Marguerite e Julien: Gli Amanti impossibili
di Valérie Donzelli
con Anais Demoustier, Jeremie Elkaim, Samy Frey
Francia, 20316
genere, drammatico
durata, 103'
che cosa siamo?
qualcosa che non esiste
allora va bene, non rischiamo
niente se non esistiamo
Marguerite
e Julien
Le cronache riferiscono che "Marguerite e Julien"
in un primo momento doveva essere un lungometraggio realizzato dal grande
Francois Truffaut interessato a realizzare il film basato sulla storia (vera)
dell'amore incestuoso tra un fratello e una sorella perseguitati dai pregiudizi
della società del proprio tempo e costretti a darsi alla fuga per evitare di
finire sotto processo a causa della loro relazione.
Se la scabrosità del tema aveva suggerito al maestro della nouvelle
vague di occuparsi d’altro e' possibile che
la stessa ragione sia questa volta alla base della decisione di Valerie Donzelli di realizzare una
versione cinematografica del copione scritto a suo tempo dallo sceneggiatore
Jean Gruault. Al di là delle reminiscenze nei confronti di una stagione del
cinema francese a cui la regista ha più volte dichiarato di ispirarsi per i
suoi lavori, crediamo che i motivi di interesse nei riguardi del testo incriminato siano da rintracciare con i rimandi all'intolleranza
che ancora oggi viene esercitata nei confronti della diversità sessuali e più
in generale verso comportamenti considerati al di fuori delle consuetudini
comuni.
Fatto sta che l'originalità di "Margherite e
Julien" non risiede tanto nella possibile oscenità dell'incipit;
ne, tanto meno, nell'ardire della sua rappresentazione che rimane (ad eccezione
di una sequenza in campo lungo in cui vediamo i corpi dei due giovani
voluttuosamente avvinghiati) comunque all'insegna di una passione più ideale
che concreta, vissuta secondo codici che potrebbero essere quelli dell’amor
cortese professato nelle corti provenzali. A suscitare interesse piuttosto è la
cornice scenografica utilizzata dalla Donzelli, la quale, assecondando i toni favolistici e la matrice
letteraria (tra citazioni poetiche e voce fuori campo, le immagini sono la
trasposizione del libro letto da un'istitutrice ai suoi bambini) del narrato immagina un universo che mette
insieme passato e presente in cui non di rado può capitare di vedere uno
scorcio di paesaggio medievale attraversato da un elicottero impegnato a
perlustrare il territorio. L'effetto è a dir poco straniante e gli attori
protagonisti - tra cui spicca Anais Demoustier già vista in questa stagione in
"Una nuova amica" di Francois Ozon - sono davvero bravi nel vestire i
panni degli amanti impossibili ma
la perfezione formale di "Marguerite e Julien" è senza dubbio una
delle cause del mancato coinvolgimento dello spettatore nei riguardi di una
vicenda che, contrariamente a quanto evocato in fase di premessa, è più un
piacere per la mente che per il cuore