martedì, marzo 01, 2022

ASSASSINIO SUL NILO

Assassinio sul Nilo

di Kenneth Branagh

con Kenneth Branagh, Gal Gadot, Armie Hammer

USA, 2022

genere: giallo, drammatico, thriller

durata: 127’

Erroneamente definito da molti come il sequel di "Assassinio sull’Orient Express" il nuovo film con, al centro della vicenda, Hercule Poirot mette nuovamente alla prova lo spettatore, ma in maniera chiaramente diversa dalla precedente.

Con "Assassinio sul Nilo" ritroviamo Kenneth Branagh dietro e davanti la macchina da presa. 

Gli imponenti baffi, che ormai caratterizzano il personaggio nato dalla penna di Agatha Christie e riportato sul piccolo e grande schermo in più versioni, sono l'elemento che contraddistingue il detective francese nella trasposizione di Branagh rispetto a quello finora più noto della serie televisiva. E in questo "secondo capitolo" arriviamo anche a capire il motivo che ha spinto Poirot a lasciarseli crescere. Un inizio più che attuale, purtroppo, con una sequenza in bianco e nero che fa da prologo non tanto alla storia in sé, quanto alla storia del protagonista. Un momento che permette allo spettatore di conoscerlo di più e di capire, almeno in parte, alcuni suoi atteggiamenti. Soprattutto considerando che lui riesce a indagare e scoprire sempre i lati più nascosti delle persone con le quali ha a che fare, senza mai "scoprirsi". Un'interessante occasione, quindi, e un diverso punto di vista. La guerra, affrontata dal protagonista in prima persona, con l’astuzia che lo contraddistingue rappresenta il vero punto di inizio, non della storia, ma della vita dello stesso Poirot.

Peccato, però, che successivamente la storia prenda un'altra direzione. Veniamo catapultati in un club nel quale Hercule Poirot ha modo di conoscere i primi  personaggi che saranno poi, inevitabilmente, protagonisti degli eventi successivi. Inizia a farsi un'idea di chi ha di fronte ed è testimone di un intenso ballo tra una coppia di giovani fidanzati: Simon Doyle e Jacqueline de Bellefort. Quest'ultima presenta il fidanzato all'amica d'infanzia Linnet Ridgeway che, però, nel giro di poco tempo "ruba" l'uomo alla giovane per sposarlo. Sei mesi dopo, infatti, mentre Poirot è in vacanza in Egitto e ha modo di incontrare il suo vecchio amico Bouc, rientra, in qualche modo, tra gli ospiti della luna di miele successiva al matrimonio tra Simon e Linnet. Insieme a lui e Bouc ci sono anche altri ospiti, dall'ex fidanzato di lei, alla sua cameriera di camera, passando per le madrine, l'infermiera e il cugino e chi più ne ha più ne metta. Insomma tanti sospettati come vuole il giallo per eccellenza.

Ma non bastano per rendere la storia davvero riuscita. A mancare, infatti, sono la suspense e il vero e proprio colpo di scena perché tutto, o almeno in gran parte, purtroppo, risulta abbastanza intuibile fin dai primi minuti. A emergere sono indubbiamente le interpretazioni di un cast sempre preciso e ben assortito. Tutti a proprio agio, dagli interpreti più rodati a quelli con meno impegni alle spalle. Una regia efficace che, però, fa, in determinati frangenti, fin troppo affidamento su una CGI palesemente esagerata che vuole mostrare più di quanto sia effettivamente in grado di fare. Tutti i tasselli, come in ogni giallo che si rispetti, vengono messi al loro posto, ma in maniera fin troppo semplice.

Se dopo la prima sequenza lo spettatore è portato a pensare che la storia si evolverà in un certo modo, la prima parte della storia lo spinge inevitabilmente in un’altra direzione, ancora una volta diversa da quella della seconda e ultima parte del lungometraggio. Una fin troppo prolissa introduzione ai personaggi, nel tentativo di comprenderli ed empatizzare, cercando di sviare i sospetti sia dalla vittima che dal colpevole, che si conclude con una risoluzione forse “telefonata”. E da Hercule Poirot, ma soprattutto da Kenneth Branagh ci si aspetta ben altro. 


Veronica Ranocchi

2 commenti:

Babol ha detto...

Noiosetto e Branaghcentrico, troppo ma troppo pieno di digressioni sull'amore e l'amicizia. A volte servirebbe stringare un po' e andare dritti al centro delle cose.

nickoftime ha detto...

@Babol Diciamo che, in generale, ho visto film peggiori, però mi trovi pienamente d'accordo. Anche questo poteva benissimo avere una durata minore in modo da concentrarsi meglio sulla storia in sé e sull'indagine. -Veronica