mercoledì, gennaio 12, 2022

HOUSE OF GUCCI

House of Gucci

di Ridley Scott

con Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino

USA, Italia, 2021

genere: drammatico, biografico, giallo

durata: 157’

C’era indubbiamente grande attesa dietro l’ultimo film di Ridley Scott. Il regista, già premio Oscar, è riuscito a realizzare nel 2021 ben due titoli importanti e imponenti, seppur per aspetti diversi.

Se da una parte “The Last Duel” aveva rievocato alcuni dei grandi titoli del regista, un po’ per le ambientazioni e un po’ per gli intenti, non si può dire la stessa cosa del tanto chiacchierato “House of Gucci”. La storia vera, tratta dall’omonimo romanzo, dell’assassinio di Maurizio Gucci a opera della moglie Patrizia Reggiani è al centro del film di due ore e mezzo con protagonisti Lady Gaga e Adam Driver.

Tutto ha inizio nel momento in cui i due giovani si conoscono e si innamorano. La loro storia fa sì che si intreccino inevitabilmente anche le vicende delle rispettive famiglie e soprattutto quella di Gucci, già all’epoca un nome importante nel panorama nazionale e non solo. Ma la Patrizia Reggiani interpretata da Lady Gaga sembra, fin da subito, ambire a qualcosa di più rispetto alla semplice unione nel vincolo del matrimonio con il consorte. Ed ecco che le dinamiche si fanno più fitte e intense, tra vacanze, figli in arrivo e genitori che vengono meno, in cambio di responsabilità sempre più grandi.

Insomma una storia di cronaca che tutti conoscono e che Ridley Scott tenta di riportare sullo schermo in maniera oggettiva e pulita. E forse anche fin troppo. Perché l’oggettività è superiore a tutto il resto. Sembra quasi che il coinvolgimento dello spettatore nei confronti dei personaggi sia secondario.

La sensazione che emerge dopo aver visto “House of Gucci” è di non essere mai davvero dentro la storia e la psicologia dei personaggi. Oltre alla mancanza di informazioni ben definite che possano aiutare il pubblico a comprendere determinate scelte fatte da Maurizio da una parte e da Patrizia dall’altra, c’è una vera e propria mancanza di reale empatia. Un rischio, in parte, prevedibile considerati i nomi “schierati” dal regista che si avvale di un cast d’eccezione, solo parzialmente sfruttato. I nomi sono di richiamo e cercano di fare il possibile per far emergere l’intero titolo. Ed è così, quindi, che Al Pacino diventa il perfetto Aldo Gucci, ma non è in grado di uscire fuori dal ruolo assegnatogli e portato a compimento in maniera quasi perfetta. Allo stesso modo anche il trasformista Jared Leto e il padre di famiglia Jeremy Irons. E si potrebbe andare avanti citando anche tutti gli altri nomi.

L’unica pedina con la quale Scott decide di giocare la propria partita è Lady Gaga. Regina incontrastata della storia, dello schermo e della scena. Seppur con un accento che di italiano ha ben poco, la star concede al suo pubblico una performance degna di stare al passo con quelle dei suoi colleghi ben più rodati. Certo, il personaggio ben si presta a questo e, anzi, risulta fin troppo buono e malleabile impersonato dalla cantante. Cattura e ipnotizza la sua Patrizia Reggiani, sfoggiando abiti e mise sempre nuovi, sempre all’avanguardia e sempre “pieni di sé” come lei stessa. Ma non bastano per definire “House of Gucci” un film degno di altri splendidi prodotti venuti fuori dalla brillante mente di Ridley Scott.

Impeccabile la scelta dei costumi, veri protagonisti, e una riuscita Lady Gaga che continua a dare prova del suo forte carattere, ma che dovrà lottare con le unghie e con i denti per rubare la scena a tante altre sue “rivali” sullo schermo.


Veronica Ranocchi

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