lunedì, novembre 02, 2020

SUBURRA - LA SERIE

Suburra – La serie

di Michele Placido, Andrea Molaioli, Giuseppe Capotondi, Piero Messina, Arnaldo Catinari

con Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini

Italia, 2017-2020

stagioni: 1-3

episodi: 24

durata: 40-62

Dopo il grande successo del film che ha tentato di raccontare i segreti e le ombre di una Roma dove la criminalità la fa da padrona e dove bande e clan si scontrano per ottenere potere, soldi e supremazia, “Suburra” è approdata anche sul piccolo schermo con la prima serie italiana targata Netflix.

Nata, originariamente, come prequel del film di Stefano Sollima del 2015, “Suburra – La serie” finisce per distaccarsene e prendere un’altra strada.

Con la terza stagione conclusiva, da poco disponibile sulla piattaforma di streaming, si conclude anche il viaggio di Aureliano e Spadino.

Con le prime due stagioni avevamo imparato a conoscere i due personaggi, interpretati in maniera veramente convincente da Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara, entrambi presenti anche nel film, insieme al personaggio di Lele, il giovanissimo figlio di un poliziotto che, a seguito di un episodio, si trova invischiato in una serie di circostanze particolari che lo fanno inevitabilmente alleare con Aureliano Adami, presunto padrone di Ostia, e Alberto “Spadino” Anacleti, di etnia sinti. I tre cominciano ad interessarsi sempre più al potere, mantenendo, in un modo o in un altro la loro alleanza, e scontrandosi con il temibile Samurai che sembra voler arrivare a possedere l’intero lungomare di Ostia. Tra alleanze, tradimenti, scontri e omicidi, la seconda stagione si era conclusa con la perdita di Lele, sopraffatto dalla situazione e costretto a suicidarsi per tentare di porre fine a tutto, e, quindi con il desiderio di vendetta da parte degli altri due protagonisti che, accompagnati dalle rispettive compagne, puntavano a sconfiggere Samurai, appropriarsi dei terreni e diventare i nuovi re di Roma. A tutto questo ovviamente va sommato anche una serie di situazioni e relazioni tra personaggi che possono cambiare le carte in tavola.

Con la terza stagione Aureliano e Spadino diventano a tutti gli effetti protagonisti assoluti di quella che è la conclusione (quasi) perfetta di un ciclo. I due passano dall’essere acerrimi nemici, a causa delle casate di appartenenza, da sempre in lotta, all’essere complici e amici fraterni. È chiaro ed evidente a tutti, Aureliano compreso, che il rapporto tra i due, per Spadino, potrebbe virare anche in qualcosa di più. Ma se inizialmente il duro padrone di Ostia reagisce in malo modo alla “dichiarazione” dell’altro, si fa perdonare con un comportamento che, seppur da duro, fa trapelare un grande rispetto e una grande stima per quello che considera, alla fine dei fatti, l’unico vero amico che ha. E, proprio per questo, più che una resa dei conti e la realizzazione di un thriller macabro, la terza stagione di “Suburra – La serie” è una ricerca di umanità, un approfondimento sui personaggi, sulle loro emozioni e sui loro rapporti. Ampio spazio, sempre per lo stesso motivo, anche alle due “regine” che affiancano i protagonisti in grado, in certi momenti, di rubare la scena ai compagni, dando prova di grande coraggio e carattere.

Pur rimanendo fedeli alla caratterizzazione dei personaggi, senza far compiere loro scelte assurde non in linea con quanto narrato fino a quel momento, la serie si distacca prepotentemente dal film dando vita a un buonissimo prodotto in grado di competere con tanti altri presenti sulla piattaforma.

Cast ben assortito che si sa muovere senza problemi in una Roma che non si limita solo a fare da sfondo, ma diventa la vera protagonista.

Una valida serie che nulla ha da invidiare ad altre, ma che, anzi, è in grado di dire la sua, facendo sicuramente leva sui due protagonisti che hanno dato vita a personaggi diventati subito iconici, a loro modo, ma sempre e comunque autentici.

Veronica Ranocchi

2 commenti:

In The Mood For Cinema ha detto...

Non ha deluso e anzi il finale è risultato decisamente degno di nota. Le due protagoniste femminili poi, davvero fantastiche. Ci vorrebbe proprio uno spin off su di loro!

nickoftime ha detto...

Condivido! Anche a me è piaciuto. Ho apprezzato le scelte che hanno fatto dal momento che avevano detto che si sarebbero distaccati dal film. E le due protagonisti femminili sono state forse le due rivelazioni (degli altri conoscevamo già il talento!). Effettivamente uno spin off su di loro non sarebbe affatto male... -Veronica