martedì, maggio 04, 2021

L'apparenza delle cose

L'apparenza delle cose

di  Shari Springer Bergman e Robert Pulcini

con Amanda Seyfried, James Norton

USA 2021

genere, thriller, orrore

durata, 121


Ad attirarci de L’apparenza delle cose era stata innanzitutto la presenza in cabina di regia della coppia formata da Shari Springer Bergman e Robert Pulcini, già autori di quell’ American Splendor che, prendendo in parola anticonformismo del suo protagonista, il fumettista Harvey Pekar, erano riusciti a realizzare  un biopic fuori dagli schemi

Diventati registi di genere e di consumo, Bergman e Pulcini tentano di fare la cosa più difficile, e cioè di conferire uno sguardo personale a una storia di fantasmi che punta a conquistare il grande pubblico attraverso la capillare distribuzione del mecenate Netflix.Forti di un’interprete brava e popolare come Amanda Seyfried, appena riscoperta e nominata con Mank, i registi si avvicinano al genere assecondandone canoni e dinamiche, lavorando a un sottotesto che ripropone schemi e situazioni di prevaricazione maschile (#METOO docet) in cui violenze e vessazioni hanno poco di metafisico e riguardano più che altro la realtà dei fatti.


Pulcini e Bergman sono bravi a lavorare sulle suggestioni e sulle psicologie dei personaggi, dipanandone con coerenza i rispettivi rimossi; lo sono meno quando si tratta di tirare le fila del discorso e quindi nel momento in cui sono narrazione e drammaturgia e non i personaggi a costruire la catarsi finale che ne L’apparenza delle cose non è all’altezza delle premesse.

Carlo Cerofolini

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