La solita commedia – Inferno
di Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli
con Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, Tea Falco
Italia, 2015
genere, comico
durata, 95'
Alla confusione di Minosse, custode dell’Inferno, dovuta al dover catalogare peccati e peccatori odierni - che siano essi hacker, tecno/dipendenti etc. - prova a porvi rimedio l’Altissimo - qui ritratto come accanito fumatore e alcolizzato a tempo pieno - rimandando Dante sulla terra a rielaborare la struttura dei gironi infernali. Sua guida sarà Virgilo, assunto/precario in un supermercato, che s’improvviserà suo malgrado guida del Sommo tra le assurdità della quotidianità dell’Italia di oggi - i bar alle otto del mattino, il traffico all’ora di punta, gli assalti ai supermercati -.
Questa la trama con cui Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli - noti al pubblico medio, televisivo e non, con lo pseudonimo de “I soliti idioti” - tornano sul grande schermo nelle vesti di registi ed interpreti di gran parte dei personaggi che compongono questa sorta di teatrino dell’assurdo. Partendo dunque da uno spunto che, fosse stato elaborato in tutt’altra maniera, sarebbe anche potuto risultare interessante, la coppia comica non solo non riesce ad amalgamare il tutto in un contesto drammaturgico ben delineato, ma esaspera e rende inefficaci – qualora non pessimi – gli sketch che vanno a comporre - per l’appunto, in maniera del tutto scomposta e scoordinata - l’intera narrazione. Non essendo un film che si presta ad alcun tipo d’analisi perché, è ovvio, secondo principio parmenideo, non si può parlare di ciò che non esiste, “La solita commedia – Inferno” è un prodotto che si riduce a confermare la diagnosi secondo la quale il cancro che affligge il circuito produttivo e distributivo italiano è lungi dall’essere in remissione.
Antonio Romagnoli
di Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli
con Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, Tea Falco
Italia, 2015
genere, comico
durata, 95'
Alla confusione di Minosse, custode dell’Inferno, dovuta al dover catalogare peccati e peccatori odierni - che siano essi hacker, tecno/dipendenti etc. - prova a porvi rimedio l’Altissimo - qui ritratto come accanito fumatore e alcolizzato a tempo pieno - rimandando Dante sulla terra a rielaborare la struttura dei gironi infernali. Sua guida sarà Virgilo, assunto/precario in un supermercato, che s’improvviserà suo malgrado guida del Sommo tra le assurdità della quotidianità dell’Italia di oggi - i bar alle otto del mattino, il traffico all’ora di punta, gli assalti ai supermercati -.
Questa la trama con cui Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli - noti al pubblico medio, televisivo e non, con lo pseudonimo de “I soliti idioti” - tornano sul grande schermo nelle vesti di registi ed interpreti di gran parte dei personaggi che compongono questa sorta di teatrino dell’assurdo. Partendo dunque da uno spunto che, fosse stato elaborato in tutt’altra maniera, sarebbe anche potuto risultare interessante, la coppia comica non solo non riesce ad amalgamare il tutto in un contesto drammaturgico ben delineato, ma esaspera e rende inefficaci – qualora non pessimi – gli sketch che vanno a comporre - per l’appunto, in maniera del tutto scomposta e scoordinata - l’intera narrazione. Non essendo un film che si presta ad alcun tipo d’analisi perché, è ovvio, secondo principio parmenideo, non si può parlare di ciò che non esiste, “La solita commedia – Inferno” è un prodotto che si riduce a confermare la diagnosi secondo la quale il cancro che affligge il circuito produttivo e distributivo italiano è lungi dall’essere in remissione.
Antonio Romagnoli
3 commenti:
Non ho mai capito il successo dei due, quindi plaudo alla tua recensione.
Biggio&Mandelli sono la versione moderna di Franco&Ciccio
oggi li odio
magari tra 40 anni li rivaluterò
Grazie per il supporto Beatrix.
Per Marco: fare paragoni tra personaggi che sono figli di epoche così diverse mi sembra un po' azzardato. Tra quarant'anni si vedrà, ammesso che ci sarà ancora qualcosa da vedere.
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