martedì, giugno 03, 2008

Il Divo


Il crescendo artistico di Paolo Sorrentino trova il suo apice ne IL DIVO.
Il giovane regista scrive e dirige il film della maturità, evidenziando le grandi doti che già si erano palesate nel film d'esordio L'UOMO IN PIU' e che i successivi LE CONSEGUENZE DELL'AMORE e L'AMICO DI FAMIGLIA avevano ampiamente confermato.
Il trentottenne regista si scaglia con bravura sugli anni del declino politico di Giulio Andreotti e della Democrazia Cristiana, dal suo settimo e ultimo governo alla mancata elezione a Presidente della Repubblica, sino alla sua incriminazione per associazione mafiosa.

Girato con assoluta maestria, IL DIVO ci racconta di un potere, quello della Democrazia Cristiana, fatto di connivenze e clientelismo, incarnato da Andreotti ed i suoi uomini, che sul tavolo verde della politica giocano sporco impegnando tutta la loro cultura, abilità, furbizia pur di tenere in pugno il Paese.
Fondendo reale e surreale, Sorrentino ci mostra l'Andreotti superstizioso, l'Andreotti impenetrabile, l'Andreotti che sa, l'Andreotti che ha dedicato tutta la sua vita al raggiungimento e al mantenimento del potere, sicuro di interpretare anche la volontà di quel Dio di cui, a suo modo, è fedele servitore.
Sorrentino per la realizzazione di questo film si avvale, senza dubbio, della lezione di 2 grandissimi del nostro cinema: Francesco Rosi ed Elio Petri.
Da F. Rosi (LE MANI SULLA CITTA' 1963 - IL CASO MATTEI 1972 - CADAVERI ECCELLENTI 1976) e dai film citati in particolare, assorbe il rigore del cinema di denuncia e lo sintetizza nei minuti iniziali, dove, con ritmo scatenato, vediamo una catena di morti ammazzati legati alla figura del Divo-Giulio.
Da E. Petri (INDAGINE SU UN CITTADINO....1970 - TODO MODO 1976) Sorrentino prende la capacità di rendere verosimile ciò che è vero, conclamato.
C'è però una sostanziale differenza tra IL DIVO e i film citati diretti da Petri; mentre quest'ultimo raccontava di storie verissime (strategia della tensione - servizi deviati - impunità dei potenti - chiesa e malaffare) ma che sarebbero state dimostrate solo in futuro ( e qui stava la sua grandezza visionaria), avendo così la libertà e la possibilità di virare con decisione verso il grottesco, mettendo in scena una feroce e sublime parodia del potere,
Al contrario, Sorrentino, si trova di fronte a "fatti realmante accaduti" si trova ad avere a che fare con persone (non personaggi) con tanto di nome, cognome e sopratutto con dei volti ben noti.
Da qui il rischio di scivolare nella parodia e nel ridicolo involontario, se Sorrentino avesse seguito sino in fondo l'insegnamento di Elio Petri.
Il buon Paolo però è bravo, si ferma un attimo prima di cadere in tentazione, evita saggiamente di imitare l'inimitabile (e inarrivabile) e punta forte sui suoi marchi di fabbrica: Monologhi, rallentì, virtuosismi con la mdp, inquadrature pop.
Meritatissimo premio della giuria a Cannes 2008, IL DIVO è film visionario, inquietante, beffardo.

NOTA: A mio avviso nel film ci sono 2 errori, la mia tesi però potrebbe essere facilmente smontata e di seguito vi spiego come.
Errore 1- Il killer di Salvo Lima prima di fuggire getta nella pozza di sangue una moneta da 1 euro che all'epoca dei fatti non esisteva, si potrebbe però ribattere che trattasi delle vecchie monete da 500 lire che molto somigliavano nel colore alle attuali monete da 1 euro;
Errore 2- Durante un colloquio in chiesa tra Andreotti ed il prete, quest'ultimo dice: "come DICEVA Montanelli..." ma all'epoca dei fatti Montanelli era ancora vivo e vegeto, ma anche in questo caso si potrebbe affermare che il DICEVA era riferito esclusivamente alla frase e non alla persona.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

intanto GRAZIE sempre per la vostra gentilezza e cortesia. purtoppo per il primo errore non ho fatto caso, ma il secondo segnalato da veri penso che sia corretto. infatti ricordo che durante la visione del film il "come diceva montanelli" mi suonò strano, ma concluso il film me ne sono dimenticato. per smontare queste due errori segnalati dalla mega-direttrice veri basta tornare in sala per rivedere l'ottimo film di sorrentino. come sempre buona visione

Anonimo ha detto...

ho rivisto il film. il secondo errore ha ragione veri infatti all'inizio del film, il prete in questione dice: "come diceva montanelli...". montanelli è morto nel 2001 e il settimo governo di andreotti durò dal 12 aprile 1991 al 28 giugno 1992, dunque il tempo è sbagliato. per il primo errore, nonostante ho 4 occhi non sono riuscito bene ad indentificare la moneta. se riuscite voi fatemi sapere. buon cinema

Anonimo ha detto...

al film "chaimata senza risposta" preferisce il trailer come ai pan di stelle preferisce i baustelle. mi è balzata alla mente questa cosa uscendo dal cinema. scusate

Anonimo ha detto...

X Ethan: Ma ti ho fatto qualcosa di male? ihihh (scherzo ovviamente).
Mi faccio un .... così per vedere se Sorrentino commette degli errori, e tu dai tutto il merito alla super-mega-direttrice VERI!
Uff..
Fabrizio

Anonimo ha detto...

infatti penso che il verbo sia riferito alla frase più che alla persona. riporto il dialogo:
-prete:7 volte presidente del consiglio, 25 volte ministro
-andreotti: siamo tutti illustri davanti a dio
-prete: come diceva montanelli:" de gasperi e andreotti andavano insieme a messa e tutti credevano facessero la stessa cosa. in chiesa de gasperi parlava a dio, andreotti con il prete".
andreotti: i preti votano. dio no
dunque è un errore a metà

Anonimo ha detto...

fabrizio quando vengo a 26 torino film festival ti offrirò un caffè :)