lunedì, maggio 24, 2010

GET LOW

GET LOW
regia di Aaron Schneider


Felix ha una colpa da espiare ed un passato da nascondere. Vive come un eremita in una casa che i bambini si divertono a violare come fosse la dimora di un fantasma. I cittadini del villaggio lo considerano una persona pericolosa e continuano ad evitarlo fino a quando, per un motivo che verra’ rivelato nel corso della storia decide, ancora in vita di celebrare il proprio funerale e, con un espediente irrinunciabile, di invitare tutti coloro che hanno qualcosa da raccontare su suo conto.
Ad organizzare l’evento un impresario funebre interessato ai soldi ed il suo assistente, un giovane idealista che diventa ben presto il confidente del misterioso protagonista.
Ispirato ad un fatto accaduto almeno in parte - il funerale anticipato ci fu ed ebbe una grande partecipazione - Get Low è la resa dei conti di un uomo costretto a venire a patti con la propria coscienza: carattere scontroso, di poche parole il personaggio interpretato da un grande Robert Duvall assomiglia nei modi e nello stile al mitico capitano Achab; anche lui ha una balena bianca da catturare, un ossessione che gli ha divorato la vita, ma a differenza della figura romanzesca, utilizza l’ultimo slancio per scrollarsi di dosso la scimmia nel tentativo di riconciliarsi con se stesso e con la donna che un tempo aveva amato e dalla quale si era prematuramente separato.
Get Low Girato in maniera classica da un regista che sembra un veterano ed invece è alla sua opera prima Get low riesce a mantenersi in equilibrio tra leggenda e romanzo, e con un recupero delle tradizioni (la colonna sonora è un connubio di benjio e mandolini) che si mantengono in continua sinergia con elementi universali come il senso della perdità, il desiderio di riparare agli errori commessi ma anche l’amore, l’amicizia, il perdono.
Insomma un film complesso che Schneider riesce a rendere fluido ed interessante trasformando la storia di Felix in una specie di noir, non solo per i motivi che muovono il protagonista, ma anche per alcune complicazioni legate alla montagna di soldi generati dall’evento.
I colpi di scena non mancano ed anche i momenti di ilarità, assicurati dall’incomparabile presenza di Bill Murray, becchino dal cuore d’oro, e come Felix alle prese con una perdita di cui non riesce a rassegnarsi, lungi dall’essere fuori posto, alleggeriscono uno spartito che altrimenti rimarrebbe soffocato dall’eccesso di carisma del suo protagonista.
In concorso al Torino film festival il film è stato premiato per la migliore interpretazione andata appunto a Bill Murray e Robert Duvall, incredibilmente ignorati dalle scelte dell’Academy Awards.

1 commento:

nickoftime ha detto...

C'e' da aggiungere che Scott Cooper, uno dei protagonisti del film e' il regista di Crazy Heart, il film che ha fatto vincere l'oscar a Jeff Bridges mentre Robert Duvall figura come produttore dello stesso: coincidenze ma anche il segno di una stima reciproca......