domenica, ottobre 25, 2020

SUL PIU' BELLO

Sul più bello

di Alice Filippi

con Ludovica Francesconi, Giuseppe Maggio, Gaja Masciale

Italia, 2020

genere: commedia

durata: 90’

Tratto dall’omonimo romanzo di Eleonora Gaggero (una delle attrici del film), “Sul più bello” è l’opera prima di Alice Filippi. Un teen drama che vira sulla commedia e non si prende mai troppo sul serio.

Marta è una ragazza di diciannove anni, rimasta orfana dei genitori, morti entrambi in un incidente stradale quando lei aveva 3 anni, che vive con i suoi due migliori amici, Federica e Jacopo. Sembra una ragazza come le altre, se non fosse per la sua malattia, la mucoviscidosi, che la costringe ad una cura e un’attenzione rigorosa e continua e che le dà ben poche speranze per una vita lunga e uguale a quella degli altri. Marta, però, nonostante questo, ha un sogno nel cassetto: quello di innamorarsi e far innamorare il ragazzo più bello di Torino. La scelta sembra ricadere fin da subito sull’avvenente Arturo Selva, canottiere dal fisico invidiabile, figlio di una ricca famiglia torinese. Marta inizia un vero e proprio stalkeraggio nei confronti del ragazzo che inevitabilmente si accorge di lei e si trova, in qualche modo, costretto ad invitarla a cena. Dopo una serie di situazioni che mettono in luce la sincerità di Marta come arma vincente, anche il bell’Arturo deve ricredersi e cedere al fascino di colei che fino a poco prima aveva definito, insieme ai suoi amici, “spazzatura”.

La storia è semplice e si limita a portare sullo schermo una storia già vista e una tematica già affrontata e sviscerata. Ma “Sul più bello” si differenzia dalle altre storie analoghe per il modo in cui la vicenda viene narrata. Non c’è esasperazione, non c’è finzione e non c’è pietismo, anzi. “Sul più bello” cerca di mettere insieme i tasselli di tutti i film dai quali prende spunto, facendoli propri e mescolandoli in maniera saggia.

Come la protagonista stessa afferma attraverso la voce fuori campo, esistono già storie di ragazze affette da malattie incurabili che, nonostante questo sono bellissime e fortissime. Marta non rientra in questa categoria perché non si prende mai veramente sul serio. Riesce a scherzare e ironizzare, per quanto possibile, sul suo stato di salute. Pur conoscendo la gravità della situazione pensa sempre in maniera positiva e cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Il suo modo di vivere condiziona tutte le persone che le stanno intorno: i suoi amici in primis, ma anche Arturo che non può che cedere al suo “fascino” nascosto. Il suo modo di vedere la vita non la rende fragile, ma anzi la rende ancora più forte ed è questo quello che incuriosisce.

Una Amélie tutta italiana, complici i colori che richiamano il film di successo francese, ma anche i modi di fare e la somiglianza fisica tra Ludovica Francesconi e Audrey Tatou, rendono “Sul più bello” un teen drama fuori dagli stereotipi e, proprio per questo, apprezzato ed apprezzabile.

Il non prendersi mai realmente sul serio, l’usare l’ironia come arma e scudo per non parlare mai direttamente della malattia e di tutte le conseguenze che essa può portare con sé sono gli elementi di forza della pellicola.

Un plauso anche agli interpreti, mai sopra le righe, ma reali e credibili al punto giusto, senza caricature o eccessi. Dalla protagonista, per forza di cose fuori dagli schemi, ma mai esagerata, né in un verso né in un altro, al bello e tenebroso Arturo, interpretato da un convincente Giuseppe Maggio.

Anche lo stile, spesso ironico e autoironico, rende il film un prodotto diverso dal solito, che culmina nella scelta di non far dilagare nelle lacrime, ma resta fedele al suo principio di base: quello di far sognare e far diventare una principessa anche la ragazza più semplice di tutte.


Veronica Ranocchi

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