Tolo Tolo
di Checco Zalone
con Checco Zalone, Nicola Nocella, Souleymane Silla, Manda Tourè
Italia, 2020
genere, commedia
durata, 90'
Per capire la portata di un film come "Tolo Tolo" non è sufficiente rifarsi alle usuali categorie di giudizio, necessitando il film di Checco Zalone di una lettura ulteriore che, per forza di cose, deve tenere conto dei cosiddetti numeri del botteghino. I dati rilevati da Cinetel sono a dir poco impressionanti perché, a fronte di un incasso complessivo attestato sui 23.994.163 di euro in soli quattro giorni di programmazione (distaccando di oltre 5 milioni di euro "Frozen II - Il segreto di Arendelle", classificato al secondo posto e uscito settimane prima); il divario diventa ancora più evidente se rilevato nella singola giornata in cui, a un ammontare parziale di circa 767.006 ottenuto dal nostro fanno da contraltare gli 80.108 di "Jumanii: The Next Level" e, sempre per rimanere ai lungometraggi di casa nostra, i 66.798 di "Pinocchio". Questo per dire che "Tolo Tolo" è innanzitutto un fenomeno popolar-commerciale decifrabile solo se si tiene conto del consenso che il protagonista si è costruito attraverso un'oculata gestione della propria immagine, presenzialista solo sul grande schermo e pronta a sparire dalla circolazione quando si tratta di frequentare talk show e rotocalchi.
Non è dunque un caso se anche nella finzione a fare da premessa alla nuova avventura del Checco nazionale, indebitato fino al collo e perciò costretto a rifugiarsi in Africa, sia per l'appunto la sua assenza. Una caratteristica peraltro confermata dalla proposta del suo personaggio, a differenza dei modelli interpretati da altri colleghi (per esempio Christian De Sica), pronto a svuotare di segno la propria immagine, tanto incorporea e intangibile di fronte alle complicazioni del reale quanto coerente nel giustificare la leggerezza/inconsapevolezza del protagonista di fronte al pericolo. Atteggiamento, questo, estraneo al mondo che conosciamo ma appropriata alla versione "sognata" dal nostro Mr. Magoo, come ci rivela il finale in cui la finzione del set cinematografico e l'immaginazione del cartone animato prevalgono su qualsiasi ipotesi di realismo. Un requisito che "Tolo Tolo" conferma anche nello stile della recitazione, surreale e mai naturalistica, sempre sotto le righe e mai sopra, sempre in controtendenza - nella sostanziale staticità/rigidità fisica -, rispetto al perpetuo movimento dei fondali, stimolato dalla natura on the road della storia.
Che poi "Tolo Tolo" altro non sia se non il nuovo capitolo delle avventure del personaggio conosciuto a partire da "Cado dalle nubi", già sognatore e per questo obbligato a emigrare dalla sua terra d'origine (leitmotiv ribadito nel corso delle varie puntate) è evidente. Così come - lasciando stare il precursore Alberto Sordi de "Riusciranno i nostri eroi...", peraltro citato da Zalone in un passaggio che ne ripropone l'andatura da simpatico "lestofante" -, non è possibile ignorare la somiglianza del progetto (e delle situazioni) ad altri prodotti. Anche "Contromano" di e con Antonio Albanese e "Scappo da casa" di Enrico Lando, con Aldo Baglio, facevano della fuga e del viaggio un espediente per mettere i protagonisti al posto delle migliaia di diseredati che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste. Il confronto con questi film è però rivelatore perché, se Albanese raccontava l’alterità come un soggetto a sé stante, a suo modo capace di fare la storia in concomitanza e alla pari del protagonista, Zalone si rivolge al continente africano e alla sua popolazione in maniera egotista (e non razzista), pura e semplice estensione del proprio ombelico, in um'equipollenza di status che è pronta a condividere fino a quando la vicinanza al prossimo è utile a soddisfare la domande di riso e divertimento.
Carlo Cerofolini
(pubblicato su ondacinema.it)
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