Diva!
di Francesco Patierno
genere, documentario
Italia, 2018
durata, 75'
Nel capire il modo più adatto per raccontare il mito di Bob Dylan il regista Todd Haynes ha dovuto di certo fare i conti con un duplice problema. Il primo, legato alla particolarità della storia trattata, derivava dalla difficoltà di circoscrivere l’essenza di una personalità determinata a sviare qualsiasi tentativo di conoscenza da parte del mondo esterno, e quindi indisponibile a rivelare dettagli sul proprio conto. L’altro, invece, di carattere generale, appartiene a chi nel realizzare un biopic voglia evitare di farsi fagocitare dal carisma del suo interlocutore.
Sotto questo profilo Valentina Cortese aveva le caratteristiche per mettere in crisi Francesco Patierno, il quale, non contento di essere uscito indenne dalla riduzione filmata di Napoli 44, il libro di Norman Lewis da cui il regista ha tratto l’omonimo film uscito nel 2016, ha pensato bene di alzare la posta occupandosi nientemeno che di Valentina Cortese, indimenticabile eccellenza dello spettacolo e della cultura italiana, raccontata a partire dalla biografia dell’attrice (Quanti sono i domani passati) pubblicata in occasione dei suoi 90 anni. Un binomio azzeccato quello tra Patierno e la Cortese se è vero che nelle mani del regista le parole e i pensieri contenuti nel libro diventano le stelle di una costellazione cinematografica nella quale carriera ed esistenza della Diva (è questo il titolo del film) prendono forma in una rappresentazione a più voci dell’attrice piemontese.
Riprendendo in qualche modo l’intuizione di Haynes che nel suo film aveva mostrato Dylan impiegando per lo stesso ruolo interpreti diversi, ognuno dei quali incaricato di coprire un preciso segmento della carriera del cantante, così Patierno decide di affidare quello della Cortese a otto attrici italiane chiamate a prestare corpo e bravura al fantasma della protagonista. Ma mentre in Io non sono qui l’eterogeneità del campione attoriale diventata il tramite per certificare l’impossibilità di individuare le costanti di un personaggio a dir poco sfuggente Diva procede in senso opposto, facendo dello stesso espediente il mezzo per saturare la ricchezza di un’esperienza umana irripetibile.
Dalle primi apparizioni nel cinema italiano ai ruoli che ne fanno una star di prima grandezza, dal contratto con la 20th Century Fox che la vedono impegnata sui set americani a fianco di Spencer Tracy, James Stewart e Humphrey Bogart ai film con Fellini (Giulietta degli spiriti) e Truffaut (Effetto notte) al sodalizio con Strehler dei quali rimase famosa la prima berlinese de I giganti della montagna, per non dire dei legami sentimentali (pochi ma significativi) con “maestri” e colleghi, non c’è un momento in Diva! in cui non ci si chieda come sia stato possibile consumare così tante vita in una volta sola. Patierno non se ne perde una e ce le restituisce nella corrispondenza tra le parole dell’attrice e gli spezzoni dei suoi film, con il logos che si fa cinema nella perfetta correlazione tra elemento visivo e partitura narrativa. Un’osmosi tra pubblico e privato che risulta tanto più appropriata quanto lo è stato nel caso della Cortese il connubio tra la donna e l’artista.
Ma non basta, perché rifacendosi allo stilema utilizzato nel lavoro precedente il regista inserisce tra un filmato e l’altro immagini avulse dal contesto del racconto ma appropriate alle suggestioni che scaturiscono dall’abbinamento tra filmati d’epoca e musica elettronica. Ciò che ne viene fuori è qualcosa di unico, a metà strada tra antico e moderno, com’è stata l’arte di Valentina Cortese. Presentato in anteprima nazionale dalla Cineteca di Milano presso lo Spazio Oberdan a partire dal prossimo 7 giugno, Diva! e’ un film misurato per chi ama la bellezza. Con Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Silvia D’Amico, Isabella Ferrari, Anna Foglietta, Carlotta Natoli, Greta Scarano, Michele Riondino.
Carlo Cerofolini
(pubblicata su taxidrivers.it)
1 commento:
Silvia e io ci siamo visti la settimana scorsa, a cena, a casa sua a Roma.
Eravamo soli soletti e abbiamo cenato a lume di candela e pasteggiato a pesce e champagne.
Finito di cenare, lei mi ha vestito da donna e si è messa su un bello strap-on, pronta per scoparmi.
Nel mentre fumava una sigaretta dietro l'altra e io gliel'ho leccato tutto, fumando senza sosta anch'io.
Quindi, dopo mezz'ora di questo godimento, non ne poteva più e mi ha strappato le mutandine, iniziando a leccarmi il culetto, sempre fumando una sigaretta dietro l'altra.
All'improvviso, mi ha preso da dietro e ha iniziato a fottermi a più non posso, ero la sua puttanella, in balia della padrona..mi ha scopato, chiavato, sbattuto, in tutte le posizioni..sempre fumando come una porca.
Mai goduto così in vita mia, e lei anche a giudicare dalle sue grida di piacere.
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