mercoledì, novembre 21, 2018

A PRIVATE WAR


A Private War
di Matthew Heineman
con Rosamund Pilker, Jamie Dornan, Stanley Tucci
Gran Bretagna, USA, 2018
genere, biografico, drammatico
durata, 110'


Come esasperazione di partiti contrapposti le guerre sono per forza di cosa destinate  a generare  esempi di segno opposto che non riguardano solo la divisione tra vittime e  carnefici ma anche quella tra coloro che sono pronti a dare la vita per un bene più alto e chi invece è mosso solo dal proprio istinto di sopravvivenza. Affamato di storie fuori dall’ordinario, è scontato che il cinema sia interessato ai primi soprattutto quando la vicende della loro vite assumono le sembianze di un vero e proprio martirologio. Inevitabile dunque che l’arco esistenziale di una figura esemplare come quella della corrispondente di guerra del Sundays Times Marie Colvin non arrivasse prima o poi sullo schermo. 

A portarcela sono in ordine di importanza l’ex documentarista americano Matthew Heineman  e l’attrice inglese Rosamund Pilke, garanti il primo per formazione, la seconda per natura, della caratteristica del film che è quella di non cedere alla convenzionalità di un genere tendente a “santificare” i propri beniamini. Prima di arrivare al momento della dipartita, avvenuta a Homs, la città messa sotto scacco dalle forze dell’Isis “A Private War” ci racconta la Colvin nella sua impossibilità di separare la vita dal lavoro e quindi mostrandola inseguita da un inquietudine che non le dava tregua sia nella vita privata che in quella pubblica, quest’ultima spesa a raccontare i conflitti dalla parte dei più deboli e contro i potenti. Come per i super eroi dei fumetti anche qui a fare la differenza sono le proprie ossessioni e il senso di responsabilità derivato da un grande potere che per la Colvin era quello di mostrare al mondo la guerra nella speranza di riuscire a fermarla. Che non ci sia riuscita è solo un dettaglio, per “A Private War” quello che conta è dare conto della tensione che la spingeva a farlo. 
Carlo Cerofolini 


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