lunedì, agosto 21, 2017

USS INDIANAPOLIS

USS Indianapolis 
di Mario Van Peebles 
con Nicolas Cage, Tom Sizemore, Thomas Jane 
USA, 2016
genere: azione
durata: 128’


Nel 1945, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, l'incrociatore USS Indianapolis, che trasportava in gran segreto una delle due bombe atomiche destinate a mettere fine al conflitto, venne affondato da un siluro giapponese al largo delle Filippine. Fu un disastro epocale, oltre che uno vergogna terribile per una nave che veniva definita "il carro armato galleggiante" e che si proponeva come un simbolo della potenza bellica americana. “USS Indianapolis” racconta quel naufragio e la figura del capitano Charles Butler McVay, che si trovò a gestire una situazione tragica da ufficiale di Marina, convinto che senza di lui i suoi uomini non contassero niente, ma anche che lui non contasse niente senza di loro. Mario Van Peebles dirige un war disaster movie ambientato in un mare infestato da squali e popolato da un cast di attori di medio livello sotto la guida di un capitano che ha il volto impassibile di Nicolas Cage. Purtroppo “USS Indianapolis” sconta almeno due paragoni ingombranti: quello con “Titanic”, evidente nelle scene del naufragio, e quello con “Sully”, ritratto di un comandante il cui eroismo viene messo in discussione da chi non accetta che un potente mezzo yankee dia pubblica prova della sua fragilità.


La differenza, nel modo in cui vengono raccontate le storie citate, è la cifra autoriale di chi sta dietro la cinepresa. Laddove James Cameron e Clint Eastwood imprimevano alla narrazione la loro personalità cinematografica, Van Peebles allinea una serie di inquadrature convenzionali, di figurine stereotipate e di dialoghi artificiosi che rendono “USS Indianapolis” non tanto un film "vecchio stile", come era nelle intenzioni del regista, quanto un film superato. Il confronto fra la fissità di Nicolas Cage in questo film e la sottigliezza interpretativa di Tom Hanks nel capolavoro di Clint Eastwood risulta ancora più schiacciante. Raccontare la vicenda dell'USS Indianapolis è di per sé meritevole, perché questa storia poco conosciuta nel resto del mondo rappresenta una ferita nella memoria di molti statunitensi: c'era bisogno di ricordare come sono andate veramente le cose e di riabilitare pubblicamente la figura del capitano McVay, come già fece il presidente Clinton nel 2000. Ma proprio per questo sarebbe stato necessario sollevare interrogativi e suscitare riflessioni alte e sintonizzarsi con la dimensione metaforica della storia narrata, facendo leva sull'enorme valenza simbolica di un incrociatore apparentemente inaffondabile, per di più nel contesto di un conflitto mondiale. Van Peebles perde questa occasione, avendo, però il merito di cercare inquadrature originali e di dare spazio ad un cast numeroso che comprende anche Tom Sizemore nei panni di un secondo cattivo e Thomas in quelli di un eroico pilota d'aereo. 
Riccardo Supino

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