mercoledì, dicembre 07, 2011

1921- Il mistero di Rookford

1921- Il mistero di Rookford

Inizialmente la cosa più evidente è la distanza. Della protagonista, una donna che nasconde il proprio dolore in uno scetticismo pragmatico, fatto di impostori da smascherare e tesi da confutare – Florence è una cacciatrice di fantasmi - dai suoi interlocutori, faticosamente ma comunque calati anima e corpo nelle credenze da cui lei li vuole liberare, tra il paesaggio urbano della Londra di inizio 900 da cui prende le mosse la vicenda, e quello brumoso di Rookford dove si trova l’istituto per orfani in cui la protagonista cercherà di confutare la connessione tra la morte di un bambino e le apparizioni di una misteriosa presenza. Ma soprattutto nello iato tra la conferme inseguite da Florence con il pretesto dell’indagine e la verità che invece verrà a scoprire come conseguenza di quell’azione.

In mezzo, tra l’inizio e la fine c’è una ghost story sviluppata secondo i canoni del genere a cominciare dalla cornice in cui si svolge la vicenda, il countryside inglese tradizionalmente depositario di una cultura abituata a confrontarsi con il soprannaturale , d’altronde l’inventore del romanzo gotico Horace Walpole era proprio di quelle parti, l’ambientazione, una haunted house identificata con la residenza di un antica e nobile famiglia inglese, corredata di tutti gli accessori del caso, dal fantasma opportunamente dilazionato per meglio spaventare, agli interni dislocati in modo da conservare sempre una bella dose di mistero, ed un’eroina attrezzata di tutto punto – i marchingegni per acciuffare l’ineffabile disturbatore hanno la capacità di valorizzare una modernità d’altri tempi – e dal carattere di ferro, quasi un'antesignana della Ellen Ripley di "Alien"
Indispensabili per organizzare le spettacolo, questa caratteristiche non servirebbero allo scopo, in un film del genere riferibile esclusivamente al tasso di spavento ed adrenalina provocato allo spettatore, se in cabina di regia non ci fosse un regista capace di saperle amalgamare.
Ed è proprio l’equilibrio delle dosi, di ciò che appartiene al fantastico, nelle sue fantasmagoriche manifestazioni, e di quello che invece rappresenta il fattore umano, la costruzione psicologica dei personaggi ed il plausibile sviluppo delle loro azioni, ad assicurare il funzionamento di un film che è anche la storia di un umanità ripiegata in un dolore sordo e paralizzante.
Nick Murphy lavora in economia, un'unica location ed effetti speciali ridotti al minimo nell'intenzione di agire sull’inconscio dello spettatore, alternando la stilizzazione delle immagine (la fotografia desaturata con prevalenza di grigi e neri e la capacità di comporre l’inquadratura valorizzando il rapporto tra lo spazio e le figure) con riprese attaccate al volto della protagonista per restituirne le emozioni.
Per Rebecca Hall, attrice versatile ed alquanto sfumata, il ruolo di Florence potrebbe essere quello della definitiva consacrazione.

2 commenti:

persogiàdisuo ha detto...

Mi incuriosisce parecchio questo film, per le atmosfere gotica e per Rebecca Hall che finora non ha sbagliato un film.

Anonimo ha detto...

..quello che ti interessa qui ci sta tutto...

nickoftime