mercoledì, settembre 11, 2019

VENEZIA 76. WAITING FOR THE BARBARIANS

Waiting for the barbarians
di Ciro Guerra
con Mark Rylance, Johnny Depp, Robert Pattinson
USA, Italia, 2019
genere, drammatico
durata, 112’



Tratto dall’omonimo romanzo, “Waiting for the barbarians” è il nuovo film di Ciro Guerra, sua prima opera in lingua inglese, con protagonisti Mark Rylance e Johnny Depp.
La storia inizia in un avamposto al confine dell’impero, in un luogo, però, imprecisato. Qui un magistrato e uomo di cultura tenta di amministrare, per quanto possibile, la situazione. Il suo modo di gestire tutte le problematiche che gli si presentano, però, non viene particolarmente apprezzato dall’Impero che decide di inviare lo spietato colonnello Joll a sistemare la situazione. Quest’ultimo, con un metodo completamente diverso, decide di utilizzare fin da subito il pugno di ferro e maniere drastiche principalmente per capire se i barbari (cioè le popolazioni nomadi che sono originarie di quelle stesse zone desertiche) rappresentano o meno una reale minaccia.
Il magistrato fin da subito sembra prendere le distanze dall’operato del colonnello e di tutto il suo seguito, arrivando addirittura a comportarsi in maniera opposta. Peccato che tutti gli uomini inviati dall’Impero vedano nelle azioni del protagonista una minaccia. Per questo motivo dovranno cercare di tenerlo a bada il più possibile.
Un’interpretazione notevole quella di Johnny Depp nel ruolo del temibile e temuto colonnello Joll che, come anche l’attore stesso ha detto nel corso di varie interviste, non è un cattivo vero e proprio, ma è più corretto definirlo sadico. E l’attore riesce perfettamente a conferire questo carattere al personaggio che fin dai primi istanti in cui appare crea soggezione, alimentata dai lunghi silenzi e dalla preoccupante calma con la quale si rivolge agli altri.

Degno di nota è anche Robert Pattinson, nelle vesti del luogotenente Mandel, che cerca di imitare il suo superiore comportandosi come lui, ma aggiungendo anche una piccola dose di sarcasmo che infastidisce ancora di più.
A tenere in piedi l’intera opera, però, c’è Mark Rylance, il perfetto magistrato nonché unico personaggio veramente positivo all’interno di tutto questo caos. Pur rimettendoci in prima persona riesce sempre a rialzarsi da ogni situazione portando avanti le proprie idee non abbassandosi mai al volere dei suoi nemici, siano essi provenienti dall’Impero o barbari.
Un film importante che, però, risulta forse troppo “piatto” con lunghi silenzi e momenti in cui la narrazione sembra come fermarsi per dare spazio alle riflessioni e alle sensazioni dei vari personaggi interpellati. Alla fine si possono contare sulle dita di una mano le reali ed effettive azioni che avvengono in un’opera forse troppo pesante, suddivisa in capitoli che corrispondono alle stagioni.
Veronica Ranocchi

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