martedì, marzo 17, 2015

LATIN LOVER: CONFERENZA STAMPA

Martedì diciassette marzo il cast attoriale e tecnico di Latin Lover, in sala dal prossimo 19 marzo, ha presentato a Milano l'opera.
Erano presenti Marisa Parades (nel film una delle due madri protagoniste), le figlie Angela Finocchiaro, Philadelphia Viitala e Nadeah Miranda, il latin lover Francesco Scianna, Neri Marcorè e Jordi Molla, unico marito della pellicola.
Oltre alla regista Cristina Comencini, per il cast tecnico sono intervenuti la co-sceneggiatrice Giulia Calenda e il direttore della fotografia Italo Petriccione.


Latin Lover manca di un vero e proprio protagonista singolo, ma vanta la presenza di una coralità di individui che costruiscono una trama fitta e complessa. Come è venuta l'idea di realizzare un progetto così strutturato?


Comencini: mordente di questa avventura è sicuramente stata la voglia di raccontare le relazioni che intercorrono tra l'uomo, inteso quale archetipo mitico, e il genere femminile nel ruolo filiale coniugale e parentale in senso lato. Inizialmente non pensavo  che avrei utilizzato come sfondo per questa vicenda il mondo del cinema, poi, in un secondo momento, mi è venuto in mente di mischiare la figura mitica del padre con quella dell'ex amante, in modo condurre parallelamente un discorso sulle relazioni interpersonali e uno sul cinema.
Al progetto iniziale io e Giulia Calenda abbiamo deciso di dar la forma della commedia. A muovere il nostro lavoro è stata l'idea di fare emancipare le molte donne protagoniste del film dall'uomo, rendendo loro possibile il raggiungimento della libertà grazie al cinema.
Alla fine della vicenda infatti ciascuna di esse riesce a trovare se stessa, palesando questa scoperta con gesti più o meno evidenti ed emblematici.
Certo, questo è stato possibile anche grazie al cast straordinario su cui ho potuto contare, che mi ha permesso di poter precisare con ogni attore e attrice il carattere del personaggio, in modo da dipingere così un'umanità che potesse ricreare tutto il cinema europeo. In questo senso molto importante è stato l'apporto del cinema spagnolo (Marisa Parades, Lluis Homar, Jordi Molla).

Il film segue dialoghi serrati e incalzanti. Quanto spazio è stato relegato all'improvvisazione e quanto ci si è attenuti a una sceneggiatura preesistente?


Calenda: dopo la stesura del canovaccio ci siamo attenuti ad una sceneggiatura ben definita —che ci è costata ben nove copie!—  lasciando meno spazio possibile all'improvvisazione, soprattutto per facilitare il lavoro dei molti attori stranieri che hanno preso parte al progetto...Poi, come sempre accade nella commedia, ci sono state aggiunte improvvise o modifiche inaspettate, ma sempre senza mai variare di troppo lo script iniziale.

Latin Lover  si pone come un atto di amore nei confronti di una stagione indimenticabile del cinema italiano. Quale è il rapporto della regista con quel grandissimo momento del nostro passato? 



Comencini: quello che abbiamo voluto omaggiare è il cinema da cui tutti proveniamo, non solo noi italiani. In vari punti dell'opera ci siamo divertiti a lanciare e nascondere citazioni da sottoporre al pubblico, sperando che riuscisse  a indovinare da quali film provenissero. Vorrei che fosse chiaro che non è un film nostalgico. Il nostro scopo è stato piuttosto quello di far capire come siamo stati grandi a fare film, come non abbiamo avuto problemi di alcun tipo a rischiare, realizzando prodotti immensi  ma che al contempo lasciavano molti fuori scena. Ora, Latin Lover cerca di raccontare ciò che spesso il cinema ha dimenticato, bypassato o dato per scontato, tirandolo fuori e donandogli quella grandezza che troppo spesso gli è stata negata.
Molla: ho imparato l'italiano grazie a questi film, che guardavo con i sottotitoli da bambino..penso a  Fellini, Pasolini, Visconti, De Sica e Rossellini. Ho deciso di fare l'attore forse "per colpa" di questa mia passione adolescenziale... Latin Lover è innanzitutto un omaggio. Quando ho accettato la parte non ho detto di si a un personaggio, ma a un'epoca, a un profumo..

Come è stato lavorare con Virna Lisi?
Comencini: sono onorata di poter dire che per me questo è stato solo l'ennesimo film con Virna. Ho sempre proiettato su di lei il personaggio della madre, dandole il ruolo della donna forte dalla volontà granitica di tenere insieme la famiglia, ma che si porta dietro profonde sofferenze. Era così anche ne Il più bel giorno della mia vita, ma qui la cosa aumenta esponenzialmente, come dovrebbe apparire dalle scena dell'ubriacatura.

Si potrebbe dire che protagonista del film è il rapporto fra sorelle?
Comencini: le sorelle sono metafora del rapporto tra donne. Si tratta di ritrovata unità anche dopo gli antagonismi le incomprensioni. Ho voluto ritrarre la complicità nella tragedia e la  vitalità  tipica dei rapporti femminili, forti della capacità di superare difficoltà e aiutarsi reciprocamente anche nei rapporti con l'altro sesso, anziché sfavorirsi o entrare in stupide competizioni.

Il genere di cinematografia che avete omaggiato e al contempo seppellito ha come protagonista indiscusso il sesso maschile. Avete voluto scientemente rivoluzionare tale predominio attoriale maschile nel cinema italiano?


Finocchiaro: mi sono ritrovata molto nel ruolo della sorella che interpretavo, una donna di mezza età che cerca improvvisamente di affrancarsi da un'identità prestabilita e di recidere i legami con un passato che non le appartiene più. E cosa le consente di fare ciò? Il cinema. 
Comencini: quando in un film vi sono molti protagonisti di sesso femminile, ecco che subito c'è chi parla di film al femminile,pellicola rosa... E perché per un film western non si ė mai detto che si tratta di un'opera maschile? Vorrei che Latin Lover aiutasse il nostro cinema a sdoganare queste anguste categorie.

Francesco, sei il protagonista del film, presente fin dal titolo, eppure ti si vede pochissimo durante a pellicola.. Anche quando compari è in flash-back e ti muovo sempre fra ruoli fra loro molto diversi..

Scianna: C'è un detto che recita: purché se ne parli. Si parla sempre di Saverio, il mio personaggio. Mi sono molto divertito, è stata una sfida eccezionale: è difficile riuscire a rendere visibile e credibile un personaggio con così poco spazio scenico. In solo quattro giorni abbiamo girato la mia parte facendo sei scene al giorno. Cristina ha avuto un intuizione geniale: seguirmi con la camera anche nel camerino e al trucco, riuscendo così a rendere un aspetto fondamentale del mio personaggio, ovvero il suo perenne e insaziabile bisogno di luci e visibilità.
Erica Belluzzi

Nessun commento: