mercoledì, aprile 23, 2008

MR73 L'ultima missione

Louis Schneider è un poliziotto dall'anima strapazzata, maltrattato dalla vita, che annega la sua disperazione nell'alcool cercando di scacciare i suoi incubi e i suoi rimorsi.
Al centro della storia due fatti di cronaca dei primi anni 80: un inchiesta su un serial killer continuamente insabbiata dai vertici della polizia e la concessione della libertà ad un feroce omicida.
L'agente interpretato da D. Auteuil viene emarginato dalla squadra omicidi di Marsiglia sia per la sua intransigenza, sia perchè ormai ridotto ad uno straccio d'uomo.
La delusione verso il potere e il non riuscire a trovare una via d'uscita dal baratro in cui è sprofondato portano Schneider ad una decisione estrema: fare giustizia personalmente.
Il regista transalpino, autore dell'ottimo 36 QUAI DES ORFEVRES, disegna con maestria la figura di questo poliziotto disilluso che ricorda il Mickey Rourke di ANGEL HEART.
Una Marsiglia livida e brutta, gli uffici della polizia (eccessivamente) malandati, la squallida stanza d'albergo del protagonista fanno da sfondo a questo noir senza speranza.
La rabbia verso la polizia, una costante nei film di Marchal, nasce dalla storia personale del regista francese, infatti, ha un passato da poliziotto e gli episodi raccontati nel film, a suo dire, lo spinsero a dare le dimissioni.
Che Marchal sia emotivamente coinvolto nella storia che racconta lo si nota fin troppo; il regista francese in qualche occasione si disinteressa dei meccanismi del racconto, semplifica il tutto e si concentra sui volti dei protagonisti, attraverso i quali vuole, ancora una volta, rendere più espliciti i loro stati d'animo e le loro sofferenze.
Daniel Auteuil, come sempre, offre una prova di alto livello.
Poliziotti depressi e disillusi spesso servi o complici di superiori arroganti e corrotti, vittime abbandonate dallo stato, assassini protetti da uomini di potere, non ci sono buoni nel polar del bravo Olivier Marchal.

1 commento:

veri paccheri ha detto...

davvero non ci sono buoni ne' anime salve in questo corposo L'ultima missione, che però rimane per me una delusione. i tempi sono fin troppo dilatati, ci si sofferma a mio avviso fin troppo sui tormenti del protagonista, la storia soffre un po' di questa "colla" depressa e di certe semplificazioni che smontano la suspance e la tensione nello spettatore.
apprezzabile la fotografia, molto cupa e con colori che virano al verde e al grigio, come se marsiglia fosse lo scenario di un blade runner alla francese. Auteuil è molto bravo, e molto stropicciato. la sa è una lenta discesa agli infei, senza via di salvezza.
non si capisce se si sia imbruttito per questo film o se stia tendendo all'imbruttimento in generale..