martedì, settembre 08, 2020

DOGTOOTH

Dogtooth

di Yorgos Lanthimos

con Christos Stergioglou, Michele Valley, Angeliki Papoulia

Grecia, 2009

genere: drammatico, grottesco, thriller

durata: 93’

Il secondo lungometraggio del regista greco Yorgos Lanthimos ha finalmente trovato lo spazio adeguato per essere portato nelle sale cinematografiche italiane, a distanza di ben 11 anni. Grazie al successo della sua ultima fatica “La favorita”, presentato lo scorso anno a Venezia e che ha fatto ricevere il premio oscar ad Olivia Colman come miglior attrice protagonista, anche “Dogtooth” arriva nelle sale per essere gustato e forse apprezzato da un pubblico più vasto. Si vocifera anche che presto uscirà pure “Alps”, lungometraggio successivo.

Trovare le parole per descrivere “Dogtooth” e scrivere una recensione non è un compito semplice.

Etichettato come “capolavoro surrealista”, il film di Lanthimos ha il grande pregio di lasciare a bocca aperta qualsiasi spettatore. E riesce in questo grazie alle immagini, ai dialoghi, alle situazioni e alla tecnica completamente fuori dagli schemi.

La sinossi della vicenda può anche essere semplice. Una coppia con tre figli più che adolescenti vive all’interno di una grande casa con giardino e piscina. Apparentemente sembrano condurre una vita tranquilla e normale, ma in realtà sono tutti segregati all’interno delle mura domestiche (fatta eccezione per il giardino e la piscina, appunto). I genitori, e soprattutto il padre, impartiscono loro lezioni di vita che i figli considerano la normalità, ma che sono completamente assurde. Emblematica a tal proposito la scena iniziale, con la quale veniamo immediatamente immersi nella storia. I tre figli (dei quali non sappiamo il nome, così come per i genitori) ascoltano insieme un nastro registrato dalla madre che tenta di insegnare loro nuovi vocaboli, dando però delle definizioni fuori dall’ordinario. Da questa scena inizia a svilupparsi la storia, accompagnando i vari personaggi e le loro azioni. Una storia che non segue un vero e proprio filo logico, ma anzi sembra mostrare delle “sensazioni” se così si possono definire.

Dalle inquadrature “mozze” ai dialoghi sconclusionati in molti frangenti, dalle dinamiche assurde allo sviluppo dei personaggi che rimangono delle creature, per certi aspetti, estranei alla faccenda, soprattutto a causa dell’assenza del nome e della mancanza di un background che permetta allo spettatore di comprendere perché si trovano in quella situazione e perché il padre (e la madre) abbia deciso di agire in questo preciso modo con i figli.

Sono tanti gli spunti che un film come “Dogtooth” mostra e ogni sequenza e inquadratura meriterebbe un approfondimento particolare perché ricca di significati nascosti, così come il titolo stesso che richiama il canino che, in base ai racconti del padre, rappresenta il passaggio alla cosiddetta “vita adulta”, permettendo a chi lo perde di potersene andare di casa e condurre una vita propria.

Scene forse eccessive, spinte, esagerate e sicuramente non adatte ad un pubblico qualsiasi che, anzi, come detto, rimane interdetto e sconcertato al termine. Dopo un’ora e mezza di situazioni disturbanti e surreali, ci si trova di fronte ad un finale aperto che solo da una parte dà uno spiraglio di positività e speranza, ma dall’altro fa capire come tutto sia comunque vincolato a prescindere da tutto.

Una storia sicuramente non per tutti e che merita un’attenzione particolare perché “Dogtooth” non è un film che si lascia guardare con facilità. Anzi, fa storcere il naso ai più, ma nasconde dentro di sé un potere molto più forte. E pensare che era solo l’inizio del genio di Lanthimos.


Veronica Ranocchi

4 commenti:

In The Mood For Cinema ha detto...

Per me ancora oggi una delle sue opere più interessanti e più stimolanti. Bellissimo e sono contenta che, dati i successi successivi, sia stato riproposto al cinema.

Ismaele ha detto...

in questi ultimi 20 anni ci hanno raccontato che per avere più sicurezza bisogna avere meno libertà.
il film racconta in modo perfetto questo scambio, niente libertà in cambio della sicurezza totale.

gran film!

nickoftime ha detto...

@In The Mood For Cinema: sono d'accordo. Sicuramente un'opera interessante. E anche io sono molto felice che abbiano finalmente capito le potenzialità dell'autore e abbiamo messo in programmazione nelle sale questo film (e a breve anche il successivo)!

nickoftime ha detto...

@Ismaele esattamente. E se si pensa che il film ha 11 anni, ma è ancora più che attuale, la cosa spaventa anche un po'...