Le vele scarlatte
di Pietro Marcello
con Juliette Jouan, Louis
Garrel, Raphaël Thiéry
Francia, Italia,
Germania, 2022
genere: drammatico
durata: 99’
Pietro Marcello torna al
cinema con un nuovo film che, sulla scia del precedente “Martin Eden” parte
dalle pagine di un romanzo.
Quella che attua il
regista italiano è una rivisitazione del romanzo “Vele scarlatte” di Aleksandr
Grin.
Siamo in Francia nel primo
dopoguerra e Juliette è una giovane orfana di madre che vive col padre Raphaël,
reduce di guerra. Questi, che conosce la figlia di ritorno dal conflitto, fa
l’artigiano per guadagnarsi da vivere, lavorando quotidianamente il legno.
Nel frattempo la figlia
cresce e, per tutta una serie di motivi, complice anche la sua indole di
sognatrice, non è ben vista dagli altri abitanti del villaggio che la
considerano una pazza in attesa delle “vele scarlatte” che una maga le predice
arriveranno e la aiuteranno ad andare via. Tra le difficoltà economiche che
continuano e la passione per la musica, Juliette continua a sperare nella
“profezia” della maga finché finalmente un giorno si avvera, più precisamente
quando un affascinante aviatore le piove dal cielo.
La rivalsa femminile è
uno dei temi fondamentali del film del regista italiano. Juliette è la
protagonista indiscussa e l’unica in grado di crescere e maturare. Se tutti gli
altri personaggi rimangono letteralmente “intrappolati” nei loro corpi e nelle
loro abitudini, Juliette cresce, cambia e si trasforma. È attraverso il suo
personaggio e il suo cambiamento che riusciamo a percepire lo scorrere del
tempo. Se da una parte può far storcere il naso allo spettatore più preciso e
attento ai dettagli, dall’altra parte si può considerare come parte integrante
della storia raccontata. L’emancipazione femminile e, più precisamente quella
di Juliette, passa anche e soprattutto per questo, come una sorta di “prova concreta”.
Il canto, allo stesso
tempo magico e liberatorio, è l’ “arma” di Juliette contro il mondo. Si tratta
di qualcosa che, al contempo, la estrania dal resto del villaggio e la fa
considerare una “diversa”, ma è anche l’elemento che le permette di raggiungere
il proprio obiettivo e arrivare al traguardo tanto agognato delle “vele
scarlatte”, metaforicamente incarnate dall’aviatore Jean.
E, a proposito di
metafore, c’è da considerare anche quella tra l’aereo che porta con sé il
“salvifico” aviatore e la gazza che si avvicina alla finestra di Juliette e
alla quale lei si rivolge, quasi invocandola, tornando poi, in qualche modo,
sulla questione mentre legge delle poesie e scrive musica.
Quindi cosa sono davvero
le vele scarlatte?
Sono il traguardo, ma anche
il sogno e l’obiettivo. Quello che Juliette tanto ardentemente attende e che
arriva quando meno se lo aspetta. E, come nelle più classiche favole, ecco
letteralmente piovere dal cielo ciò che la giovane tanto brama.
A fare da cornice alla
storia di formazione (e d’amore) di Juliette c’è anche tutta la costruzione del
villaggio e dei personaggi che lo abitano, senza dimenticare la maga,
osteggiata da tutti, così come il burbero Raphaël che ha solo la colpa di non
parlare e di dedicarsi notte e giorno al lavoro e alla figlia, unica cosa
rimastagli. Di pari passo con la crescita di Juliette c’è una crescita delle
opere realizzate dalle mani stanche e provate di Raphaël. Da piccoli lavoretti
con il legno a giocattoli per la sua bambina fino ad arrivare a decorazioni per
una barca. Una decorazione più che simbolica anche e soprattutto per il valore
complessivo del film. Un’opera che lo spettatore vede come il traguardo di Raphaël
che, probabilmente, nonostante il continuo silenzio e quella che sembra una
mancata comunicazione con la figlia, capisce molto più di quanto possa far
pensare e si lascia andare, sapendo la sua Juliette al sicuro, pronta non tanto
a vedere le vele scarlatte, ma addirittura a salpare sull’agognata nave che
viaggia sul mare proprio grazie a esse.
Veronica Ranocchi
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