sabato, agosto 31, 2019

VENEZIA 76. SEBERG

Seberg
di Benedict Andrews
con Kristen Stewart, Antony Mackie, Vince Vaughn
USA, 2019
genere: biografico, drammatico
durata: 102’

Fuori concorso il film sulla vita di Jean Seberg del regista Benedict Andrews.
Jean Seberg è stata una delle icone della Nouvelle Vague, ricordata principalmente per il suo ruolo nel film di Jean-Luc Godard, “Fino all’ultimo respiro”. La sua vita, molto tormentata e culminata presto, ancora oggi rimane avvolta da un velo di mistero.
E il regista, attraverso la sua opera, cerca di dare una spiegazione o comunque prova a mettere insieme i pezzi della vita della giovane attrice, tentando di ricostruire un passo alla volta tutti i passaggi fondamentali che l’hanno portata a compiere determinate scelte. Il suo scopo è quello di cercare di far capire allo spettatore chi era veramente Jean Seberg, al di là della grande diva e attrice. Si scopre, infatti, una fragilità particolare e profonda, nata da una parte da un modo di vivere diverso dal solito (l’idea di voler essere qualcuno e voler lasciare un segno indelebile nel mondo), dall’altra nata anche da motivazioni fondate e reali alle quali nessuno ha fatto caso. Il tutto per la sua vicinanza e il suo sostegno alla causa rivoluzionaria dei Black Panthers.
Un film che mette in luce sicuramente un lato nascosto dell’attrice scomparsa e lo fa quasi in chiave thriller, portando, talvolta, lo spettatore fuori strada.
Ad interpretare la protagonista c’è Kristen Stewart che, anche grazie al taglio di capelli, richiama molto l’immagine dell’icona della Nouvelle Vague, ma che soprattutto riesce finalmente ad emergere con una caratterizzazione e interpretazione riuscita.
Peccato che, al di là, di qualche richiamo alla realtà e qualche situazione di suspense, il film non vada oltre. E’ vero che la pellicola è incentrata su questo personaggio, ma approfondire alcuni legami o alcuni personaggi oltre a quello della protagonista sarebbe stato, ad esempio, da considerare. In questo modo probabilmente il regista ha pensato di fornire maggiore autenticità alla vera storia della Seberg, alla quale, però, poteva aggiungere qualche pizzico in più di verità facendo parlare anche altre voci, magari fuori dal coro.
Veronica Ranocchi

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