giovedì, marzo 21, 2013

GLI AMANTI PASSEGGERI

Gli amanti passeggeri
di Pedro Almodovar
con Antonio Della Torre, Javer Camara, Cecilia Roth, Blanca Suarez, 
Spagna 2013
genere, commedia
durata,90 
   
Nella Spagna di oggi può succedere di tutto, dalla polizia che spara addosso agli indignados ai passeggeri di un aereo in avaria che si innamorano tra di loro. Realtà ed immaginazione convivono nel nuovo film di Pedro Almodovar intitolato appunto  “Gli amanti passeggeri”, dal riferimento ai personaggi dell'areo diretto in messico spinti a conoscersi ed a mettersi in gioco dal pericolo di non riuscire a sopravvivere al drammatico evento. Tra di loro oltre alla ciurma, variopinta e caciarona quanto basta,  troviamo tra gli altri un attore dongiovanni in fuga dalle sue amanti, un finanziere travolto da uno scandalo finanziario e padre di una figlia che lo ha abbandonato per andare a lavorare in un bordello, una veggente ancora vergine e capace di sentire l'odore della morte ed infine una donna con dei segreti che potrebbero compromettere la rispettabilità di alcuni dei più importanti notabili del paese. Insomma il mondo intero racchiuso in una stanza che ovviamente trattandosi di un film di Almodovar da vità ad una giostra sospesa, è il caso di dirlo, tra frustrazioni represse - pensiamo alla veggente in cerca di colui che la renderà finalmente donna, ma anche ai membri dell'equipaggio eroticamente esuberanti ma costretti alla normalità da un lavoro che impone di mantenere il controllo della situazione - e desiderio di libertà che ad un certo punto, dopo l'assunzione di un cocktail corretto alla mescalina, si scantenerà per buona parte di loro in uno scambio di confidenze e prestazioni sessuali. 

Se l'incipit del film, con l'aereo in pericolo ed una microcomunità concentrata in un unico spazio sono una metafora sin troppo ovvia di una società - spagnola ma potremmo dire anche mondiale - sull'orlo del baratro, "Gli amanti passeggeri"segna anche il ritorno alle atmosfere delle prime opere, in cui la voglia di sorridere e di lasciarsi andare prevaleva sul lato oscuro della quotidianità. Per raggiungere lo scopo Almodovar si serve di una struttura ad episodi, in cui i personaggi a turno si raccontano mentre una parte dell'equipaggio che funziona come raccordo tra le singole storie organizza un "intrattenimento" a base di sesso, droga e molta musica. Se la miscela è esplosiva e come al solito necessaria alla poetica dei sensi tanto cara al regista, questa volta il relativismo sessuale e le crisi d'identità pur avendo in dote dei numeri paradossali e stravaganti come quello che ad un certo punto vede i tre stuard scatenati ed in playback sulle note di un classico della disco come "I'm so excited", oppure "all'inversione di tendenza" che si verifica all'interno della cabina di comando dove la virilità dei piloti si aprirà a nuove ed inaspettate possibilità, la senzazione generale è quella di una chiaroveggenza che ha il fiato corto, e di un'anarchia di facciata, priva d'urgenza. Rappresentata più che vissuta. Ed anche la chiave melò alternata a quella boccaccesca, supportata da una musica che fa il verso a Bernard Hermann nell'inserto che ci porta fuori dall'areo raccontando le sventure di un'amante sfortunata e folle (interpretata da un irriconoscibile Paz Vega) ed in parte quelle della sua rivale in amore, risulta incerta ed isolata rispetto alla dimensione claustrofobica del film. Ed allora "Gli amanti passeggeri", burlesque divertente ed esplicito, pur rimanendo nella scia delle opere di un autore inconfondibile ed unico, non occupa le posizioni più nobili di un'ideale della sua cinematografia.  Recitato da alcuni dei miglior attori spagnoli del momento ed aperto dal cameo di Penelope Cruz ed Antonio Banderas, omaggio all'uomo che li ha resi grandi ed artefici del misfatto che da il via alla sarabanda "Gli amanti passeggeri" è un film comunque da vedere.

2 commenti:

parsec ha detto...

La sufficienza che hai dato a questo film nella pagina delle votazioni rappresenta già di per sè un successo. Si tratta di un 6 politico? Oppure c'è ancora qualcosa di autentico - se non l'urgenza di raccontare - in questo Pedro?

Anonimo ha detto...

c'è il tocco che non è poco, c'è la formula del suo cinema che mette insieme Boccaccio ed Hitchook, commedia e melo...ci sono le musiche, alte e basse, ed il colpo d'occhio anche estetico fatto apposta per attirare lo sguardo..ma è come se almeno in questa opera Almodovar arrivasse fuori tempi ed i suoi strumenti risultassero improvvisamente inadeguati rispetto al suo tempo, e quindi di maniera, una maniera superiore ma sempre tale...

nickoftime