USA 1997 - 129 min
con: K. van Dien; D. Richards; D. Meyer; M. Ironside; J. Busey
In perfetta aderenza con queste premesse, si presenta - levigato, spiccio, come percorso da una reiterata scarica di ormoni, anti retorico e volutamente superficiale, quanto di fondo misogino, se non addirittura misantropo - questo "Starship troopers/Fanteria dello spazio", terza incursione nel "fantastico" (se si include nel novero anche "Robocop" del 1987) del cineasta di Amsterdam, sulle orme dell'omonimo romanzo di Robert A. Heinlein (1959).
A parte la gustosa/inquietante ? premonizione per cui un simil-corpo dei Marines e' presente anche nel futuro - sebbene in uniforme bruna, da cui, per antonomasia, traspirano afrori sinistri - che rimanda al sergente Hartmann di "Full metal jacket" (1987) ("Voi marines potete anche morire. Anzi, siete qui per questo. Ma il corpo dei Marines non morirà mai"), il film frulla in maniera accorta e allo stesso tempo franca e divertente, tutta una serie di suggestioni che vanno dalla fantascienza pre-effetti speciali con l'incubo dell'atomica e delle invasioni extraterrestri dei tardi anni'40 e degli anni '50, alla parodia dei cine-giornali propagandistici pre/post bellici, pre/post guerra fredda. Dalle stilizzazioni fumettistiche e semicaricaturali dei personaggi - l'eroe introverso ma altruista (van Dien), la bambola carrierista dagli occhioni blu (Richards), l'ufficiale tutto d'un pezzo motivatore di uomini (Ironside), il commilitone un po' giuggiola un po' spalla fidata (Busey) - alle truculenze ed ingenuità di vario genere care ai B-movie (le astronavi mastodontiche che si guidano come uno scooter; gli arti mozzati di netto; il sangue che spruzza dai corpi maciullati in battaglia; il cameratismo esagerato; i liquidi organici che imbrattano e appiccicano). Tutto al servizio di un montaggio serrato che non concede tregua, nemmeno nelle parentesi "riempitive" o sentimentali, con abilita giocate sul filo del cinismo e dello smacco.

Da ricordare - ma giusto per i filologi o i fissati (che spesso coincidono) -, "Starship troopers 2/Eroi della federazione" che con la sarabanda virtuosistica e il tono beffardo di Verhoeven spartisce solo l'autore dello script, Ed Neumeier.
TFK
1 commento:
Ricordo sempre con affetto e un po' di tristezza questo film per la storia d'amore non corrisposto tra la bionda appassionata fantessa e il protagonista. Grazie allo stile e al tono di tutto il resto ne viene fuori sorprendentemente tenera e romantica. Il loro incontro intimo consumato in tenda è sempre censurato quando il film passa in tv. Ho odiato Verhoeven per come sprezzantemente ha deciso di fare andare le cose. Nemmeno adesso a distanza di anni posso sopportare che l'ottuso protagonista alla fine preferisca la sua scarsamente empatica e rigida ex fidanzata alla bellezza dell'amore incondizionato della sua commilitona. Che fa pure una brutta fine. Ogni volta che lo riguardo faccio il tifo per lei sperando in un lieto fine tra i due, un po' come Moretti in palombella rossa quando fa il tifo per Lara e Yuri. Un giorno le rette parallele si incontreranno in un punto dello spazio e sarà bellissimo. BUONA PRIMAVERA A TUTTI.
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