mercoledì, maggio 06, 2020

HOLLYWOOD


Hollywood
di Ryan Murphy e Ian Brennan
con David Corenswet, Darren Criss, Laura Harrier
USA, 2020
genere: drammatico, storico
episodi: 1-7
durata: 40-50’
Ryan Murphy, il cui nome è ormai associato prevalentemente al mondo delle serie televisive, torna a far parlare di sé con un nuovo prodotto, disponibile su Netflix: la mini serie “Hollywood”.
Dopo grandi successi come “Glee”, “American Horror Story” e il più recente, e ancora in corso, “The Politician”, Murphy ha deciso di creare un nuovo prodotto concentrandosi sul mondo del cinema, riuscendo a mescolare realtà e finzione, al punto tale da essere, in qualche modo, “costretto” a riscrivere la storia.
Quello che viene mostrato nella mini serie, composta da soli 7 episodi, è la Hollywood degli anni ’50 vista attraverso gli occhi di persone che lottano e combattono quotidianamente per riuscire ad entrare in questo mondo, essendo disposti a tutto. Murphy, infatti, si concentra sul cosiddetto “dietro le quinte” e su tutto quello che di corrotto, marcio e negativo può celarsi nella più grande industria cinematografica. Il pubblico viene, quindi, a contatto con una realtà diversa da quella che ha sempre immaginato e lo fa attraverso i vari personaggi che ci vengono mostrati perché, così come anche nelle altre serie dello stesso regista, non c’è un vero e proprio protagonista, ma un cast corale.
In “Hollywood” conosciamo, quindi, l’aspirante attore Jack Castello, fresco di sposalizio con la giovane Henrietta, in dolce attesa, disposto a tutto pur di sfondare nel cinema, riuscendo così a mantenere la propria famiglia; l’aspirante sceneggiatore Archie Coleman, che sia per il colore della sua pelle che per la sua sessualità, dovrà superare diversi ostacoli; il regista Raymond Ainsley che cercherà di aiutare i più deboli e gli emarginati; l’aspirante attrice e compagna di Ainsley, Camille Washington, che dovrà mostrare i denti per non essere relegata in eterna a ruoli minori di domestica a causa del colore della sua pelle. Ma ancora l’aspirante attore Rock Hudson, pseudonimo di Roy Fitzgerald, e l’aspirante attrice e figlia del noto produttore della Ace Pictures, Claire Wood; il malvagio Henry Willson e i produttori Richard “Dick” Samuels, Ellen Kincaid e Avis Amberg.
Insomma i personaggi non mancano, così come le situazioni che si vengono a sviluppare, nel corso delle puntate, e che mettono a dura prova mondi quasi opposti tra loro.
Una serie che funziona, che incolla lo spettatore allo schermo, sempre più curioso di sapere come si svilupperà la storia e cosa saranno disposti, ogni volta, a fare i personaggi per “sopravvivere”. Ma anche una serie che, seppur con alcuni errori e mancanze, celebra quello che è un grandissimo motore: il cinema. E lo fa in primis avvalendosi di un cast di tutto rispetto, con attori e attrici degni del loro ruolo e mai fuori posto, che si fanno amare e odiare alla perfezione. Se da una parte il pubblico non può non provare empatia per i giovani protagonisti che cercano di fare di tutto per affermarsi, anche venire disprezzati o costretti a compiere azioni che non avrebbero neanche lontanamente immaginato, dall’altra non può fare a meno di odiare altri personaggi per i loro modi rudi, violenti e contro ogni morale, come nel caso di Henry Willson, interpretato da un eccellente Jim Parsons, che riesce, senza problemi, a staccarsi dal ruolo, completamente opposto a questo, che lo ha reso celebre. Allo stesso modo, però, si viene a creare una particolare empatia anche e soprattutto con i personaggi più adulti che dovrebbero, in parte, essere di contorno al resto della vicenda, ma che, alla fine dei conti, rubano prepotentemente la scena agli altri.
Oltre al cast anche la scenografia sembra riuscire nel proprio intento, cercando di ricreare, per quanto possibile, quell’atmosfera tipica di una Hollywood passata e lo fa ogni volta che ce n’è bisogno, inserendola anche all’interno della sceneggiatura proposta nella serie stessa.
Nonostante alcune mancanze, più o meno gravi, la “Hollywood” di Murphy vuole concentrarsi sui deboli, sugli emarginati, sugli oppressi e su tutte le minoranze che non hanno avuto e non hanno il giusto riconoscimento e il giusto spazio. Per questo, ogni episodio tenta di incentrarsi su una problematica ben precisa che, poi, va, inevitabilmente, a scontrarsi con altre. Razzismo, omosessualità, emarginazione sono solo alcuni dei grandi temi che la mini serie mette in evidenza e sui quali vuole che lo spettatore rifletta per dare la possibilità a tutti di rialzarsi ed usarli come un punto di forza.
Un prodotto, quindi, destinato a farsi amare, che tenta di riscrivere la storia, mettendosi dalla parte delle minoranze e degli oppressi che forse, con il giusto impegno e coraggio, possono avere la loro rivincita. Quella proposta da Ryan Murphy è una realtà alternativa che prende spunto da vicende reali e le inserisce con alcuni riferimenti (forse non tutti all’altezza), ricordando a chi sta guardando che ciò che viene messo in scena è frutto del duro lavoro di una macchina fantastica che, nel corso degli anni, ha saputo scrivere e riscrivere la storia, ma che ha affascinato e continua ad affascinare ancora oggi: il cinema.

Veronica Ranocchi

1 commento:

choku ha detto...

Bellissimo Hollywood, l'ho visto in streaming su cinestreaming.uno, veramente un gran bel film con una trama che ti fa riflettere.