domenica, marzo 29, 2015

LETTERE DI UNO SCONOSCIUTO

Lettere di uno sconosciuto
di Zhang Yimou, Gong Li
Cina, 2014
genere, drammatico
durata, 111'

La storia, ambientata durante la rivoluzione culturale cinese - momento storico tutt’altro che privo di contraddizioni e di eccessivi travisamenti ideologici, quindi identificabile come ennesimo fallimento politico/sociale/umano -, si dirama nelle vicende familiari di Lu Yanshi, dissidente contro il regime che viene quindi arrestato ed imprigionato dalle forze governative. Finita la rivoluzione, Lu tornerà dalla moglie che però, in seguito ad un trauma, ricorda tutto ma non riconosce più il proprio marito. A Lu, quindi, non resterà che provare a far riaffiorare i ricordi scavando nel loro passato condiviso.

La memoria - identificabile in ciò che siamo stati quindi, presupponendo che l’esistenza abbia forma dinamica, o che perlomeno dia l’illusione di esserlo, ciò che siamo - se gettata nell’oblio annulla l’essere; concetto, questo, che in “Lettere di uno sconosciuto” viene rafforzato dall’abile parallelismo che collega la perdita di memoria della donna all’ostracismo con cui il governo metteva a tacere - spesso facendoli sparire da ogni documento, eliminandoli di fatto dalla storia e, dunque, rimuovendo ogni possibilità di essere ricordati, annullandoli del tutto - i propri contestatori.

Zhang Yimou, alla sua ventesima regia, mette in scena un’opera intima che spazia senza affanni tra vari generi portandosi avanti delicatamente e setacciando le dimensioni intime dei propri personaggi, dando vita ad un film che, nonostante l’intuizione e l’eleganza con cui viene sviluppato, forse a causa del suo essere un dramma dai toni eccessivamente quieti, sembra far fatica a trovare una forma definitiva.
Antonio Romagnoli

2 commenti:

Christian ha detto...

A me è piaciuto molto. Ho letto in giro recensioni non troppo favorevoli, invece mi è parso un passo avanti rispetto al precedente "I fiori della guerra"... E poi è stato bello rivedere Gong Li, a vent'anni dai grandi film girati con lo stesso Zhang! ^^

Antonio Romagnoli ha detto...

La critica lo ha accolto in maniera abbastanza fredda. A me non è dispiaciuto così tanto, però credo che le atmosfere di "Lanterne rosse" siano su un altro livello.