lunedì, aprile 09, 2012

Non dirlo a nessuno

Il cinema francese si è spesso distinto per le sue storie amare e disincantate, dove l'elemento esistenziale ha trovato una delle sue migliori espressioni in storie di ordinaria violenza. Lontano da esagerazioni spettacolari e con interpretazioni poco divistiche quella cinematografia ha praticamente inventato un genere "il polar" a cui anche il corrispettivo americano di è dovuto spesso inclinare. Non è quindi una caso che il quasi debuttante Guillame Canet, noto ai più prima come attore, e poi anche per essere il compagno di Marion Cotillard, si sia affidato ad un genere così tradizionale per l'opera seconda, quella che generalmente conferma o meno le possibilità di una carriera. E neanche a farlo apposta la scelta di offrire il ruolo da protagonista a Francois Cluzet ("Quasi amici" ma anche "Piccole bugie tra amici") attore versatile - il suo curriculum spazia dal dramma alla commedia - ma costituzionalmente predisposto ad incarnare una tipologia umana costantemente ripiegata sulle proprie nevrosi, è indicativa sulla scelta di assecondare le caratteristiche del genere, con un personaggio fisiognomicamente consueto, ma eccezionalmente dotato sul piano nervoso ed emozionale. Peculiarità che il film mette a disposizione di un storia in cui l'amore struggente di un uomo (Alexandre) per la moglie (Margot) misteriosamente assassinata deve fare i conti con l'ossessione della sua mancanza, alimentata prima dalla riapertura del caso da parte degli organi giudiziari, e successivamente dai segni di una sua possibile esistenza. Se la vicenda si sviluppa secondo canoni consueti, con le indagini della polizia volte a far quadrare i conti a discapito del marito che attraverso la ricerca della verità cercherà di dimostrare la sua innocenza, la trama esce progressivamente dall'alveolo della normale crime story, comunque presente con inseguimenti e depistaggi, per accogliere suggestioni di stampo Hitckochiano ("Vertigo") quando prima la mancanza, e poi la speranza di un possibile ricongiungimento con l'amata danno vita ad una serie di sequenze in cui il passato che ritorna si colora di mistero, presentando il personaggio della donna ed il menage matrimoniale sotto una veste nuova e sorprendente.


D'altronde pur mantenendosi nelle vicinanze di un realismo mai spinto ai limiti dell'adesione per la presenza di una trama a tratti troppo alambiccata, e con alcuni passaggi messi dentro a forza, "Non dirlo a nessuno" si colora fin da subito di elementi onirici ed ancestrali, con la sequenza di apertura che dapprima tratteggia un infanzia edenica ed un amore nato sullo sfondo di una natura senza tempo e poi si sposta sulle sponde del lago, dove di lì a poco si verificherà il terribile misfatto. Immersa in un atmosfera rarefatta per l'assoluto isolamento dei due personaggi, calata nei contorni indefiniti della notte, e dominata dalla presenza delle acque del lago a cui gli amanti offrono i loro corpi nudi, la sequenza che da via alla vicenda è la sintesi di un film che usa l'elemento psicanalitico - il rapporto di Margot con il proprio padre e quello di Alexandre con la sorella risulteranno decisivi nella soluzione della vicenda - come motivo di coinvolgimento emozionale. Canet che per il film si aggiudicò addirittura il Cesar per la migliore regia non si dimentica del primo amore privilegiando la recitazione ed i primi piani, realizzati con la solita ensemble di attori giunti in aiuto con insolita generosità. Una qualità che va a discapito del contesto ambientale, incapace di determinare gli umori della storia - eccezion fatta per la parte in cui Alexandre scappa dai chi lo vuole catturare percorrendo strade e vicoli della periferia parigina - oppure eccessivamente stilizzato quando nelle sequenze ambientate nella foresta e nel lago, vorrebbe farlo. Difetti che però non mettono a rischio la bontà di un film che è impossibile seguire con distacco. A distanza di tempo e con il successo del nuovo film appena uscito nelle sale possiamo dire che "Non lo dire a nessuno" è stato in qualche modo profetico per le sorti del giovane cineasta.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

a margine di questa recensione devo ringraziare Bradipo (Bradipo films nel nostro blog roll)di cui invito a leggere l'opinione, per avercelo segnalato..

bradipo ha detto...

Sono veramente contento che ti sia piaciuto. Hai reso anche un ottimo servizio al film con una recensione competente e appassionata!

nickoftime ha detto...

sono io che ti devo ringraziare..spero che i nostri lettori seguino il tuo consiglio perchè questo è un film da non perdere..

nickoftime ha detto...

..devo aggiiugere che mi dispiace molto aver perso di vista Marie Josee Croze che ha me piace assai..dopo "Le invasioni barbariche" ed un piccolo ruolo in "Munich" è quasi scomparsa..in questo senso questo film mi ha in parte risarcito della sua assenza..

Il cinefilante ha detto...

la materia trattata in questo film avrebbe avuto bisogno di un De palma più che di un Hitchcock ma di sicuro non di un Canet. è vero che il film si lascia vedere con interesse ma al momento di tirare le fila è impossibile non trovarsi di fronte alle mille incongruenze. Quindi per me è bocciato alla grande. E avendo pure visto Piccole bugie tra amici comincio a pensare che l'inconcludenza e l'incongruenza sia un tratto specifico del giovane regista francese...

Anonimo ha detto...

Anche io avevo pensato a De Palma ma ormai la rece era già pubblicata ed ho pensato di lasciarla stare...hai ragione con le incongrunze ma per me non riescono a rovinare il resto del film..presto pubblichero la rece dell'ultimo Canet..quello non è piaciuto neanche a me..

nickoftime