lunedì, ottobre 23, 2017

UNA DONNA FANTASTICA

Una donna fantastica
di Sebastian Lelio
con Daniela Vega, Francesco Reyes, Luis Gnecco
Cile - Germania, 2017
genere, drammatico
durata: 104’

A Santiago del Cile Orlando, un imprenditore tessile ultracinquantenne, ha una soddisfacente relazione con Marina e intende festeggiarne il compleanno con un viaggio alle cascate di Iguazu. La sera della ricorrenza ha un malore, in seguito al quale cade dalle scale di casa. Marina lo porta all'ospedale e avvisa il fratello che sopraggiunge. Orlando è deceduto e Marina viene invitata dalla ex moglie a tenersi lontana dalle esequie e dalla sua famiglia, non perché sia l'amante, ma perché è un transgender.
Produttore di questo film è Pablo Larrain, un regista da sempre attento alle tematiche sociali, che questa volta decide di spezzare una lancia in favore dei diritti di chi, secondo i benpensanti, non dovrebbe averne alcuno.
Quello che emerge da ciò che deve subire Marina è uno scenario di quotidiana grettezza in cui i protagonisti non vedono o, meglio, fingono di non vedere la realtà. Marina è donna nel profondo e nella relazione che ha iniziato con Orlando non è contemplata alcuna forzatura né da una parte né dall'altra. La società invece le cerca anche quando non ci sono. Ecco allora che, pur con tutte le cautele, la responsabile del servizio di tutela dei minori cerca tracce di colluttazione tra i due partner, pur sapendo che Marina è maggiorenne e potendo constatare con facilità le circostanze che hanno visto Orlando cadere per le scale e causarsi ferite ed ematomi. La ex moglie si erge a sua volta a difesa del coniuge e dell'onore della famiglia, quasi che all'uomo spettasse la medaglia dell'innocente irretito nel gorgo della perversione. L'unico in grado di comprendere la situazione, ma impossibilitato ad andare oltre le convenzioni, è il fratello del defunto. 
Film come questo ci ricordano che, al di là delle esasperazioni da cui non sono esenti anche alcuni sostenitori del transgender, esistono dei diritti umani che debbono essere rispettati e tutelati.

Probabilmente, se fosse stato Larrain stesso a trovarsi dietro la macchina da presa si sarebbero evitate alcune cadute nella retorica più deja vu che non aiutano la causa che il film sostiene. È sufficiente citarne una per far comprendere le ragioni di questa osservazione: mettere come colonna sonora del momento in cui Marina va a consegnare l'auto di Orlando alla ex moglie "Natural Woman" di Carole King appare banale e scontato, anche perché nulla aggiunge alla valida interpretazione della protagonista. 
Riccardo Supino

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