lunedì, giugno 18, 2018

DUE PICCOLI ITALIANI


Due piccoli italiani
di Paolo Sassanelli
con Paolo Sassanelli, Francesco Colella, Rian Gerritsen
Italia-Islanda, 2018
genere: commedia
durata: 94’


Felice e Salvatore sono entrambi ospiti di un centro di assistenza per malattie mentali. Mentre il secondo svolge mansioni di pulizia in alcuni stabili, il primo ha paura del mondo esterno e soprattutto è bloccato nel ricordo di una mamma che pensa di riuscire a ritrovare solo se potrà raggiungere l'Olanda. Quando Salvatore, che soffre di impotenza, si trova implicato in una situazione che gli fa pensare di aver commesso un grave reato nei confronti di una donna e di chi la difendeva, decide di fuggire. Porta con sé Felice e i due, una volta raggiunta l'Olanda, saranno coinvolti in situazioni tragicomiche.
Paolo Sassanelli, che non ha più nulla da dimostrare come attore cinematografico e televisivo e neppure come regista di corti, ha deciso di misurarsi con la regia di un lungometraggio, alla cui sceneggiatura ha collaborato. La sua prova raggiunge l'obiettivo, grazie soprattutto alla sua sensibilità e alla sua presenza. Questo on the road europeo, che dall'Italia si sposta in Olanda per 
raggiungere l'Islanda, alterna gag di facile presa ad altre che invece si ripiegano sulla tenerezza che suscita il suo personaggio. Ben coadiuvato dalla vigorosa presenza di Francesco Colella/Salvatore, Sassanelli è in grado di sostenere anche le situazioni più farsesche e anche un po' corrive grazie alla totale innocenza che riesce a conferire al suo personaggio. 
Felice ha subito un trauma durante l’infanzia, che lo ha mentalmente bloccato a un'età mentale intorno ai sette anni. Di un bambino ha tutte le paure e le ingenuità ma anche la determinazione necessaria per ritrovare il suo unico oggetto del desiderio: la mamma. I suoi sguardi, la tonalità della sua voce, il modo stesso in cui cammina permettono al suo interprete di iscriversi nella parte alta della classifica di coloro che hanno portato sul grande schermo il disagio mentale. 
Riccardo Supino

Nessun commento: