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sabato, settembre 28, 2024

WOLFS

Wolfs

di Jon Watts

con Brad Pitt, George Clooney, Amy Ryan

USA, 2024

genere: thriller

durata: 108’

Le prime immagini di “Wolfs - Lupi solitari” si fanno gioco dello spettatore nella maniera più divertente riportandolo indietro nella memoria per andare a pescare uno dei personaggi più iconografici della storia del cinema recente. Nel fare conoscenza dei personaggi a cui prestano faccia e simpatia George Clooney e Brad Pitt è infatti impossibile non pensare alla figura di Mr. Wolf, il celeberrimo tutto fare di “Pulp Fiction” interpretato da Harvey Keitel con il quale Quentin Tarantino aveva saputo ridere del crimine con la figura chiamata a “ripulire” i luoghi del delitto eliminando i collegamenti con gli esecutori dell’assassinio.

“Wolfs - Lupi solitari" parte più o meno dalla stessa situazione portandoci da subito sulla scena del crimine nella necessità di salvaguardare la reputazione di un'importante politica newyorkese presente nella stanza d’albergo dove il suo boy toy giace riverso senza vita nella camera da letto. A far saltare le regole, e per quanto ci riguarda a dare il là alla divertente sarabanda, è la circostanza che costringe i due fixer, interpretati da Pitt e Clooney, a rinunciare per una volta alla prerogativa del loro mestiere e dunque a lavorare in coppia nella risoluzione dell’intricato caso.

Da crime story il nuovo film di Jon Watts, (autore dell’ultima trilogia di "Spiderman") si trasforma presto in un buddy movie dando modo alle due star - reduci su diversi versanti, quello personale per Pitt, quello artistico per Clooney - di recuperare posizioni, proponendoli nella loro versione migliore, quella che ne mette a sistema la componente divistica con la naturale predisposizione a non prendersi sul serio. Una posizione che Watts riflette sullo schermo sovrapponendo la persona al personaggio, con ciò non venendo mai meno al patto con il pubblico sul fatto che le vicende del film non debbano mai prendere il sopravvento sull’immagine che ci siamo fatti dei due attori. Così, per certi versi, nel vedere i duetti tira e molla tra i due protagonisti sembra quasi di assistere agli scambi di battute tra Clooney e Pitt nella serie dedicata a “Ocean’s Eleven” che “Wolfs” replica anche nell’assegnare a Clooney la posizione di leader della coppia, qui chiamato a far da contraltare semiserio alla naturale predisposizione al cazzeggio di quello interpretati da Pitt.

Fatto sta che in “Wolfs” a contare di più non è tanto il ritmo dell’azione e neanche il marchingegno che equipara la storia a una serie di prove da superare per arrivare sani e salvi al termine della notte. Grazie a una sceneggiatura ritagliata al millimetro sul duo Clooney/Pitt a farla da padrona è la capacità della parola di sintonizzarsi sull’elemento divistico, per accentuarne e diminuirne il carisma nell’intento comunque di esorcizzare il progressivo precipitare dei fatti. Così facendo “Wolfs” si trasforma in una collisione di corpi a cui oltre a quelli già menzionati se ne aggiunge un terzo, vero e proprio corpo estraneo rispetto all’immaginario dei due divi, destinato a innescare la svolta narrativa e a creare sorpresa all’interno di un film programmato per non perdere un colpo in termini di piacevolezza, fino a concludere con una citazione filmica (quella del fermo immagine finale di “Butch Cassidy” diretto George Roy Hill) che tradisce il cinema e gli attori - Paul Newman e Robert Redford - a cui guardava Watts mentre girava il suo lungometraggio.
Presentato fuori concorso all’81ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, “Wolfs - Lupi solitari” adotta su un altro piano lo stesso sistema adoperato dai produttori di "Deadpool & Wolverine”, facendo della possibilità di veder recitare nello stesso film due campioni del grande schermo il principale motivo di interesse e relegando in secondo piano un contesto che invece ha i suoi motivi per risultare all’altezza della confezione. Tra i film visti alla Mostra quello di Watts è uno dei più riusciti. Se avesse anche l’ideologia e il tema forte rischierebbe anche di far fare brutta figura ad alcuni di quelli promossi nel concorso ufficiale.


Carlo Cerofolini

(recensione pubblicata su ondacinema.it)

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