avrò finalmente il tempo di visionarle. Fabrizio.
Buon Anno a tutti!
aspetto il tuo commento sull'edizione rarovideo. il film è rimasterizzato da positivo originale 35mm e restaurato digitalmente. rarovideo utilizza sempre i migliori supporti in commercio. le sue edizioni sono sempre ottime (almeno per me :))
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