lunedì, gennaio 24, 2011

QUALUNQUEMENTE

QUALUNQUEMENTE
Regia: Giulio Manfredonia


Cetto La Qualunque (Antonio Albanese) fuggito in Sudamerica a causa di problemi con la giustizia ritorna a Marina di Sopra, paesotto calabrese.
Al suo rientro viene informato dagli amici che il suo patrimonio e i suoi interessi sono minacciati da un'ondata di legalità che sta investendo la cittadina e che ha come portabandiera il tenente dei Carabinieri Cavallaro (Antonio Gerardi) e il candidato sindaco De Santis (Salvatore Cantalupo).
Per difendere i propri interessi ed evitare la galera Cetto La Qualunque, indotto e incoraggiato dai suoi amici, decide di candidarsi a sindaco.
Il trionfo della volgarità, dell' ignoranza e della corruzione, del menefreghismo e del clientelismo, questo è Qualunquemente, in poche parole lo specchio di una porzione importante del nostro Paese.
Paesaggi stuprati dall'abusivismo edilizio, ospedali fatiscenti, assenza dello Stato, disprezzo più assoluto delle leggi, informazione di parte, lacchè, killer, prostitute, un improbabile coach elettorale che rinnega le origini baresi (Sergio Rubini) in questo ambiente si muove il personaggio creato da Antonio Albanese, cinico e spietato malfattore che conquista il potere.
Qualunquemente rischia di apparire come un istant movie, ma non lo è, visto che la sceneggiatura risale al 2009 e il personaggio Cetto La Qualunque è comparso per la prima volta nel programma televisivo di rai tre Non c'è problema datato 2003, bisogna riconoscere quindi ad Albanese di aver visto lungo e capito prima di altri quale piega andava prendendo la politica italiana e a quale genere di politici i cittadini italiani avrebbero affidato il loro futuro.
Come detto, Cetto la Qualunque nasce con ritmi televisivi e portarlo su grande schermo, dilatandone i tempi comici, è operazione difficile, infatti spesso il repertorio di battute mostra la corda a causa dell'usura televisiva, ma il vero problema di questa pellicola è che purtroppo, la realtà politica italiana spesso supera la farsa.
Qualunquemente è un film sottilmente violento, che se non avesse scelto la via della satira potremmo definire un film di denuncia.
Una regia (Giulio Manfredonia), superiore alla media per questo genere di pellicole, dove troppo spesso trionfa il "fai da te" e il comico di turno, reduce dai successi televisivi, si improvvisa attore-regista-sceneggiatore con risultati pessimi; un attore di gran livello come Antonio Albanese; una spalla eccellente come Sergio Rubini e una serie di comprimari del calibro di Lorenza Indovina e Luigi Maria Burruano, fanno di Qualunquemente un buon prodotto dove la risata passa in secondo piano per lasciare spazio alla riflessione e allo sconforto. Straordinaria fotografia dell'Italia che lascia l'amaro in bocca.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

..new wave pugliese quindi...dopo Checco Zalone arriva Albanese..Qualunquemente è un film che mi piacerebbe vedere anche se il sospetto di assistere ad un surrogato televisivo è forte....

nickoftime

Fabrizio ha detto...

Caro Nick, La puglia c'entra poco, anche se Rubini e Rignanese sono pugliesi. Il film è ambientato in Calabria e Albanese è nato in Lombardia da genitori siciliani. La discussione su questo film merita un approfondimento perchè ci sono cose molto interessanti.

Anonimo ha detto...

..chiedo venia per la grossolano errore..sul film ne sto sentendo tante e di opposto parere..quando vedrò dirò...
ciao

nickoftime

Watanabe ha detto...

I film italiani sembrano aver trovato il loro periodo di uscita. Fra natale e carnevale.

In sala ora ci sono Zalone - Immaturi - Qualunquemente e Vallanzasca.

Questa abbuffata però non mi sembra abbia un cavaliere vincente, almeno dal punto di vista della qualità.

Anonimo ha detto...

..il mercato sta registrando un autentica invasioni di prodotti italiani che ricalcano quasi esclusivamente un immaginario televisivo e pubblicitario..Aldo Giovanni e Giacomo, Christian De Sica, ma anche Belen nei cinema poco si discostano dai personaggi degli spot commerciali che li vede protagonisti ed anche chi si discosta da questa ribalta..parlo dei vari Albanese, ma anche di Zalone..finisce sempre per replicare se stesso con la sola variante di un minutaggio ampiamente dilatato..d'altra parte il successo commerciale di questi film è fondamentale per la realizzazione del cinema "difficile" capace di assicurare un pluralismo culturale degno di tale nome...in questo senso è con simpatia e speranza che mi rivolgo ai nuovi campioni del cinema italiano

un saluto
nickoftime

Anonimo ha detto...

..appena visto l'ho trovato divertente ma continuo a pensare che con un pò più di cinema ed un pò meno cabaret avrebbe potuto essere un opera importante..

nickoftime