lunedì, giugno 05, 2017

DUE UOMINI, QUATTRO DONNE E UNA MUCCA DEPRESSA

Due uomini, quattro donne e una mucca depressa
di Anna di Francisca
con Miki Manojlovic, Maribel Verdù, Eduard Fernandez, Laia Marull, Hector Alterio,
Italia, 2015 
genere, commedia
durata, 96’

Edoardo (interpretato da Miki Manojlovic) è un compositore italiano che vive a Roma e che attraversa un periodo di profonda crisi, sia sentimentale che professionale. Per ritrovare se stesso e la propria creatività  decide di andare in Spagna in un piccolo paesino dove vive un suo caro amico. Li si incontrerà con un contesto umano, piacevole e stimolante che – attraverso la sua partecipazione al coro polifonico del piccolo paese – gli farà  ritrovare l’entusiasmo perduto.

In uscita nelle sale il prossimo 8 Giugno, "Due uomini, quattro donne e una mucca depressa" è una commedia corale e "terapeutica" che si svolge sullo sfondo di una allegra provincia spagnola dominata da una quiete apparente e da un tranquillo benessere. La regista Anna Di Francisca ci dipinge i suoi protagonisti maschili come macchiette che di mascolino hanno ben poco con ciò rincorrendo il facile stereotipo del sesso forte che oggi di forte non ha più nulla se non il nome. Le donne di converso sono tutte fantasiose, allegre e innamorate della vita, positive in un mondo “apparentemente virile” che non riconosce loro il posto che invece dovrebbe loro spettare. Ed è questo doppio banale e ormai consumato clichè della solita dicotomia “uomo – virilità apparente / donna – coraggio e amore”- che conduce il film verso una piega noiosa e prevedibile. Infatti la commedia non sorprende né appassiona anche in considerazione del fatto che tutte le tematiche (la passione, l’abbandono, l’aridità intellettuale, i pregiudizi razziali e l’amore omosessuale) sono appena abbozzate, al punto di diventare qualcosa di cui si arriva persino a dubitare l'esistenza.

I personaggi insomma non convincono e la banalità nei loro tratti impera; lo stesso “Generale” è una mera caricatura dell’uomo di una volta, seguace di Franco, con ideali nazisti e pregiudizi razziali sconfessati poi dalle sue stesse frequentazioni di letto (ha infatti una storia con una donna nera). La regista in occasione della conferenza stampa romana ha dichiarato: «Questa commedia nasce dal desiderio di raccontare il disagio di un conflitto: il disagio di Edoardo e dei suoi valori nel Paese in cui abita. È la storia di un viaggio sabbatico verso la Spagna, che rappresenta la terra della libertà senza tante censure, dove è possibile affrontare tematiche scomode e spinose, come l’anticlericalismo». In realtà ogni tematica, compresa quella dell’anticlericalismo, non viene affatto affrontata, finendo la commedia nel divenire un noioso teatrino ed avvicendarsi di uomini e donne in cerca di rifugio nella coppia.
E la mucca depressa? Sembra smettere di esserlo solo quando diventa mamma. Forse questo l’unico tocco ironico del film.
Peccato sia nella scena finale.
Michela Montanari

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