venerdì, febbraio 27, 2015

PATRIA

Patria
di Felice Farina
con Francesco Pannofino, Roberto Citran
Italia, 2014
genere, drammatico
durata, 87'


Miscelare poesia ed analisi sociale, specie col mezzo cinematografico, è un'operazione assai complessa e rischiosa. Impresa tentata, e solo in piccola parte riuscita, nel "Patria" di Felice Farina.

Protagonista è Salvo, operaio - a sua detta di destra/"berlusconiano" - che, alla notizia della chiusura della fabbrica, s'arrampica in cima ad una torretta per iniziare la sua protesta assieme al collega rappresentante sindacale/acerrimo nemico comunista.

Interessante notare come il montaggio, andando a ricercare un po' i modi dell' "Hiroshima mon amour" di Resnais, costruisca minuziosamente, attraverso un'alternanza d'immagini di repertorio solo in apparenza casuale, la storia disastrosa/-ata della prima e della seconda Repubblica. A ridimensionare questo pregevole lavoro di stampo poetico/documentaristico c'è, però, la storia di finzione, che regge poco sul piano della sceneggiatura, aggiungendo pressoché nulla all'interessante dialettica cui facevamo cenno in precedenza, perdendosi anzi in una retorica melensa e prolissa.

Nonostante nel film di Farina in larga parte, bisogna dirlo, il cinema non assolva al proprio compito, "Patria" ha il pregio di mostrare come gli eventi della storia italiana, dal secondo dopoguerra in poi - e questo è un aspetto che getta una luce tutt'altro che positiva sull'avvenire - siano il naturale e fluido susseguirsi di un dramma che, gettando un occhio lucido sull' hic et nunc della nostra italietta, sembra non avere fine: la Storia non insegna, ritorna.
Antonio Romagnoli

Nessun commento: