domenica, aprile 21, 2019

MA COSA CI DICE IL CERVELLO

Cosa ci dice il cervello
di Riccardo Milani
con Paola Cortellesi, Vinicio Marchioni, Claudia Pandolfi, Lucia Mascino, Paola Minaccioni
Italia, 2019
genere, commedia
durata,100'


L’avanzata del cinema di genere procede inesorabile, facendo proseliti laddove uno meno se lo aspetterebbe. Succede, infatti, che dopo il successo di “Lo chiamavano Jeeg Robot” i tycoon nostrani abbiano iniziato a ragionare sulla possibilità di replicarne il formato all’interno di una tipologia di cinema votato alla leggerezza e alla risata come quello della commedia. Una scelta lungimirante, tenuto conto dei vantaggi economici derivati dalla messa in scena di un contesto avventuroso e fantascientifico “difettoso”, in considerazione del carattere volutamente ingenuo dei personaggi e delle loro storie. “Cosa ci dice il cervello” di Riccardo Milani ne è la riprova, trattandosi di un progetto ad alto tasso di popolarità, costruito su un’attrice trasversale come Paola Cortellesi, mai come oggi protesa verso modelli femminili rassicuranti e sghembi come quelli dei cartoons per bambini. Da cui la conseguenza relativa al tipo di allestimento deciso da Milani, il quale, immaginando la Cortellesi nel duplice ruolo di anonima impiegata del ministero e di spregiudicata Nikita al soldo dei servizi segreti, si dimostra coerente all’assunto del  personaggio, mettendo in campo una serie di ingredienti tipici degli spy movie interpretati dalle varie Jolie, Johansson e Lawrence (solo per dire di quelle viste in tempi più recenti), variati quel tanto che basta per rappresentare il contraltare estetico, drammaturgico e anche produttivo, alla costosa verosimiglianza dei colleghi hollywoodiani. In questa maniera, pur presenti, la struttura “globe-trotter”, capace di portare la nostra in ogni angolo di mondo, gli inseguimenti perdifiato nelle suburre medio orientali e, ancora, i travestimenti degni della più brillante delle Mata Hari, diventano la decostruzione simpatica e burlesca di film quali “Mission Impossible” e “Red Sparrow”.

Ma non basta, perché nell’accentuare la cornice parodistica entro cui si muove la trama, “Ma cosa ci dice il cervello” trova il mondo di impiegare i talenti della protagonista in un’impresa parallela che riguarda alcuni dei suoi ex compagni di scuola (“I magnifici 5”, tanto per fare allusioni ai super eroi americani), i quali, vessati nei rispettivi lavori da clienti fastidiosi e violenti, trovano in Giovanna l’angelo custode in grado di rendere pan per focaccia ai loro antagonisti. Nel giocare con i miti del cinema il film, però, non si dimentica della sua natura mainstream, dimostrandosi abile nel trasformare in tormentoni alcuni dei temi cari al sentimento comune: valga per tutti quello collegato al lavoro di Giovanna presso il ministero, la cui iattura, identificata nell’incomprensibile vocabolario che ne caratterizza le procedure, rimanda a quello altrettanto ostile utilizzato da politici ed economisti per parlare di PIL e deflazione. Esilarante, in questo senso, la sequenza all’interno dell’aula scolastica in cui il senso della frustrazione di Giovanna - costretta a proteggere il proprio segreto nella parvenza di mediocrità con cui si mostra agli occhi di amici e famigliari - è reso dal crescendo di non sense legato alla vistosa eccezionalità degli altri genitori, tanto speciali quanto può esserlo la divisa da astronauta con la quale si presenta l’ultimo di essi, vero e proprio de profundis alle speranze di fare breccia nell’immaginario della figlioletta, anch’essa scorata dall’anonimato della madre.

Reduce dal successo personale e di botteghino registrato da “La befana vien di notte”, la Cortellesi catalizza l’attenzione a suon di primi piani, producendosi in un ruolo da mattatrice che ne esalta il camaleontismo attoriale e la varierà della mimica. Certo, “Ma cosa ci dice il cervello” è uno di quei film i cui esiti dipendono molto dal punto di vista di chi lo guarda. Così, se i fan dell’attrice non potrebbero chiedere di meglio per l’ubiquità scenica della loro beniamina, ad altri potrebbe certo dispiacere lo scarso utilizzo dei suoi colleghi, alcuni dei quali, parliamo per esempio del “Top Gun" Giampaolo Morelli, e degli “amici” Vinicio Marchioni e Lucia Mascino, penalizzati da un copione che lascia loro solo le briciole. La stessa cosa potrebbe dirsi per ciò che riguarda la consistenza dello spettacolo: innocente e fanciullesco quando si tratta di rivolgersi al pubblico più giovane, omaggiato dalla scelta di un plot che strizza l’occhio ai prodotti più popolari della cinematografia americana, il film è altresì impalpabile e buonista nel momento in cui, rientrando nei ranghi di ciò che gli è più consono, passa a  descrivere senza troppo mordente egoismo e miserie del nostro quotidiano. Una disputa interna destinata (secondo noi) a ricomporsi nell’ottica di un box-office pasquale che per “Ma cosa ci dice il cervello” si annuncia comunque più favorevole che mai.
Carlo Cerofolini
(pubblicata su ondacinema.it)

3 commenti:

I blog di Claudio ha detto...

Lo devo vedere a tutti i costi perché mi piace molto la Cortellesi

Unknown ha detto...

non ho visto il film, anche se ne ho subito un vero e proprio diluvio pubblicitario. ma non è di questo film che mi viene da parlare, quanto dell'analogia con "lo chiamavano "jeeg Robot", che credo abbia natura totalmente diversa, analoga alla "grande bellezza" di Sorrentino, di cui appare come una controparte underground. Considero entrambi i film molto legati a forze politiche precisamente delineabili. in questo di Cortellesi, tale aspetto non mi pare ci sia.

Lidia ha detto...

P.S. sono Lidia, non prende l'account Google.