sabato, dicembre 20, 2014

WIDE SHUT FINCHER

  
Senza voler peccare di lesa maestà nei confronti di uno dei grandi cineasti del nostro temo, e  consapevoli del rischio che certi paragoni possono creare in termini di pressapochismo e superficialità, non possiamo fa a meno di notare li punti di contatto tra il capolavoro postumo di Stanley Kubrick, quell'"Eyes Wide Shut" che a suo tempo aveva fatto molto discutere per motivi estetici (il montaggio ultimato da Steven Spielberg dopo l'improvvisa morte del regista) e pettegolezzi di bottega (la fine del matrimonio tra Tom Cruise e Nicole Kidman, logorato dalla forzata convivenza nel set di lavorazione interminabile) e "Gone GIrl", il lungometraggio di David Fincher campione d'incassi e di dibattiti, provocati dagli scottanti contenuti della sua storia.


Radiografato fino all'ultimo fotogramma, di "Eyes Wide Shut" sappiamo quasi tutto (perche quando si parla del genio americano l'imponderabile è sempre dietro l'angolo) a cominciare dalla sua derivazione letteraria (Arthur Schnitzler) per continuare con le implicazioni di un discorso che attraverso un viaggio reale e metaforico, pone una pietra tombale sui rapporti di coppia e sull'istituzione matrimoniale, esplorata attraverso la rappresentazione del desiderio e della sessualità. Di "Gone Girl" invece comimciamo solo adesso a ragionare ma tanto basta per azzardare un minimo di analisi. Per approcciarlo con coerenza, il film e chi lo ha diretto, è bene disfarsi del concetto d'autore così come lo si intende dalle nostre parti. Fincher lo è almeno dai tempi di "Zodiac" e "Fight Club", nonostante le accuse (oramai scemate) di realizzare un cinema di "seconda mano", viziato secondo alcuni, da eccessi di virtuosismo visivo, - ora considerato rigoroso dagli ex detrattori - da un gusto oltremodo legato al cinema di genere, e per ultimo dal fatto di non essere titolare della sceneggiatura dei suoi lavori; particolare che non ha impedito a gente come Alfred Hitchcok e Martin Scorsese di diventare figure assolutamente imprescidili. Solo partendo da questa premessa e considerando perciò "Gone Girl" il risultato di un'arte altrettanto leggittima è possibile accostare il lavoro del discepolo a quello del maestro. 

Così, fatte salve dovute differenze che riguardano innanzitutto il linguaggio - il film del 1999 procedeva per astrazioni e descriveva l'eccezionalità del quotidiano, quello di oggi è discorsivo e talmente immerso nel contingente da utilizzare i media, e in particolare la televisione come cartina di tornasole dei comportamenti umani - e la forma, laddove Fincher spinge l'acceleratore sui codici di genere, con l'onniscenza della voce over, modulata sull'esempio dei grandi classici del noir, l'evidenza dei punti in comune va oltre la superficie della storia. In entrambi i casi infatti la vicenda è caratterizzata da due coppie modello che improvvisamente perdono stabilità (con Fincher ancora una volta attaccato alla cronaca quando fa scaturire il malessere esistenziale da quello economico). e unione, per ritrovarsi separati e soli, ad inseguire i rispettivi fantasmi attraverso una serie di eventi misteriosi drammatici. 


Ma di tutto ciò non sarebbe sufficiente a scomodare simili paragoni se non fosse che in entrambi i casi il "viaggio" dei protagonisti mette in scena il disvelamento di una mistificazione (individuale e collettiva) e insieme la sua inevitabile accettazione, con le scene conclusive ambientate in luoghi tipici della mondanità, a sancire il ritorno dei transfughi in un alveolo di conclamata normalità. 

Un gioco di specchi tra realtà e apparenza e soprattutto- In Gone Girl- tra bene e male, di volta in volta individuato dalla cangiante personalità dei personaggi. In questo senso i Bill e Alice di "Eyes Wide Shut" come pure Nick e Amy del film di Fincher sono talmente esemplari nell'intercettare gli umori del proprio tempo da diventare una sorta di nuovi Adamo ed Eva, uniti dalla complicità di un peccato, compiuto, oppure, ma fa lo stesso, soltanto desiderato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono anche io dell idea che vi sia una forte relazione tra il capolavoro di Kubrik e il film Gone Girl in entrambi la sessualità viene vissuta come uno strumento di scontro nella coppia, coppia solo apparentemente perfetta ,lo scontro tra bene e male si sussegue in entrambi i film ,così come il predominare del buio , vi sono secondo me analogie con altri film per quanto riguarda la parte femminile , con la donna che visse 2 volte ed omicidio sotto il sole di agata cristie , in tutti questi film così come in Gone girl la figura femminile cela delle personalità nascoste e sorprendenti , consiglio la visione di questo film

kitabukizuri ha detto...

Accostamento azzeccato, due pellicole di livello che affrontano i rapporti di coppia senza retorica e con uno sguardo molto personale
https://myhakunamatata.com/2016/04/30/eyes-wide-shut/