domenica, febbraio 19, 2017

RESIDENT EVIL: THE FINAL CHAPTER


The Resident Evil 6: final chapter

di Paul W. S. Anderson

Con Milla Jovovich, Ali Larter, Iain Glen 
Germania-Australia-Canada-Francia, 2017 
genere: azione
durata: 106'




A seguito degli eventi accaduti in "Resident Evil Retribution", l'umanità è ridotta ai minimi termini dopo che Alice è stata tradita da Wesker a Washington D.C. Come unica sopravvissuta del gruppo che avrebbe dovuto combattere le orde di non morti, dovrà fare ritorno nel luogo in cui l'incubo ha avuto inizio, a Raccoon City, dove la Umbrella Corporation sta radunando le sue forze per sferrare un colpo fatale agli unici superstiti dell'Apocalisse. In una lotta contro il tempo, Alice si unirà agli amici di una volta e, grazie a una nuova improbabile alleanza, si scontrerà con orde di non morti e con nuovi mostri mutanti. Fra la perdita delle sue capacità sovrumane e l'imminente attacco dell'Umbrella, Alice vivrà la sua avventura più difficile, nella lotta per salvare il genere umano, che rischia di precipitare nell'oblio.
Il modo in cui Paul W.S. Anderson aggredisce lo spettatore nelle sequenze iniziali, dopo i primi cinque minuti d'inutile riassunto delle puntate precedenti, è frutto di un montaggio iper-frenetico che riduce le inquadrature in schegge taglienti e impazzite: l'azione, in questo modo, risulta spesso incomprensibile.
Se a questo aggiungiamo la studiata pesantezza della colonna sonora che accompagna le scene e il fatto che solo lentamente, e mai del tutto, il regista abbandoni la sua caratteristica, estremizzata firma autoriale, si può capire come questo capitolo finale di una saga iniziata quindici anni fa sia rivolta principalmente agli amanti del genere.

Questo Final Chapter è assurdo, sproporzionato, infantile, talvolta ovvio.

A salvare le sorti della pellicola ha contribuito in maniera determinante Milla Jovovich, che ne è la protagonista e la colonna portante, la presenza costante e immanente.


Quando Milla, con i suoi 41 anni, fa la sua performance, quando inizia a menare come un fabbro mentre volteggia come un'acrobata del Cirque du Soleil, sfidando a mani nude o all'arma bianca creature che nemmeno si saprebbe da dove iniziare a descrivere, l'adesione al film è totale, l'incredulità non è qualcosa da sospendere, ma che non esiste nemmeno.
Alice dovrà specchiare i suoi bellissimi occhi azzurri nel buio delle sue vere origini, infilare la mano nel groviglio misterioso del suo rapporto con la Umbrella, mentre armate di non morti marciano al seguito di pazzi esaltati e altri pazzi esaltati si credono Dio alle prese col Diluvio.
Alice lo farà, è il suo destino, non potrebbe essere altrimenti. Un destino ovvio e banale come la trama del film; un destino che seguirà, fino alle estreme conseguenze, con un atteggiamento simile a quello di Frederick in Frankenstein Junior, quando dice "il destino è quel che è, non c'è scampo più per me."

Riccardo Supino 

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