domenica, gennaio 20, 2013

La scoperta dell'alba

La scoperta dell'alba
di Susanna Nicchiarelli
con Margherita Buy, Sergio Rubini
Italia 2013
Durata 92'


Gli anni di piombo sono notoriamente un nervo scoperto della storia italiana. Il cinema, nel tentativo di aiutare il paese a metabolizzarne le conseguenze, ha posto una reticenza che è il segno più tangibile di come ancora oggi le ferite non si siano rimarginate.

La difficoltà di raccontare quegli anni, e soprattutto di accettare le motivazioni che li hanno prodotti, è stata acuita dal fatto che le persone chiamate a parlarne ne sono state in qualche modo coinvolte, magari tra barricate di una protesta sfuggita di mano, oppure solamente per aver provato la paura di giorni dominati dall'odio e dalla morte. L'ultimo tentativo in tal senso arriva dal festival di Roma che presenta nella sezione "Prospettive Italia" il secondo film di Susanna Nicchiarelli, "La scoperta dell'alba", ricavato con qualche cambiamento dall'omonimo libro di Walter Veltroni.

Il film racconta di una frattura temporale che, attraverso un cortocircuito telefonico, mette Caterina nelle condizioni di tornare ai tempi della sua adolescenza, entrando in comunicazione con il suo alter-ego. Allo stupore iniziale subentra quasi subito la scoperta di una serie di indizi che la portano a dubitare sulle ragioni della scomparsa del padre, un professore universitario rapito dalle Brigate Rosse per aver collaborato alla stesura di una legge che tradiva la causa del proletariato. Nel tentativo di invertire i fatti della storia, Caterina inizia ad indagare sul passato del proprio genitore per arrivare ad una scoperta che cambierà le prospettive della sua esistenza e di quella della sua famiglia.

Equamente diviso tra passato (gli anni 70) e presente, e immerso per quanto riguarda la sezione dedicata agli anni 80 nei colori e nelle musiche del periodo, "La scoperta dell'alba" più che spiegare il terrorismo e le sue conseguenze assomiglia ad un kammerspiel in cui a contare non sono tanto la narrazione dei fatti e gli sviluppi dell'intreccio, ma i rapporti tra i personaggi, le interazioni e le emozioni che li attraversano nei vari passaggi del racconto. Come se si trattasse di una nuova "recherche" in cui la possibilità di recuperare il tempo perduto funziona da catarsi rispetto ai non detti che appartengono analogamente ai protagonisti del film, ed insieme anche a quelli dello spettatore, la Nicchiarelli lavora sui due piani temporali come fossero uno solo: in questo modo evita di cascare negli stereotipi e nel coté di situazioni che normalmente accompagnano la scoperta del fantastico e dell'inverosimile, preferendo la costruzione di un'atmosfera in grado di rispecchiare il dualismo di un momento - gli anni 80 - in cui l'angoscia dello scontro armato scoloriva nella speranza di esserne finalmente usciti.

È questa la ragione di una colonna sonora da juke-box ("99 luftbollons" e "Video Killed the Radio Star" sono le due canzoni tormentoni) sovrapposta a momenti di drammatica tensione, e dell'utilizzo di corpi e di interpretazioni anomale e goffamente divertenti, come quelle del chitarrista del gruppo musicale prodotto dalla sorella di Caterina (ad impersonarlo è lo stralunato attore de "L'ultimo terrestre"), imbranato e debilitato dai mal di pancia provocate dalle cozze che continua a mangiare nonostante ne sia allergico, oppure del marito della protagonista (Sergio Rubini, nuovamente arruolato in un film della regista), un disegnatore di cartoni animati con la testa fra le nuvole ed ignaro dei turbamenti della moglie che a sua insaputa si ritroverà sul punto di lasciarlo. Allo stesso tempo rende tangibile la paura e i dubbi della protagonista con ralenti e carrellate in avanti e all'indietro che enfatizzano il senso di perdita e l'alienazione provocato dalla vertigine di una realtà che si va ridisegnando di fronte agli occhi di Caterina.

Se la scelta di drammatizzare maggiormente i conflitti interiori rispetto a quelli materiali - quando la violenza presente è filtrata dal ricordo e dalla distanza temporale - è strutturale alla genesi dell'opera, per cui, di fatto, risulta più scioccante scoprire il tradimento del genitore che la morte di un uomo innocente, "La scoperta dell'alba" non riesce ad essere efficace laddove vorrebbe. A risultare troppo debole non è solamente il meccanismo che dovrebbe provocare la sospensione di incredulità, dato per scontato troppo presto e più simile a una regressione psicanalitica, ma anche lo spessore dei personaggi secondari, quelli funzionali ad oggettivare il tormento interiore della protagonista.

Così, in mancanza di una vera dialettica, "La scoperta dell'alba" finisce per girare su se stesso, indugiando all'infinito sullo sbigottimento dell'umanità di cui racconta, ma senza riuscire ad argomentarne le ragioni. Un'occasione mancata e la conferma che certe cose sono ancora troppo recenti perché tutti ne abbiano il necessario distacco.




(pubblicato su ondacinema.it)

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Non immaginavo riprendesse una storia cosi tristemente famosa come quella degli Allende in Cile.Mai nessuno neppure la stessa Isabelle Allende aveva mai raccontato la storia di suo padre.Sarà un piacere andare a vedere il film di Veltroni!Mi è successa una vicenda simile che avendo studiato ad un Liceo classico statale conosciamo certe vicende da fascisti!Le sanno anche quelli che frequentano scuole private o portano avanti la tradizione di famiglia?Ci è nuova!Bene a sapersi!Valentina Parodi,Borgio Verezzi(Sv)

Anonimo ha detto...

mi sembra strano che sia una bambina la colpevole di quello che è successo sia alla Allende che a me,non vorrei sembrare superba!Insomma per l'apprendimento fino ai 5 anni dei bambini avrei detto che l'avessero superato ormai!Si vede che sono gravi ancora oggi!Valentina Parodi,Università di Genova

Anonimo ha detto...

Certo Veltroni sa a chi mi riferisco!Non penso solo per cultura personale!Valentina

Anonimo ha detto...

Con la Allende siamo proprio ai livelli con la morte del padre e il rientro a Santiago dallo zio che "ci servono tre bambini che facciano i figli di papà se i nostri devono fare i bastardi ".E che anche a non volere lhanno messo nella condizione di non poter dire di no se era per aiutare tre bastardi.
Valentina

Anonimo ha detto...

Cosi neanche puoi lamentarti per la disgrazia che hai vissuto!e non c'è cosa peggiore che non essere nella condizione di poterlo fare liberamente!Valentina

Anonimo ha detto...

che è proprio da dire "ma mi vuoi rubare la vita?"
Valentina

Anonimo ha detto...

La cugina della Allende la scrittice:Isabel allende Bussi che si chiama come la nostra scrittrice
Guarda un pò
http://it.wikipedia.org/wiki/Isabel_Allende_Bussi

Anonimo ha detto...

che alla fine la sua vita non è riuscita a rubargliela!Ben per lei!ce l'avranno fatta i tre fratellini.
Valentina Parodi

Anonimo ha detto...

errata corrige:ce l'hanno fatta!
valentina P.

Anonimo ha detto...

si vede che la cugina ha come miti i tre orfanelli di Fatima visto che in Parlamento sostiene il dialogo tra il Partito cristiano democratico e i socialisti.Ognuno ha i suoi miti alla fine dei conti.Valentina

Anonimo ha detto...

Per "bastardi" intendo proletari.che se non è poco oggi Iacchetti,per i funerali di Gallinari,cantando l'internazionale socialista,distribuiva pasti ai senza tetto!Ai barboni!Che se non altro bastardi da tutto un altro tono!se anche a gente come Fiore non piace molto!

Anonimo ha detto...

Bastardi sono sempre capaci di attrarre e non mi risulta lo stesso a dargli dei barboni.Si vede che vanno in Chiesa se come proletari accettano di essere dei barboni .

Anonimo ha detto...

come dire che anche se lo erano proletari non lo sono più!

Anonimo ha detto...

e l'Internazionale socialista è stato l'addio!Non vorrei avessero rinunciaro per i "Fratelli d'Italia"di Crosetto!Sarebbe un gran peccato!Valentina

Anonimo ha detto...

Veramente un grandissimo peccato !Valentina Parodi

Anonimo ha detto...

Mi sembra strano che non ne parli nessuno di questa tragedia che è accaduta con la morte di Gallinari!Visto che se l'unica cosa che si poteva fare l'hanno fatta loro cantando l'internazionale socialista mi sembra proprio poco visto che sono dei barboni!per Iacchetti e non so per chi.Non sarà certo il solo! Valentina Parodi

Anonimo ha detto...

c'erano dei proletari con i controcazzi ai funerali di Gallinari.Rinunciare loro per sti Fratelli d'Italia dobbiamo avere a che fare con sta gente d'ora in poi ad ogni livello?Speravamo se ne stessero a casa loro e non rompessero dovunque i coglioni!Sti cazzoni!Valentina Parodi

Anonimo ha detto...

Io per sentire lInternazionale socialista devo farlo con gente come Badalamenti che si gratta i coglioni all'ascolto d'ora in poi?V.P.

Anonimo ha detto...

Visto che c'è Casini che continua a darmi della scema sarà furbo lui grazie a Caltagirone.Abbiamo visto Scajola infatti!V.P.

Anonimo ha detto...

poi se di ospedali se ne intende lui abbiamo visto ad Albenga che crac che hanno fatto con la clinica!Si vede che hanno fatto lo stesso al casinò di Sanremo.che sono li a ridersela per chi non lo so se parlano ancora!Valentina