mercoledì, settembre 16, 2009

IL GRANDE SOGNO

Roma 1967: La rivolta giovanile sta per esplodere. Libero (Argentero) è uno dei capi del movimento studentesco; Laura (Trinca) è una ragazza borghese e cattolica attiva nel movimento; Nicola (Scamarcio) è un poliziotto meridionale in servizio a Roma che insegue il suo grande sogno: fare l'attore.
Michele Placido parte dalla sua personale esperienza di poliziotto simpatizzante del movimento studentesco per raccontare uno dei momenti fondamentali della storia del nostro Paese.
Chiariamo subito che IL GRANDE SOGNO non è un film che esalta la rivolta sessantottina come qualcuno ha cercato di far credere, anzi Placido si sforza di mantenersi in equilibrio e cerca di salvare la faccia a quella che era polizia dell'epoca.
Affrontare un argomento delicato come quello del 68 è cosa difficile, farlo in un'ora e mezza è molto difficile.
Il rischio di banalizzare, ridurre a macchietta, di effettuare passaggi superficiali è altissimo, ma Placido ne esce bene, schivando gran parte di questi rischi che avrebbero potuto affossare il film.
Ed è proprio questo che fa più rabbia ne IL GRANDE SOGNO.
Il regista pugliese supera gli ostacoli più ostici ma si inceppa in quello che in teoria sarebbe dovuto essere più semplice.
Il film in qualche occasione si perde in passaggi inutili, al personaggio di Libero pare che spesso manchi la lingua e sappia solo sfoggiare ammiccanti sorrisi, inoltre i riflessi devastanti sulla famiglia, che le scelte di Laura comportano, sono eccessivamente sottolineati e anche un pò semplificati (pare ovvio che una famiglia cattolica, borghese e perbenista, subisca il contraccolpo delle scelte "rivoluzionarie" della figlia).
Discorso a parte merita il personaggio dell'insegnante di teatro interpretata da Laura Morante. Un personaggio, che oltre ad incidere poco sull'economia della pellicola risulta essere quasi insopportabile quando mentre fuma una canna di notevoli dimensioni dinanzi all'ospite poliziotto sente la necessità di specificare a quest'ultimo (e quindi allo spettatore) che sta fumando dell' hascish.
Detto questo, bisogna riconscere a Michele Placido, che gira bene e si serve di una bella fotografia, che dalla visione de IL GRANDE SOGNO si deduce facilmente che il film è girato con amore e tanta tenerezza verso il Nicola-Placido dei tempi della gioventù, quando il suo grande sogno incontrò il grande sogno di milioni di giovani italiani.

1 commento:

veri paccheri ha detto...

ciao Fabri
ho riletto la tua rece dopo aver visto il film. me la ricordavo diversa e quindi posso dirmi soddisfatta, poichè sono con te d'accordo. il film mi ha delusa per quelle inutilità, il pco approfondimento dei personaggi, l'ovvietà di reazione della famiglia di laura, la incocludente presenza della morante che è cameo di se stessa.
però ho trovato ben fatta la sequenza di scontro tra studenti e polizia, ben montata, ben costruita. il regista ha buona mano, buona inquadratura.
bravo scamarcio.