America Latina
dei fratelli D’Innocenzo
con Elio Germano,
Maurizio Lastrico, Sara Ciocca
Italia, Francia, 2021
genere: thriller
durata: 90’
Presentato a Venezia,
“America Latina” è il più recente film dei fratelli D’Innocenzo. Si tratta di
un film che segue la scia dei precedenti lavori dei gemelli che danno, qui,
l’ennesima dimostrazione di saper tenere al cinema e soprattutto al proprio
cinema.
“America Latina” è la
storia di un dentista, Massimo (un Elio Germano sul quale poggia l’intera
narrazione), che sembra condurre una vita apparentemente tranquilla e
“monotona” con una moglie e due figlie in una bella casa un po’ isolata. La sua
routine è, però, sconvolta improvvisamente dal ritrovamento di una ragazzina
nascosta nella sua cantina. A quel punto la domanda sorge spontanea: chi è? E
come mai si trova lì? Ma soprattutto la domanda principale che attanaglia lo
spettatore e il protagonista stesso è: chi è davvero Massimo?
Ecco che iniziano i dubbi
e le domande ed ecco che la storia comincia ad andare in una determinata
direzione (che poi è la stessa direzione intrapresa dai registi nella loro
filmografia).
Ogni scena e ogni
inquadratura nasconde qualcosa e pone le basi per un disvelamento finale, in
parte “scontato” e in parte inaspettato.
Sulla scia dei precedenti
film, i due fratelli decidono di restringere la propria attenzione a un
microcosmo, quello di un’abitazione, perché, fatta eccezione per alcune brevi
sequenze, tutta l’azione si svolge all’interno della grande e, in parte,
dispersiva, villa di Massimo. Ma, al tempo stesso, non è solo il microcosmo
dell’abitazione a essere protagonista, ma è il microcosmo della persona di
Massimo e, più precisamente, della mente di quest’ultimo. “America Latina” è,
infatti, un viaggio. Un viaggio che il protagonista (e lo spettatore con lui)
compie nella propria vita e nella propria esistenza. Tanti i segnali che
preannunciano il finale, ma ognuno calibrato nel giusto modo e concesso allo
spettatore a piccole dosi, per metterlo davanti a quella che risulta, alla fine
dei conti e a prescindere da tutto, una realtà distorta. Ed è distorta nella
scelta dei colori, nella partecipazione di pochi, pochissimi personaggi e
soprattutto nelle inquadrature, sempre attente a mostrarci la storia da un
certo punto di vista e in un certo modo. Dal carrello iniziale con mancata
messa a fuoco alla scena “verde” di Massimo sotto la doccia che sembra
appartenere a un altro mondo.
Un’altra caratteristica
importante e centrale nel film dei fratelli D’Innocenzo è anche l’insistenza
sui primi piani che cercano di scavare dentro lo sguardo e la mente dei
personaggi e, al contempo, sembrano seguirli pedissequamente, impossessandosi
quasi dei loro esseri.
Un Elio Germano imponente
nella creazione di un personaggio dilaniato dai dubbi che, con il tempo, viene
letteralmente mangiato dalla propria paura e insicurezza.
Molto più in linea con il
precedente “Favolacce”, con “America Latina” i fratelli D’Innocenzo iniziano a
rendere più visibile la strada e il percorso che hanno cominciato a tracciare
già con il primissimo lavoro. Continuerà questa direzione che ormai li
contraddistingue? Per il momento sicuramente continuano a dare vita alla loro
idea personale di cinema, riuscendo nell’intento.
Veronica Ranocchi
1 commento:
A me Favolacce era piaciuto veramente molto proprio per la sua commistione tra reale e surreale, che sembra riproporsi in questa loro ultima fatica. Spero di riuscire a vederlo al più presto.
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