martedì, aprile 23, 2013

Passione sinistra

Passione sinistra
di Marco Ponti
con Valentina Lodovini, Marco Preziosi
Italia 2012
genere, commedia
durata, 90'

"A volte ritornano" è lo slogan più adatto per accogliere un figliol prodigo come Marco Ponti, regista baciato al primo colpo da improvviso ed inaspettato successo ("Santa Maradona", 2001) e poi, dopo un'opera seconda esibita in tono minore ("A/R Andata + Ritorno", 2004) scomparso per un sedicente periodo sabbatico durato una vita. Nel mezzo qualche discreta sceneggiatura, e soprattutto un film, "Ti amo troppo per dirtelo" (2011) scomparso nei meandri della distribuzione italiana nononstante interpreti del calibro di Jasmine Trinca, Francesco Scianna e Carolina Crescentini. E' quindi motivo di sorpresa ritrovarlo come se nulla fosse successo alle redini di una produzione altrettanto importante per investimenti ed attori, e per di più alle prese con un soggetto attuale e caldissimo come quello della politica e delle sue distinzioni. Accade infatti che per la sua seconda vita cinematografica Marco Ponti, da sempre alfiere di un cinema disimpegnato e divertente, scelga di addentrarsi nelle ragioni della crisi ideale ed ideologica che stiamo vivendo per interposta persona, raccontando l'incontro di due coppie divise nei modi e nelle idee dal rispettivo credo politico. Da una parte Nina (Valentina Lodovini) e Bernardo (Vinicio Marchioni) con un trascorso di sinistra ed un presente radical chic, dall'altra Giulio (Alessandro Preziosi) e Simonetta (Eva Riccobono), figli della borghesia imprenditoriale e benestante di ispirazione destrorsa. Da una parte il politicamente corretto e l'ottimismo progressista, dall'altra un opportunismo sfrenato, ed un concetto della vita inconsapevolmente darwinista. Ma come spesso succede i poli si attraggono e in questo caso la chimica farà brutti scherzi avviando un valzer delle coppie insensato, e come dice Nina sinistro, quando confessa all'amica di aver ceduto al fascino dell'odiato Giulio.

Ispirandosi ad un modello di commedia tutta americana, riferimento esplicito fin dai tempi di "L'uomo perfetto" (2005) di cui Ponti scrisse la sceneggiatura, "Passione sinistra" mette sullo stesso piano cotè estetico e impianto di scrittura. Un equilibrio precario che il film ci segnala quasi subito quando nel presentare i personaggi della storia trasforma lo schermo in un patchwork di voce over, scketch caligrafici e fermi immagine molto in voga nel cinema indie, componendo un quadro fortemente ammiccante nella vivacità dei colori e perfettamente riconoscibile per la presenza di gadgets e parole chiave. Un plus valore edonistico che "Passione sinistra" rafforza nella preminenza di un glamour attoriale che finisce per ridurre la personalità dei caratteri, con l'esuberanza fisica di Ludovini e Preziosi (ma anche Eva Riccobono non scherza in termini di allusione ad una carnalità finanche esibita) a determinare il tasso d'empatia, e con il motivo principale del film, quello di giocare con i paradossi e le magagne degli opposti schieramenti, ridotti ad un confronto di stereotipi con un "elenco della spesa" - questo si, questo no - in stile Fabio Fazio, nume tutelare del film insieme a Marco Travaglio che fa pure una comparsata, a determinare peculiarità e difetti delle due fazioni . Così eccezion fatta per la triste pre-visione del sindaco pidiessino, giovane ed innovativo ma solo per quanto riguarda le caratteristiche anagrafiche, "Passione Sinistra" è una commedia che non c'entra nulla con le diatribe tra Berlusconi e Bersani, rappresentando sotto mentite spoglie l'ennesima variante di un copione che appartiene al filone che dalle schermaglie tra Spencer Tracy e Katherine Hepburn ha preso il nome di "guerra dei sessi". Così pur giustificando Marco Ponti nella sua voglia di ritornare "visibile" - e Rai Cinema che coproduce da ampie assicurazioni in questo senso - siamo sicuri di preferirlo lontano dalle trappole di un argormento, da tempo conosciuto proprio per l'assenza di differenze che invece i suoi personaggi sembrano scoprire solo ora. Invece di scomodare il libro di Chiara Gamberale a cui "Passione sinistra" è liberamente ispirato sarebbe bastato rispolverare un capolavoro come "La messa è finità" (1985) di Nanni Moretti e ricordarsi del monito lanciato dal protagonista che così recitava: "rossi e neri tutti uguali?. Meditate gente, meditate. 

(pubblicato su ondacinema.it)

2 commenti:

francesco ha detto...

Non era nella "messa è finita " ma in ecce bombo

nickoftime ha detto...

si hai ragione, grazie per la segnalazione..
nickoftime