- The Smiths -
La fine dello scorso millennio segna per Michelle Yeoh l'approdo ad Hollywood. Dopo il ruolo di colonnello dei Servizi Cinesi nel ventesimo Bond "Il domani non muore mai" ("Tomorrow never dies", 1997, di R. Spottiswoode), nel 2000 i quattro Oscar e i due Golden Globe de "La tigre e il dragone" ("Crouching tiger, hidden dragon") di Ang Lee, trascinano all'attenzione del grande pubblico - fatti gli opportuni aggiustamenti per i "rigidi" palati occidentali - questa storia di sentimenti troppo a lungo covati e quasi mai vissuti; di avventure all'interno di paesaggi fuori dal tempo e di schermidori e di maestri di arti marziali più coinvolti dalle lotte interiori che dagli scontri a fil di spada. In tale contesto, Michelle, nei panni di Yu Shin Lien - abile quanto laconica spadaccina - esprime con placida naturalezza la dirittura morale e la fedeltà ai principi di una donna che s a che con ogni probabilità le sue istanze di felicita e pacificazione verranno frustrate ma reagisce al destino avverso componendo lucidità e mestizia, coraggio e sofferenza, integrità e disincanto. Ancora una volta, come detto, risalta la grazia di questa attrice in grado di coinvolgere negli affanni del suo personaggio lasciando in ombra una parte di se', come se questa sorta di morbida pudicizia fosse essenziale per preservarne onesta' e autenticità agli occhi di chi guarda.
Medesima misura e complessità interiore la Yeoh mostra in "Memorie di una geisha" (2005) di R. Marshall e in "The lady" (2011) di L. Besson, dove interpreta il leader dell'opposizione birmana, premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi; mentre in "La mummia - la tomba dell'imperatore Dragone -" (2008) e "Babylon A.D." (2008) sfodera di nuovo le oramai consolidate doti ginniche di eroina impavida o tutrice di tesori leggendari e prodigi umani da preservare.
TFK
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