mercoledì, dicembre 24, 2008
film in sala da giovedi' 25 dicembre (e ven 2 gennaio)
regia: Frank Miller II
genere: azione
prod.: USA
da venerdì 2 gennaio
The Strangers
regia: Bryan Bertino
genere: thriller
prod.: USA
Davanti agli occhi
regia: Vadim Perelman
genere: thriller
prod.: USA
martedì, dicembre 23, 2008
STELLA
Stagione scolastica 1977, una prestigiosa scuola media della Parigi bene è per l’undicenne Stella l’occasione di affrancarsi dal destino di emarginazione cui sembrava predestinata.
E in un incontro/scontro di ambienti sociali diversi, anche grazie al sostegno incondizionato della compagna di classe Gladys proveniente da una facoltosa famiglia ebrea, Stella, i cui genitori gestiscono un bar della banlieu frequentato da un colorito branco di alcolisti noti, scorge la possibilità concreta di un’altra prospettiva di vita rispetto a quella che il nutrito corredo di svantaggi ereditato dal proprio milieu, peraltro mai rinnegato, non le permetteva di vedere.
Evitando i discorsi intellettual-pedagogici l’ispirazione autobiografica di Sylvie Verheide fotografa l’energia e l’innocenza dell’infanzia che sconfina già nell’adolescenza con i suoi contrasti, i suoi drammi e i suoi miracoli, offrendoci la vita proprio così com’è, la vita che spontaneamente vuole vivere prima di tutto il resto e che al di là delle differenze culturali ed economiche si nutre della sincera amicizia, qui declinata al femminile, nell’età in cui, nonostante un subentrato disincanto, il cuore crede ancora nel diritto naturale alla felicità.
Tutto è superlativo in questo film toccante, commovente, comico, romantico, realistico:
la bellissima ed esuberante colonna sonora tratta direttamente dal jukebox di Stella ne rappresenta la personale biblioteca e l’educazione pop in contrapposizione alla colta libreria dell’amica Gladys e al suo retaggio intellettuale alto-borghese.
Gli attori, tra i quali brilla un dolente Guillaume Depardieu in una delle sue ultime apparizioni sul grande schermo, sono bravissimi ed è perfetta la piccola protagonista Léora Barbara nei panni di un personaggio che potrebbe diventare un punto di riferimento per i film che seguiranno.
Effettivamente la censura - solo italiana - del film ai minori di 14 anni, revocata poco prima della distribuzione, era assurda e insensata poiché qui la poetica espressa è di respiro universale ed è un regalo la semplicità con cui riesce ad infondere fiducia nelle proprie possibilità e nei meriti della cultura affiancata all’esperienza della vita pratica, in un’associazione di immagini che spazia dalle lacrime sui testi di Marguerite Duras alle corse in bici lungo la discarica.
Grazie alla Sacher Distribuzione un film emozionante e formativo che arricchisce l’immaginario collettivo, trent’anni dopo il Tempo delle mele, a metà strada tra Rosetta e Little Miss Sunshine, con il pregio dell’originalità.
giovedì, dicembre 18, 2008
Film in sala da venerdi' 19 dicembre (e 23 dicembre)
Baby Love
regia: Vincent Garenq
genere: commedia
prod.: Francia
Come un uragano
regia: George C. Wolfe
genere: dramamtico
prod.: USA; Australia
Ember - il mistero della città di luce
regia: Gil Kenan
genere: avventura
prod.: USA
Il bambino con il pigiama a righe
regia: Mark Herman
genere: dramm.
prod.: Gran Bretagna, USA
Il cosmo sul comò
regia: Marcello Cesena
genere: commedia
prod.: Italia
Madagascar 2
regia: Eric Darnell, Tom McGrath
genere: Animazione
prod.: USA
Natale a Rio
regia: Neri Parenti
genere: commedia
prod.: Italia
da venerdì 23 dicembre
La duchessa
regia: Saul Dibb
genere: dramm.
prod.: USA
lunedì, dicembre 15, 2008
CHANGELING
Il figlioletto della signora Collins, di professione capo reparto presso la centrale telefonica di Los Angeles viene rapito.La donna si rivolge presso il locale distretto di polizia che non gode di buona fama presso i cittadini, che accusano il capo della polizia locale di usare metodi brutali e sopratutto di essere un corrotto.
Il caso viene "felicemente" risolto cinque mesi dopo con il ritrovamento del ragazzino, ma in realtà si tratta di un bluff.
Allo scopo di riguadagnare la fiducia dei cittadini e dimostrare efficienza, un capitano di polizia senza scrupoli ha restituito alla donna un bambino che in realtà non è suo figlio.
E' dai tempi di UN MONDO PERFETTO (1993) che Clint Eastwood continua imperterrito a cercare di demolire il mito del "sogno americano" e questo CHANGELING, basato su fatti realmente accaduti, è l'ennesimo capitolo della personale crociata del settantottenne regista americano che evidentemente ha ancora voglia di indignarsi.
Il film punta apertamente sulla emotività dello spettatore che è continuamente sollecitata dai meccanismi di questo drammone scritto con precisione chirurgica.
Buona prova di Angelina Jolie, che almeno in questa occasione abbandona i panni della bellona e mette in bella mostra la sue doti di brava attrice già evidenziate in altre occasioni.
Due ore e passa di buon cinema classico, visto però con occhio radicale e integrità morale tipica di Clint Eastwood.
venerdì, dicembre 12, 2008
Film in sala da venerdì 5 dicembre (e 12 dicembre)
Regia: Scott Derrickson
genere: fantascienza
prod.: USA
Come Dio comanda
regia: G. Salvatores
genere: dramamtico
prod.: Italia
Twilight
regia: Catherine Hardwicke
genere: fantastico
prod.: USA
Saw V
regia: David Hackl
genere: horror
prod.: USA
The Millionaire
regia: Danny Boyle
genere: commedia
prod.: Gran Bretagna, USA
Torno a vivere da solo
regia: J. Calà
genere: commedia
prod.: Italia
Il giardino di limoni
regia: Eran Riklis.
genere: drammatico
prod.: Israele, Germania, Francia
Padiglione 22
regia: Livio Bordone
genere: horror
prod.: Italia
Diari
regia: Attilio Azzola
genere: commedia
prod.: Italia
Stare fuori
regia: Fabiomassimo Lozzi.
genere: sentimentale
prod.: Italia
Io non ci casco
regia: Pasquale Falcone
genere: drammatico
prod.: Italia
L'ospite inatteso
regia: Thomas McCarthy
genere: drammatico
prod.: USA
La coniglietta di casa
regia: Fred Wolf
genere: commedia
prod: USA
Passengers - Mistero ad alta quota
regia: Rodrigo García
genere: drammatico
prod.: USA
La felicità porta fortuna - Happy-Go-Lucky
regia: Mike Leigh
genere: drammatico
prod: Gran Bretagna
Racconto di Natale
regia: Arnaud Desplechin
genere: drammatico
prod: Francia
Stella
regia: Sylvie Verheyde
genere: drammatico
prod: Francia
Never Back Down
regia: Jeff Wadlow
genere: azione
prod.: USA
martedì, dicembre 09, 2008
Milano Calibro 9 - La Mala Ordina - Il Boss - ITALIA '70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (8.2)
"La trilogia del milieu" (Milano Calibro 9 - La Mala Ordina - Il Boss)
La trilogia noir di FERNANDO DI LEO, ovvero la massima espressione cinematografica del maestro pugliese.
Il NOIR è reinventato dal regista di Foggia che inserisce nel genere alcune importanti novità, prima tra tutte il linguaggio e i dialoghi. Nel noir di Fernando di Leo i sicari non filosofeggiano ma hanno un vocabolario limitato, le femme-fatale sono puttane che parlano da puttane e i poliziotti, almeno nei gradi più bassi spesso sono meridionali dalla cultura limitatissima.
Importantissima anche la comparsa di dialoghi che hanno come oggetto argomenti di assoluta rilevanza sociale in quel periodo, come l'arrivo nel nord Italia di milioni di meridionali e il loro sfruttamento sul posto di lavoro; la contestazione studentesca; le manifestazioni degli operai.
Altra importante novità sono le scene d'azione che occupano sempre maggior spazio all'interno delle pellicole.Possiamo affermare con certezza, che questo modo di riscrivere un certo tipo di cinema ha contribuito in maniera determinante alla nascita di quello che poi sarebbe diventato il poliziesco all'italiana.
MILANO CALIBRO 9 (Italia 1972)
Regia: Fernando di Leo
Cast: Gastone Moschin - Mario Adorf - Barbara Bouchet - Philippe Leroy - Lionel Stander - Ivo Garrani - Luigi Pistilli
TRAMA: Uscito di galera Ugo Piazza (Gastone Moschin) oltre ad essere tenuto d'occhio dalla polizia viene "sorvegliato" dagli uomini del suo ex capo (Lionel Stander) che lo sospetta fortemente della sparizione di parecchi soldi.
COMMENTO: Una lividissima milano, magistralmente raccontata da F. DI LEO ispirato dagli scritti di GIORGIO SCERBANENCO.
Probabilmente il miglior film del regista dauno, dove il clima di sospetto, la psicologia dei personaggi e l'amarezza di fondo richiamano al miglior MELVILLE, con in più "l'azione" che il regista riprende dal western degli esordi nella sceneggiatura e catapulta all'interno della metropoli lombarda.
Nessuno dei personaggi è in realtà quello che sembra e l'ultima immagine del film, una sigaretta che brucia lenta, è la perfetta sintesi di MILANO CALIBRO 9, dove le vite di tutti si sono lentamente e inesorabilmente consumate.
Da notare il largo uso del dialetto (o comunque degli accenti) che non è il solito campano o siciliano sempre presente quando si parla di delinquenti, ma "copre" l'intero meridione, proprio a voler sottolineare chi siano i nuovi abitanti di Milano. Totalmente politici i dialoghi tra il commissario ed il suo vice che sottolineano ancora una volta quanto avanti con i tempi fosse il regista pugliese, tanto che ascoltandoli oggi si ha l'impressione di assistere ad un dibattito politico dei giorni nostri tra un progressista ed un leghista.
Bravissimo GASTONE MOSCHIN, ma l'attore che colpisce di più lo spettatore è l'istrionico MARIO ADORF nel ruolo di Rocco Musco, che infatti F.DI LEO promuoverà a ruolo di protagonista nel secondo film della sua trilogia noir.
Stupenda e indimenticabile colonna sonora di LUIS BACALOV.
p.s. Incredibile la somiglianza del "meccanismo" che porta al finale di questo film con quella di CARLITO'S WAY e sopratutto verrebbe da chiedere a BRIAN DE PALMA chi è AL PACINO/CARLITO BRIGANTE se non un GASTONE MOSCHIN/UGO PIAZZA riveduto e corretto.
LA MALA ORDINA (Ita-Rft 1972)
Regia: Fernado di Leo
Cast: Mario Adorf - Henry Silva - Woody Strode - Adolfo Celi - Cyril Cusak - Luciana Paluzzi - Sylva Koscina - Femi Benussi - Francesca Romana Coluzzi
TRAMA: Don Vito Tressoldi (Adolfo Celi) padrino di Milano ha truffato il suo socio americano Mr. Corso (Cyril Cusack) facendo ricadere la colpa su un innocuo magnaccia, tale Luca Canali (Mario Adorf) uomo insignificante che i killer (Henry Silva e Woody Strode), giunti appositamente dagli USA non dovrebbero avere difficoltà ad eliminare. Inaspettatamente Canali si rivela un osso duro e diventerà belva feroce quando gli uomini di Don Vito ammazzeranno sotto i suoi occhi la moglie (Sylva Koscina) e la figlioletta fingendo un incidente stradale.A Luca Canali viene meno la ragione, la vista si annebbia (letteralmente, con un bel effetto partorito dal regista) i denti si sbriciolano in bocca. L'insignificante "uomo di casino" come lo definisce Don Vito, si lancia all'inseguimento del killer aggrappandosi al furgone con cui è stato commesso l'omicio, riuscirà a farlo suo sfondando a craniate il parabrezza prima di appenderlo al muro con un punteruolo al collo, in quella che è la scena madre del film.
Luca Canali ammazzerà tutti, anche se non sapremo mai se riuscirà a trovare pace.
COMMENTO: Secondo film della trilogia noir, storia ambientata a Milano, anche questo ispirato da un racconto di SCERBANENCO. Sempre più presenti le scene d'azione (ecco lo spostamento verso quello che diverrà poi il genere poliziesco) e anche in questo caso largo spazio al "sociale" grazie alla presenza del personaggio di Trilli (Francesca Romana Coluzzi) una figlia dei fiori dai costumi "eversivi" che vive in una comune circondata da personaggi improbabili (tra i quali Renato Zero) che nei suoi dialoghi accenna a sesso che praticherebbe volentieri con uomini di colore (scandalo!) e all'invasione economico e politica che prima o poi l'occidente subirà da parte dei cinesi (siamo nel 1972).
Cast di assoluto livello con uno strepitoso MARIO ADORF, grandissimo come mai più gli capiterà in carriera. Bella colonna sonora del maestro Armando trovajoli.
Merita una citazione particolare una frase pronunciata da Don Vito/Adolfo Celi che chiesto ad un suo luogotenente chi era e come mai il sicario incaricato di ammazzare Canali era stato a sua volta ucciso dimostrando la sua inadeguatezza, riceveva come risposta che il sicario era stato fatto entrare nella banda perchè la madre gli aveva chiesto in lacrime un lavoro per il figlio (già qui siamo a livelli sublimi), la mitica risposta è " ..quando arrivano le preghiere di una madre vuol dire che l'uomo non è buono!".
IL BOSS (Ita 1973)
Regia. Fernando di Leo
Cast: Henry Silva - Richard Conte - Gianni Garko - Antonia Santilli - Vittorio Caprioli - Corrado Gaipa - Mario Pisu
TRAMA: Il Killer Lanzetta è al servizio di Don Carrasco che affida a lui i compiti più difficili e delicati. Dopo una strage compiuta proprio da Lanzetta per conto del suo capo si scatenerà una guerra di mafia. Quando arriveranno ordini dall'alto le alleanze cambieranno e Lanzetta tenterà la scalata al potere.
COMMENTO: Ultimo capitolo della trilogia noir di Fernando di Leo, tratto dal romanzo di PETER MCCURTIN "il Mafioso", con ambientazione spostata da New York a Palermo.
Film violentissimo, nichilista, melodrammatico, dove tutti tradiscono tutti e il mito dell'uomo d'onore viene frantumato in mille pezzi dal regista.
Scene d'azione sempre più presenti e ritmo incalzante che fanno passare in secondo piano una pecca evidente di questo film, vale a dire l'eccessiva caratterizzazione dei personaggi mafiosi, tramite la quale il regista-produttore sperava forse di rendere più commerciale il prodotto.
Anche in questo caso Fernando di Leo provocò scandalo inserendo nella pellicola dialoghi che alludevano al voto di scambio e tiravano in ballo direttamente l'ex ministro democristiano Giovanni Gioia, che infatti ottenne il sequestro della pellicola nel novembre del 1973 (il film era uscito in febbraio).
Il processo però non ebbe mai luogo perchè l'ex ministro ritirò la denuncia.
Etz Limon - IL GIARDINO DEI LIMONI
L'attrice protagonista, Hiam Abbass, assolutamente indimenticabile, ci regala un’interpretazione perfetta, di grande sensibilità, suggestiva ed emozionante, dando vita ad una donna palestinese di grande dignità, forza e determinazione, consapevole, intelligente, profondamente bella.
L’autore israeliano Eran Riklis non si schiera da alcun lato del conflitto israelo-palestinese ed è questa la forza del film che non fa che constatare l'assurdità di certe convinzioni e condizionamenti assolutamente limitanti e senza esprimere giudizi riesce ad essere gradevole ed affrontare il tema con leggerezza e ironia pur rimanendo sospeso sul filo di un patimento atavico e lasciando emergere l’insensatezza di alcuni schemi mentali e la sensazione di una sofferenza assurda alimentata dal nostro stesso modo di pensare in cui ci si intrappola da soli.
Presentato fuori concorso all'ultimo TFF, un film che merita di essere visto per la grazia, la gentilezza e l'estrema consistenza con cui tutto viene raccontato.
Fernando Di Leo - ITALIA '70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (8)
Spesso ricordato come uno dei principali esponenti del cinema poliziesco italiano, in realtà come vedremo in seguito, FERNANDO DI LEO, pur avendolo per certi versi ispirato, ha frequentato tanti generi tra i quali ANCHE il genere poliziesco e quando lo ha fatto si è naturalmente distinto "sporcandolo" con il suo immancabile disincanto. Non è difficile catalogare i film che gli hanno dato una tardiva notorietà come NOIR che come sappiamo è un genere solo parente del poliziesco.
E' sopratutto per questo motivo, che non ho inserito il regista e sceneggiatore pugliese nella puntata dedicata ai REGISTI, ma ho voluto dedicargli una puntata monografica, per approfondire l'opera e l'idea di cinema di un autore scomodo, dallo sguardo anarchico, ingiustamente e frettolosamente dimenticato.
FERNANDO DI LEO nasce l'11 febbraio 1932 a San Ferdinado di Puglia (Foggia).
Nella seconda metà degli anni '50 si trasferisce a Roma per studiare Giurisprudenza, con l'intenzione di seguire le orme del padre e del nonno, apprezzati avvocati.
Nel 1962 viene ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia che però frequenterà poco giudicando il corso troppo lungo e per molti versi inutile.
La sua prima esperienza dietro un macchina da presa è un episodio del film GLI EROI co-diretto con l'amico ENZO DELL'AQUILA, trattasi di una ferocissima satira sul mercato delle indulgenze plenarie che ovviamente irrita non poco il Vaticano e costa a DI LEO drastiche censure.
Successivamente insieme all'amico regista DUCCIO TESSARI, viene coinvolto da SERGIO LEONE nella stesura delle sceneggiature di PER UN PUGNO DI DOLLARI e PER QUALCHE DOLLARO IN PIU', senza però essere accreditato, mentre firma in prima persona le sceneggiature di UNA PISTOLA PER RINGO e di IL RITORNO DI RINGO diretti da D. TESSARI.
Queste sceneggiature gli procurano una certa notorietà nell'ambiente e nel periodo d'oro dello spaghetti-western DI LEO ne scriverà una trentina, tra le quali: LE COLT CANTARONO E FU...TEMPO DI MASSACRO diretto da LUCIO FULCI e SETTE PISTOLE PER I MACGREGOR diretto da FRANCO GIRALDI. Va citato il singolare caso del mitico DJANGO diretto da S.CORBUCCI, che accortosi di "qualche problema di sceneggiatura" chiamò DI LEO a raddrizzare la situazione poco prima che la troupe partisse per la Spagna. Nel 1967 avviene l'esordio ufficiale nella regia di Fernando di Leo, con un film bellico (genere molto in voga in quel periodo) ROSE ROSSE PER IL FUHRER, la pellicola non riscuote consensi e passa quasi inosservata.
Insieme a TIZIANO LONGO fonda la società produttrice FERTI FILM (FERnando TIziano) e nel 1969 esce BRUCIA RAGAZZO BRUCIA.
Il film, dalla trama troppo audace per l'italia democristiana e bigotta dell'epoca, racconta di una donna incapace di raggiungere l'orgasmo con il marito e scopre le gioie del sesso grazie ad una relazione clandestina con un giovane bagnino.
Quello che segue all'uscita del film è facilmente immaginabile: scandalo, polemiche a non finire e ovviamente l'inevitabile sequestro.
Dopo il processo che vede l'assoluzione di Fernando di Leo dall'accusa di oscenità, il film torna nelle sale ed ottiene un buon successo di pubblico.
Il regista pugliese cercherà di sfruttare il successo di BRUCIA RAGAZZO BRUCIA con il successivo AMARSI MALE che però non ottenne i risultati sperati.
Sempre nel 1969 dirige il suo primo NOIR, l'indimenticabile I RAGAZZI DEL MASSACRO tratto dal romanzo dell'italo-ucraino GIORGIO SCERBANENCO.
La pellicola parla di un gruppo di giovani sbandati che violentano ed uccidono la loro insegnante.
Film crudo, attraverso il quale il regista cerca di descrivere con rabbia "l'immondizia umana" . Il film soffre senza dubbio di qualche lungaggine e la psicologia dei giovani violentatori è descritta in maniera superficiale, ma nella sua totalità si tratta di un buon film molto coraggioso. Da sottolineare la bella sequenza iniziale (quella dello stupro) che permette allo spettatore quasi di vivere la brutalità della violenza (dovuta allo stato di alterazione alcolica del branco) attraverso una macchina da presa che si insinua nervosa tra i corpi.
Tra il 1972 e il 1973 dirige i suoi 3 capolavori, ovvero quella che in seguito verrà definita come "trilogia del milieu", che ovviamente APPROFONDIREMO DETTAGLIATAMENTE IN SEGUITO, e che rappresenta la massima espressione artistica del cineasta foggiano.
Questi film, come molti che seguiranno, saranno prodotti dalla DAUNIA (in omaggio alla sua terra d'origine) CINEPRODUZIONI, una società di produzione fondata da DI LEO nel 1969, con lo scopo di garantirsi la più completa autonomia e libertà di espressione.
Fernando di Leo è una macchina da guerra che non si ferma mai e intercalati alla "trilogia" dirige altri film come: LA BESTIA UCCIDE A SANGUE FREDDO, un thriller con venature pop; UNO DI QUELLI che ha per protagonista un ragazzo omosessuale e per questo motivo la società distributrice viene meno agli accordi non permettendo di fatto al regista di terminare le riprese; e LA SEDUZIONE che rappresenta il maggior successo di pubblico di DI LEO.
Oltre a scrivere e dirigere i suoi film il regista dauno non smette di scrivere sceneggiature, infatti in questo periodo scrive UOMINI SI NASCE POLIZIOTTI SI MUORE di RUGGERO DEODATO e LIBERI ARMATI PERICOLOSI di ROMOLO GUERRIERI che usciranno in sala nel 1976.
Nel 1974 fa il suo ingresso nel POLIZIESCO con IL POLIZIOTTO E' MARCIO, poi è la volta di COLPO IN CANNA (1975) con URSULA ANDRESS; GLI AMICI DI NICK HEZARD (1976) con LUC MERENDA; I PADRONI DELLA CITTA' (1976) con JACK PALANCE.
Chiude il periodo poliziesco LA CITTA' E' SCONVOLTA: CACCIA SPIETATA AI RAPITORI (1975) con LUC MERENDA e VITTORIO CAPRIOLI, il film affronta il tema dei sequestri di persona, a cui ovviamente DI LEO da un'impronta particolare, trasformandolo in un western metropolitano. Il film racconta di due bambini rapiti, uno figlio di un ricchissimo industriale, l'altro di un meccanico vedovo e squattrinato. Alla richiesta dei rapitori il facoltoso industriale temporeggia e i rapitori per tutta risposta ammazzano il figlio del povero meccanico, che preso atto dell'impotenza della polizia cercherà di farsi giustizia da solo. Il film è molto politico, con il regista che non esita a descrivere il facoltoso industriale come un uomo dal cuore di pietra che si rivolta con voluttà porcina nei suoi denari, esaltando al contempo la figura del proletario vendicatore.
Nel 1976 la DAUNIA CINEPRODUZIONI è costretta a chiudere i battenti e F. DI LEO resta fermo. Nel 1978 torna con due pellicole: DIAMANTI SPORCHI DI SANGUE con BARBARA BOUCHET e CLAUDIO CASSINELLI, un film dalla sceneggiatura debole e girato in maniera veloce e AVERE VENT'ANNI interpretato da GLORIA GUIDA e dalla futura pornostar LILLI CARATI. Un film filo-femminista che anticipa di molto i temi di THELMA E LOUISE , dove le due protagoniste lasciato il paese vanno a vivere in una comune gestita da un personaggio piuttosto ambiguo. Le giovani donne durante la loro permanenza nella comune hanno un'attività sessuale intensa e non disdegnano l'amore saffico. Per una faccenda di droga vengono allontanate dalla comune, successivamente vengono aggredite da un gruppo di uomini che le violentano brutalmente e le uccidono in maniera atroce, GLORIA GUIDA viene bastonata sino alla morte, mentre a LILLI CARATI viene conficcato un grosso ramo nella vagina. Nelle intenzioni del regista, la violenza e la morte riservata alle due giovani doveva rappresentare la "condanna" che il finto perbenismo riserva a chi vive la sua vita in maniera libera e fuori dalle regole ecclesiastico-moralistiche. Il film uscito nelle sale a ridosso del Natale, viene subito sequestrato e sottoposto a tagli feroci, ritornerà in sala con un happy end che stravolge il senso del film e che sopratutto non interessò nessuno.
Per un amico produttore in difficoltà economica nel 1979 dirige MADNESS tratto da un soggetto altrui, che F. DI LEO corregge al volo utilizzando una sua vecchia sceneggiatura dal titolo VACANZE PER UN MASSACRO (che diventerà anche il titolo alternativo del film). Si tratta di una pellicola girata con scarsissimi mezzi, un no-budget per intenderci, con soli quattro attori, tra i quali spicca la starlette LORRAINE DE SELLE già protagonista dello "stracult" KZ9 LAGER DI STERMINIO di B.MATTEI e che attualmente è la produttrice della serie tv di successo CARABINIERI.
Nel 1982 gira un film avventuroso ambientato in Asia dal titolo RAZZA VIOLENTA che avrà una discreta distribuzione all'estero.
Sempre nel 1982 e sempre per aiutare un amico produttore in difficoltà gira anonimamente un film strappalacrime di ambientazione napoletana, ovvero un film lontano anni luce dall'idea di cinema di F. DI LEO, dal titolo POVER'AMMORE che viene ufficialmente attribuito a VITTORIO SALVIANI.
Nel 1985, quasi senza budget gira KILLERS VS KILLERS, dalla sceneggiatura molto interessante ma che gli scarsissimi mezzi a disposizione non gli consentono di valorizzare. Infatti il film risulta essere appena dignitoso. Sarà il suo ultimo film.
Praticamente dimenticato (come se non fosse bastata la ghettizzazione subita durante gli anni passati, a cui va aggiunto un orgoglioso auto-isolamento) viene riscoperto sul finire degli anni 90, quando al suo cinema viene riconosciuto un ruolo importante nel panorama nazionale.
FERNANDO DI LEO, regista ribelle, visionario, anarchico e indipendente muore a Roma dopo una breve malattia il 2 dicembre 2003 all'età di 71 anni.
mercoledì, dicembre 03, 2008
TFF 2008 - NIKOLI NISVA SLA V BENETKE - We’ve never been to Venice
Il film girato tra Slovenia e Italia ha il grande pregio di durare solo 62’ nei quali l’autore riesce a raccontare con sublime sobrietà e compostezza l’elaborazione del lutto senza farvi mai cenno esplicito e tanto meno permette ai protagonisti di blaterare sul dolore, il quale si desume dai non detti e dall’assenza di parole sulla tragedia. Kutin lavorando di sottrazione e contrasti, scavando dentro gli sguardi, i gesti e gli oggetti
riesce a rendere ogni scena vibrante di tensione emotiva e travaglio intimo.
Gli attori protagonisti che sono marito moglie e suocero anche nella vita (nessuno dei quali ha percepito compenso) al termine della proiezione affermano di aver affrontato quest’esperienza come un progetto scientifico e di essere “sopravvissuti” al film.
Nel budget di 100.000 euro è compreso il costo dei permessi per girare in un’inconsueta Venezia deserta: le riprese sono avvenute tra le 4 e le 7 del mattino.
I movimenti di macchina sono inesistenti, sono i corpi, i volti, gli occhi e la natura a muoversi e traboccare di emozione dentro l’inquadratura sempre fissa che simbolicamente rappresenta una gabbia di dolore in cui l’umanità è intrappolata.
Il silenzio, l’intimità, la capacità di sintesi, la produzione di senso per immagini suggestive ed essenziali ne fanno uno dei più bei film (se non il più bello) tra quelli in concorso al TFF 2008.
Parsec
giovedì, novembre 27, 2008
Film in sala da venerdi' 28 novembre
regia: Wim Wenders
genere: drammatico
prod.: Germania
Max Payne
regia: John Moore
genere: azione
prod.: USA
Death Race
regia: Paul W.S.Anderson
genere: azione
prod.: USA
Never Back Down
regia: Jeff Wadlow
genere: azione
prod.: USA
Ti stramo - Ho voglia di un'ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo
regia: Pino Insegno, Gianluca Sodaro
genere: commedia
prod.: Italia
Bolt - Un eroe a quattro zampe
regia: Chris Williams, Byron Howard
genere: Animazione
prod.: USA
Strafumati
regia: David Gordon Green
genere: commedia
prod.: USA
Solo un padre
regia: Luca Lucini
genere: commedia
prod.: Italia
martedì, novembre 25, 2008
Tony Manero
Santiago anni '70, piena epoca Pinochet.
Sullo sfondo di questa città livida e massacrata dalla repressione della dittatura, si muovono i personaggi del film, anime corrose dalla rabbia e dalla violenza, impotenti di fronte alla situazione politica imperante, che subiscono violenze e soprusi e che tentano di sopravvivere come possono.
Il protagonista è Raùl, un disoccupato di 52 anni, solo, occessionato dal personaggio interpretato da John Travolta nel film La febbre del Sabato Sera, Tony Manero. Imita i passi di danza di Manero,le movenze,lo stile, in una compagnia sgangherata di ballo. Ben presto Manero diventa il suo unico scopo di vita, l'unica immagine per lui di realizzazione personale, l'unica via salvifica. E da se stesso emergere rapidamente tutta la rabbia accumulata per i propri fallimenti, rabbia che sfocia in follia nei sempre più frequenti accessi di ira furibonda.
Il regista Pablo Larrain mette in scena una tragedia nazionale con i toni del dramma e del grottesco.
"Il grottesco e la tragedia - racconta il regista al pubblico presente in conferenza stampa - hanno molto in comune. Il grottesco rappresenta il fallimento e nel fallimento c'è la tragedia: Nel film il protagonista tenta continuamente di affrancarsi ma il suo desiderio si ritorce contro di lui. E questa è anche la storia del Cile."
Il senso del film, il suo flusso di narrazione, passa tutto attraverso uno studio del personggio.
"Allo spettatore ho voluto dare solo un frammento che potesse però permettergli di completare ciò che non viene mostrato. Ho cercato di togliere il sovratesto, cercando di dare spazio all'immaginazione dello spettatore. Ecco perchè la mia regia sta addosso ai personaggi, tanto che le immagini sembrano fuori fuoco."
La storia risulta assolutamente originale e ben contruita; la messa in scena è cruda, essenziale e vivida. Larraìn si concentra sul protagonista, sia fisicamente che psicologicamente, quale metafora di una Nazione intera.
"'La febbre del sabato sera' è metafora dell'importazione dei valori provenienti dall'estero, che però in Cile non possono avere la stessa realizzazione - spiega Larraìn - Nel mio film, Raùl rappresenta questo fallimento di cultura e valori: non è giovane come Travolta, non sa ballare come lui e vive decisamente in un altro contesto culturale e sociale."
Da ogni sequenza deborda puro cinema: nessuna voce fuori campo a spiegare, nessuna concessione, tutto è lì sullo schermo, chiaro e limpido. Il film lascia un profondo vuoto interiore, una deriva dei sentimenti e delle logiche umane.
La pellicola, presentata allo scorso festival di Cannes, è la seconda della carriera di Larrain e concorre agli oscar come miglior film starniero.
La proiezione è stata brevemente introdotta da Emanuela Martini e dal regista stesso.
venerdì, novembre 21, 2008
Torino Film Fest 2008: il programma
L'elenco dei film in concorso e fuori concorso, alla 26 ed. del Torino Film Festival, è disponibile sul sito ufficiale del festival.
Per comodita' ho preso le utilissime informazioni presenti sul sito di Coming Soon.
TORINO 26
Bitter & Twisted di Christopher Weekes (Australia, 2008, 88’)
Tre anni dopo la prematura scomparsa di Liam Lombard, la sua famiglia, che vive nei sobborghi di Sydney, prova a tirare avanti. Ma la disperazione è tangibile: Penelope, la madre, si è chiusa in se stessa, Jordan, il padre venditore di auto, è ogni giorno più depresso, Ben, il fratello minore, si veste come Liam, è confuso dalle avances dell’amico Matt e contemporaneamente attratto dalla fidanzata del fratello, Indigo. Quest’ultima nel frattempo frequenta un uomo sposato, ma sogna di trasferirsi a Melbourne.
Demain di Maxime Giroux (Canada, 2008, 104’)
Una giovane donna, il padre diabetico, il ragazzo con cui va a letto: un’opera tesissima, fatta di silenzi e di vuoti, di ombre e di non detti. Sguardo profondo sul mistero della quotidianità e dell’umano, con una suspense da thriller che non dà tregua. Quando il cinema è in grado di colpire con un rigore che mette la pelle d’oca.
Dixia de tiankong/The Shaft di Chi Zhang (Cina, 2008, 98’)
Tre vicende di famiglia che non s’incrociano; mentre le speranze per una vita migliore restano confinate intorno alla miniera di cui campa l’intero paese. Uno sguardo che ricorda Jia Zhangke per un esordio malinconico e triste, fatto di vuoti e di poche parole. Il migliore cinema cinese indipendente e non di regime.
Donne-moi la main di Pascal-Alex Vincent (Francia/Germania, 2008, 80’)
Antoine e Quentin, fratelli gemelli di 18 anni, decidono di raggiungere la Spagna in autostop per partecipare al funerale della madre che hanno a malapena conosciuto. Il lungo viaggio è punteggiato da liti, riconciliazioni, incontri, esperienze sessuali... Progressivamente emergono le differenze tra i due, dapprima sotterranee, poi sempre più evidenti fino all’inevitabile esplosione.
Entre os dedos di Tiago Guedes e Frederico Serra (Portogallo/Brasile, 2008, 100’)
Un operaio si ribella alle condizioni di lavoro dopo l’incidente che ha colpito un suo amico. Licenziato, comincia la sua deriva economica e familiare. Un film che descrive, con stile intenso e senza schematismi, come la devastazione del mondo del lavoro penetri nelle vite private.
Helen di Joe Lawlor e Christine Mollowy (Irlanda/UK, 2008, 79’)
Per la ricostruzione della polizia, una ragazza impersona un’altra ragazza scomparsa: il suo mondo ne sarà travolto. Messa in scena astratta e quasi metafisica per un dramma intimista che sfiora la video-arte, ossessivo, inquieto, inquietante. Una scommessa che punta alto e che gioca col mystery e le tortuosità della mente e dell’anima. Tra i film più originali e nuovi di tutto il festival.
Mein freund aus Faro di Nana Neul (Germania, 2007, 88’)
Melanie vive con il padre e il fratello, veste abiti maschili e lavora in una fabbrica di catering per compagnie aeree. Un giorno incontra Jenny e se ne innamora. Jenny la ricambia, però la crede un ragazzo di nome Miguel. Riuscirà a dirle la verità? Lo stato di attesa e di confusione dell’adolescenza filmato attraverso il carisma di un volto e un corpo che ne racchiudono tutto il mistero.
Momma's Man di Azazel Jacobs (USA, 2008, 94’)
Mikey torna a casa dei genitori per una visita lasciando a casa moglie e figlia. Ma il soggiorno si prolunga e lui non riesce a trovare la forza di andarsene. Opera seconda di Azazel Jacobs – figlio di Ken, pioniere del cinema d’avanguardia americano – Momma’s man riesce ad essere comico, tragico e commovente con una grande economia di mezzi e una lucidità stilistica fuori dal comune.
The New Year Parade di Tom Quinn (USA, 2008, 85’)
Un anno nella vita di una famiglia di Philadelphia in cui i genitori sono prossimi al divorzio. La storia è vista dal punto di vista di Jack e Kat, fratello e sorella, figli della coppia in crisi. Un’analisi psicologica attenta, una narrazione coinvolgente, reminiscenze altmaniane e una magnifica colonna sonora fanno di The New Year Parade un esempio del miglior cinema indipendente americano.
Nikoli nisva sla v benekte / We've Never Been to Venice di Blaz Kutin (Slovenia, 2008, 62’)
Un uomo di mezz’età accompagna il figlio e la nuora in un viaggio in Italia dopo che i due hanno perso un bambino. L’elaborazione del lutto attraverso l’immersione nella natura e la riscoperta della civiltà. Blaz Kutin, giovane regista sloveno, gira un diario intimo a tre voci, sapientemente costruito su un fuori campo tragico che impone lunghe durate e inquadrature fisse a scrutare i volti.
Non-dit di Fien Troch (Belgio, 2008, 95’)
Grace e Lucas sono una coppia sposata che da anni, giorno dopo giorno, deve fare i conti con la misteriosa scomparsa della loro bambina avvenuta anni prima. Il loro rapporto ne è stato travolto ma i due continuano a condurre una vita apparentemente normale. Un dramma psicologico asciutto, coinvolgente, maturo con due magistrali interpretazioni di Emanuelle Devos e Bruno Todeschini.
Prince of Broadway di Sean Baker (USA, 2008, 100’)
Per le strade di Broadway, un ghanese raccoglie gente per un retrobottega di merce taroccata. Ma quando la sua ex gli porta il figlio che non sapeva di avere, la sua vita cambia per sempre. Guardando a Cassavetes, un lavoro di improvvisazione e collaborazione con gli attori, straordinario per sincerità e immediatezza. Con un cuore grande così, per giunta.
Quemar las naves di Francisco Franco (Messico, 2007, 105’)
Fratello e sorella, un legame morboso e sensuale, e una madre cantante che sta per morire. Intorno a loro, storie d’amore impossibili, gelosie, rimorsi. Un melodramma latino ambiguo e carnale, ritratto di giovani che si bruciano e cercano la salvezza, di legami che attraggono e divorano. Canzoni di Julieta Venegas.
Tony Manero di Pablo Larraín (Cile/Brasile, 2008, 98’)
Vuole ballare come John Travolta: ma la sua febbre è anche omicida, e non soltanto il sabato sera. Un personaggio scomodo, volgare, violento, rabbioso, segno indelebile di un paese che campa letteralmente sui suoi cittadini; un film sporco e altrettanto scomodo, che non si vergogna del grottesco e ride con l’orrore e dell’orrore per non piangere. Sorpresa dell’ultimo festival di Cannes (Quinzaine). Nomination all’Oscar come miglior film straniero.
Die Welle di Dennis Gansel (Germania, 2008, 101’)
Rainer Wenger, insegnante in un liceo, tiene un corso intensivo sull’autocrazia. Per contrastare lo scetticismo degli studenti che non credono possibile il ritorno di una dittatura in Germania, li porta a sperimentare direttamente in classe le forme del totalitarismo. La situazione però gli sfugge di mano e si trova a dover arginare una vera e propria fazione di stampo nazista (“l’onda” del titolo). Ispirato a una storia vera (Palo Alto, California 1967).
FUORI CONCORSO
Bam gua nat / Night and Day di Hong Sangsoo (Corea del Sud, 2008, 145’)
In fuga dalla polizia, un artista coreano si rifugia a Parigi: che sarà teatro di vicende sentimentali lontano però da qualsiasi sentimentalismo. L’ottavo film di Hong Sangsoo scava come sempre nell’intimità di personaggi che non riescono prima di tutto a gestire se stessi. Con ellissi magistrali e ansie mai riconciliate. Cinema di incontri e di parole sopraffino.
Bi Mong / Dream di Kim Ki-duk (Corea del Sud/Giappone, 2008, 95’)
Jin si addormenta al volante e sogna un incidente stradale. Ma si tratta di un fatto reale e la responsabilità ricade su Ran, una giovane donna che si dichiara innocente. Jin si autoaccusa davanti alla polizia, ma viene considerato pazzo mentre Ran finisce in carcere. Presto si scopre che i due sono indissolubilmente legati: Ran, in stato di sonnambulismo, compie quello che Jin sogna.
The Edge of Love di John Maybury (UK, 2008, 110’)
A Londra, sotto le bombe del blitz tedesco, il poeta Dylan Thomas s’innamora di una donna, che diventa la compagna spirituale e si affianca alla moglie, compagna carnale. Storia di due coppie e di un intreccio di amori e amicizie turbolente, che prosegue dopo la fine della guerra. Keira Knightley, Sienna Miller e Cillian Murphy, diretti dall’inquieto talento visivo di John Maybury.
Er shi si cheng ji / 24 City di Jia Zhang Ke (Cina, 2008, 107’)
Un documentario (con cose “inventate”) su un mondo di cemento che crolla; mentre alcune testimonianze ne raccontano la Storia e le storie. Un Jia Zhangke di rigore cartesiano e di pulizia accecante, capace di costruire immaginari interi quando tutto attorno le rovine avanzano. Il Leone d’Oro di Still Life si conferma autore acuto per un paese che cambia (forse in peggio).
The Eascapist / Prison Escape di Rupert Wyatt (Irlanda/UK, 2007, 105’)
Frank Perry (Brian Cox) sta scontando una condanna all’ergastolo in un carcere di massima sicurezza. Una lettera lo informa che la sua unica figlia è in fin di vita. Deciso a vederla un’ultima volta, escogita un complesso piano di fuga con un manipolo di scalcagnati galeotti: Lenny Drake (Joseph Fiennes), Brodie (Liam Cunningham) e Viv Baptista (Seu Jorge) a cui si aggiunge il nuovo arrivato James Lacey (Dominic Cooper). Ma non tutto va per il verso giusto.
Etz Limon / Il giardino di limoni di Eran Riklis (Israele/Germania/Francia, 2008, 106’)
Il nuovo vicino di casa della palestinese Salma è, per sua disgrazia, il ministro degli esteri di Israele. Pertanto, per ragioni di sicurezza, lei è obbligata ad abbattere il suo adorato giardino di limoni. Ma Salma non si arrende, e intraprende una ostinata difesa della propria dignità. Una lotta “politica” esemplare nella sua quotidianità.
Filth and Wisdom di Madonna (UK, 2008, 81’) Andriy viene dall’Ucraina e sogna di diventare famoso con la sua band, Juliette vorrebbe essere Florence Nightingale, Holly una étoile del balletto. Nel frattempo dividono l’appartamento e si arrangiano con lavori improvvisati. Commedia gypsy punk nella Londra dei dropout, diretta con bel gusto dell’assurdo da Madonna, all’esordio. Protagonista: Eugene Hutz. Musica: Gogol Bordello.
Gigantic di Matt Aselton (USA, 2008, 97’)
Brian è un giovane venditore di materassi con un grande sogno nella vita: adottare un bambino cinese. Happy è la figlia di un riccone lunatico (John Goodman) che irrompe nel negozio, addormentandosi, e nella vita di Brian. Una commedia sentimentale un po’ acida, malinconica, con un tocco alla Gondry. Protagonisti Paul Dano (Il Petroliere) e Zooey Deschanel (E venne il giorno).
Highway World - Living, Changing, Growing di Martin Hans Schmitt (Germania, 2007, 81’)
Documentario di found footage sulla costruzione di autostrade in Africa, America e Thailandia, dagli anni Trenta a oggi. Sul filo di una metafora antropomorfa, l’ipnotica crescita delle vene d’asfalto che rivestono il mondo, in un’esperienza visiva che racconta la nostra appropriazione dello spazio e ciò che ci sta dietro: la cultura della guida e della tecnica.
Katyn di Andrzej Wajda (Polonia, 2007, 118’)
Nel 1940, su ordine di Stalin (ancora legato al patto di non belligeranza con Hitler), l’esercito sovietico massacrò oltre 20.000 cittadini polacchi, militari e civili, gettandoli in fosse comuni. Fino al 1990, l’URSS ha attribuito il massacro ai nazisti. Wajda ha raccontato una tragica storia d’amore e d’eroismo sullo sfondo di questa tragedia.
Kurus di Woo Ming-jin (Malesia, 2008, 76’)
Un quindicenne di un villaggio della Malesia vive a scuola e in famiglia le inquietudini e i disagi tipici della sua età. Ma un giorno, l’arrivo di una bella insegnante gli cambierà la vita. Dal regista di The Elephant and the Sea, premio della giuria all’ultimo Torino Film Festival, la delicata storia di un’educazione sentimentale.
Lake Tahoe di Fernando Eimbcke (Messico, 2008, 85’)
Un guasto all’auto e il sedicenne Juan si trova alle prese con un anziano meccanico paranoico che vive con il suo cane e che lo trascina attraverso tutto il quartiere per trovare il pezzo di ricambio. Commedia amarognola e laconica sulla casualità della vita e l’assurdità della morte, fatta di incontri, simpatie, frasi non dette. Il secondo film del messicano Fernando Eimbcke.
Låt den ratte komma in / Lasciatemi entrare di Tomas Alfredson (Svezia, 2008, 114’)
Il rapporto adolescenziale tra Oscar, un giovane solitario e taciturno, e Eli, una bambina-vampira, sullo sfondo di una Stoccolma innevata e silenziosa. Un racconto di formazione mascherato da film gotico, una rivisitazione del genere horror ricca di passione e romanticismo. Un saggio sulla crescita, sull’innamoramento e su ciò che si è disposti a fare – e a dare – in condizioni estreme.
Mateo Falcone di Eric Vuillard (Francia, 2008, 65’)
Da un racconto di Merimée, la storia quasi biblica di un ragazzino pastore che vive il dilemma di nascondere un fuggiasco. Protagonista assoluto il paesaggio, cieli e campi che inghiottono l’uomo e lo estenuano. Esordio del francese Vuillard che gira un film lirico, pieno di immagini rivelazione.
New Orleans mon amour di Michael Almereyda (USA, 2008, 78’)
Storia d’amore impossibile tra un medico sposato e una ragazza che si dà da fare nello sgombero delle macerie di New Orleans dopo il disastro dell’uragano Katrina. Il nuovo film di Michael Almereyda racconta l’impossibilità della felicità e del ritorno alla vita dopo l’apocalisse, l’esperienza dolorosa ma intrigante del perdersi in un mondo in rovine, in cui niente sarà più come prima.
Of Time and the City di Terence Davies (UK, 2008, 74’)
A otto anni di distanza da La casa del mirto, torna Terence Davies. In Of time and the city, Davies traccia un ritratto della sua città sotto forma di elegia. Un documentario poetico che unisce materiale di repertorio, musica e immagini quasi astratte per descrivere i cambiamenti tra la Liverpool moderna e quella della sua infanzia.
Real Time di Randall Cole (Canada, 2008, 80’) Un giocatore d’azzardo compulsivo, e uno scagnozzo di mezza età, incaricato di ucciderlo. Il loro viaggio in auto, per far regolare al ragazzo i conti prima di andare incontro al suo destino. Una commedia nera a due, con dialoghi serrati e suspense ininterrotta e un duetto di attori sorprendente.
Rumba di Dominique Abel, Fiona Gordon e Bruno Romy (Francia, 2008, 77’)
Una coppia di fanatici della danza latino-americana va in giro a collezionare coppe, finché un brutto incidente non stronca la loro carriera. Commedia surreale che sembra scritta da Buñuel e girata da Tati. Secondo lungometraggio della coppia francese Dominique Abel e Fiona Gordon, compagni nella danza, nel cinema e nella vita.
Les Sept jours di Ronit e Shlomi Elkabetz (Francia/Israele, 2008, 107’)
Israele 1991. La famiglia Ohaion piange la morte di un congiunto, Marcel. Dopo la sepoltura, i numerosi parenti si riuniscono nella casa del capofamiglia per la veglia funebre destinata a durare sette giorni. Chi dorme sotto quel tetto la prima notte, dovrà farlo per tutti i giorni successivi. Con il passare delle ore emergono vecchi rancori, rivalità, frustrazioni, maldicenze, antipatie, attrazioni, ripicche, questioni legate al denaro...
Somers Town di Shane Meadows (UK, 2008, 75’)
Tomo è un adolescente fuggito da Nottingham che arriva a Londra carico di belle speranze. Marek vive a Somers Town, è figlio di un immigrato dell’Est che lavora come operaio in una ferrovia. I due costruiranno un’amicizia semplice e sincera e s’innamoreranno teneramente della stessa donna. Un gioiello di semplicità e di emozioni diretto da Shane Meadows, autore di 24/7 e This is England.
W. di Oliver Stone (USA, 2008, 128’)
Insicuro, ambizioso, snobbato dai genitori (che preferiscono il fratello Jeb), egocentrico, convertito in tarda età, il ritratto di George W. Bush dalla giovinezza alcolica al tramonto di una presidenza segnata da una guerra inutile e da un disastro economico. Stone lavora con veemenza su materiali autentici. Nel cast: Josh Brolin (W.), James Cromwell (Bush sr.), Richard Dreyfuss (Cheney).
Wendy and Lucy di Kelly Reichardt (USA, 2008, 80’)
Portland, Oregon. Diretta in Alaska, Wendy perde la cagna Lucy: la ricerca sarà un’epifania per il suo cuore. Dopo Old Joy, Kelly Reichardt si conferma regista attenta ai movimenti sussurrati dei sentimenti; e guarda al paesaggio con umiltà commovente rara. Un inno all’amore, malinconico ed essenziale. Con Michelle Williams.
L'equivoco Monnezza - ITALIA '70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (7)
ER MONNEZZA è un personaggio creato da Dardano Sacchetti e Umberto Lenzi e interpretato dal grande TOMAS MILIAN.
Er Monnezza nasce ufficialmente il 24 maggio 1976, cioè il giorno in cui iniziano le riprese de IL TRUCIDO E LO SBIRRO.
I documenti della SIAE di Roma datati 19 agosto 1976 riportano come autore del soggetto e della sceneggiatura il solo Dardano Sacchetti, mentre in quelli datati 9 maggio 1977 compare come co-sceneggiatore anche il regista Umberto Lenzi.
ER MONNEZZA è il soprannome di SERGIO MARAZZI un meccanico ladruncolo che spesso collabora con la polizia.
E' comunista con simpatie anarchiche ed odia la violenza. La sua famiglia è composta dalla moglie Maria, dal figlio "er monnezzino" e dal fratello IL GOBBO (VINCENZO MARAZZI) che è un criminale piuttosto pericoloso.
L'EQUIVOCO: In molti e tra questi anche diversi critici cinematografici (sic!) confondono ER MONNEZZA che è un ladruncolo, con NICO GIRALDI detto anche ER PIRATA, che invece è un poliziotto ed è il protagonista della serie diretta da BRUNO CORBUCCI.
I due personaggi nonostante le somiglianze nel look e nel linguaggio e il fatto che sia sempre lo stesso T. MILIAN ad interpretarli fanno parte di due serie totalmente differenti.
Infatti ER MONNEZZA è protagonista di poliziotteschi mentre NICO GIRALDI compare esclusivamente in commedie. Elemento di confusione è senza dubbio il film UNO CONTRO L'ALTRO ...PRATICAMENTE AMICI (1981) dove lo stesso T.MILIAN interpreta un personaggio molto simile al Monnezza originale, anch'esso chiamato Monnezza, ma che in realtà si chiama QUINTO CECIONI.
A complicare ulteriormente la faccenda ci hanno pensato gli immancabili fratelli Vanzina che nel 2005 hanno girato IL RITORNO DEL MONNEZZA, facendo interpretare il ruolo a CLAUDIO AMENDOLA, figlio di FERRUCCIO AMENDOLA che per anni ha dato voce sia al MONNEZZA che a NICO GIRALDI. In realtà in questo film il protagonista è un poliziotto, figlio di NICO GIRALDI ma si fa chiamare MONNEZZA. In poche parole possiamo affermare che i VANZINA per sfruttare commercialmente al massimo la pellicola hanno unito due personaggi che in comune avevano poco o nulla ad eccezione del look e del linguaggio sguaiato.
ER MONNEZZA compare in tre pellicole: IL TRUCIDO E LO SBIRRO (1976) di U. LENZI, LA BANDA DEL TRUCIDO (1977) di S.MASSI e LA BANDA DEL GOBBO (1977) ancora diretto da U.LENZI.
Un particolare: nel secondo film della serie, Er Monnezza non si chiama VINCENZO MARAZZI, ma SERGIO MARASCHI. Questo avviene perchè il regista STELVIO MASSI e i produttori si erano "impossessati" del personaggio per questo film senza l'autorizzazione di U. LENZI che lo aveva creato ma accordandosi direttamente con T.MILIAN.
Questo avvenimento portò rancori e malumori tra Lenzi e Milian e appena terminate le riprese della Banda del Gobbo, il regista comunicò all'attore cubano che mai più avrebbe lavorato con lui.
per saperne di piu': Quel fenomeno de Er Monnezza (cineboom.it)
giovedì, novembre 20, 2008
Film in sala da venerdi' 21 novembre
regia: Catherine Hardwicke
genere: fantastico
prod.: USA
Nessuna verita'
regia: Ridley Scott
genere: drammatico
prod.: USA
Qualcuno con cui correre
regia: Oded Davidoff
genere: drammatico
prod.: Israele
Rachel sta per sposarsi
regia: Jonathan Demme
genere: drammatico
prod.: USA
Galantuomini
regia: ardo Winspeare
genere: drammatico
prod.: Italia
martedì, novembre 18, 2008
Frontiére(s) - Ai confini dell'inferno
A causa del ferimento di uno di loro (il fratello dell'unica donna del gruppo) la banda è costretta a dividersi, due di loro con il bottino al seguito si dirigono verso il confine con il Lussemburgo, mentre gli altri due, tra cui la ragazza, abbandonano il ferito in ospedale per poi raggiungerli e proseguire verso Amsterdam.
La banda di delinquenti ha l'infelice idea di fermarsi in un isolato motel gestito da una famiglia (allargata) composta in gran parte da freak sadici non solo devastati nel fisico, ma anche nella mente da ideali che si rifanno al nazismo.
Le vittime designate non hanno scampo e dopo le presentazioni di rito ha inizio la mattanza: corpi appesi a ganci da macellaio, cotture al vapore, il tutto innaffiato da ettolitri di sangue.
Una volta sistemata la pratica riguardante la clientela, sembra tornare la calma, ma durante una cena-cerimonia condita da farneticanti riti veteronazisti, con la quale l'unica superstite sarà ufficialmente inserita nella "famiglia", vecchi rancori vengono a galla e la macellazione riprende in un crescendo di angoscia e tensione.
La scelta di mostrare orrori e torture oltre il limite del sopportabile, forse non è originalissima e sicuramente difficile da far accettare ai produttori, ma in questo caso si è riusciti ad andare davvero oltre.
Intendiamoci, tutto già visto, infatti sono forti i collegamenti con Rob Zombie e il suo LA CASA DEI MILLE CORPI , ma in questo caso il bravo regista Xavier Gens confeziona un film che va oltre il genere, con una buona fotografia e addirittura qualche campo lungo, non restando bloccato dal classico mix composto da macchina da presa nervosa e musica metal sparata a volume eccessivo.
In FRONTIERE(S) il regista trasforma lo strisciante razzismo, che a suo dire, trova terreno fertile nella Francia contemporanea in rigurgito militar-nazista utilizzato per soddisfare sadiche voglie.
Solo per amanti del GORE spinto all'enesima potenza.
venerdì, novembre 14, 2008
ITALIA '70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (6)
Questa puntata è dedicata ai personaggi più noti del filone poliziesco. Ritratti di poliziotti senza paura, criminali spietati, ladruncoli, tutti con in comune il forte impatto sul pubblico, tanto che i produttori ne fecero personaggi seriali.
IL COMMISSARIO BETTI
Il commissario Betti è un personaggio creato da Franco Martinelli e Vincenzo Mannino, interpretato da MAURIZIO MERLI.
Il commissario Betti ricalca totalmente l'deale del poliziotto duro e coraggioso.
Per lui fare giustizia spesso diventa una faccenda personale e non esita ad entrare in contrasto con i superiori e a mettere a rischio la sua carriera pur di riuscire nel suo intento.
Il duro e puro Commissario Betti appare sugli schermi per la prima volta in ROMA VIOLENTA (1975) di MARINO GIROLAMI dove viene "invitato" a lasciare la Polizia dopo aver ammazzato Franco Spadoni, un criminale che aveva sparato ad un collega di Betti, costringendolo su una sedia a rotelle.
BETTI ritorna in NAPOLI VIOLENTA (1976) di UMBERTO LENZI, anche in questo film le regole del gioco stanno strette al giustiziere in divisa che non riuscendo a far condannare il pericoloso camorrista 'O GENERALE lo ammazza convincendo i suoi superiori che il colpevole sia un'altro camorrista.La terza e ultima avventura del commissario BETTI è ITALIA A MANO ARMATA (1976) di MARINO GIROLAMI. Questa volta il nostro commissario è in servizio a Torino dove è costretto a vedersela con dei criminali che hanno sequestrato dei bambini. Risolti i problemi nella capitale sabauda, si trasferisce a Genova, dove muore sotto una raffica di mitra sparata da ignoti a bordo di una fiat 127. Qualcuno afferma che il regista MARTINELLI che aveva diretto anche il primo film della serie, non voleva che il bravo LENZI (regista del secondo) sfruttasse ancora il personaggio da lui portato al successo e che per questo motivo decise di far morire il Commissario Betti.
IL COMMISSARIO TANZI
Il commissario Leonardo Tanzi fu creato da UMBERTO LENZI e DARDANO SACCHETTI e fu interpretato da MAURIZIO MERLI.
Questo personaggio altro non è che la "fotocopia" del Commissario Betti.
Dietro la "nascita" di TANZI c'è la necessità dei produttori e sopratutto di U. LENZI di dare un nuovo nome (come spiegato precedentemente BETTI era stato fatto morire dai suoi creatori proprio perchè LENZI non potesse più utilizzarlo) al volto di M. MERLI per sfruttare l'enorme successo del baffuto attore. Il Commissario TANZI fa il suo esordio sugli schermi in ROMA A MANO ARMATA (1976) di U.LENZI film nel quale il Commissario pur di fare giustizia non si fa scrupolo di utilizzare la violenza. A causa di tutto questo, fu inevitabile che sia il regista che l'attore fossero accusati di fascismo. In realtà questa pellicola ebbe un enorme successo e fu distribuita in Francia con il titolo di BRIGADE SPECIALE e in Gran bretagna con il titolo di BRUTAL JUSTICE.
Inoltre ROMA A MANO ARMATA ha il merito di aver creato un'altro personaggio seriale, cioè IL GOBBO, di cui parleremo più avanti.
La carriera di TANZI continua (e termina) in un altro film di LENZI, cioè IL CINICO, L'INFAME, IL VIOLENTO (1977) con J. SAXON e T. MILIAN, pellicola a cui fu cambiato il titolo pochi giorni prima dell'uscita in sala.
IL GOBBO
Anche questo personaggio nasce dalla penna di Umberto Lenzi e Dardano Sacchetti e fa il suo esordio in ROMA A MANO ARMATA (1976). Il GOBBO interpretato magistralmente da un grandissimo TOMAS MILIAN è un delinquente di basso profilo che di mestiere fa il macellaio, ed era uno dei tanti antagonisti del Commissario TANZI. Indimenticabile la scena in cui TANZI/MERLI fa ingoiare un proiettile al GOBBO/MILIAN che compie l'operazione senza fare una piega, salvo poi ripresentarsi qualche giorno dopo con il proiettile in mano dichiarando: " so' miracolato io...hai presente quella Santa Chiara che sputava margherite perchè era protetta da Dio?...Io so' protetto da satana perchè cago piombo".
Enorme il successo del GOBBO tanto da "guadagnarsi" un film che lo vedeva protagonista assoluto, vale a dire LA BANDA DEL GOBBO (1977) sempre diretto da U. LENZI.
Ma UMBERTO LENZI in quegli anni è un vulcano di idee e proprio nella BANDA DEL GOBBO, tira fuori un altro jolly, ripescando un personaggio che aveva utilizzato in passato in altri film e che "manda in pensione" il GOBBO/MILIAN, stiamo parlando di ER MONNEZZA, il fratello del Gobbo sempre interpretato da T. MILIAN.
A quest'ultimo personaggio dedicheremo per intero la prossima puntata, che utilizzeremo anche per fare finalmente chiarezza su un equivoco che si potrae da troppi anni ormai.
MARK
Il Commissario MARK TERZI interpretato da FRANCO GASPARRI è il protagonista di tre film tutti diretti da STELVIO MASSI: MARK IL POLIZIOTTO (1975), MARK IL POLIZIOTTO SPARA PER PRIMO (1975), MARK COLPISCE ANCORA (1976).
Incasso strepitoso per il primo film della serie che superò i due miliardi di lire.
Ottima l'idea dei produttori e di S. Massi che decisero di affidare il ruolo di protagonista al sex symbol e star indiscussa dei fotoromanzi della casa editrice Lancio, F.GASPARRI, che con questa trovata riuscirono a portara in sala anche il pubblico femminile, sinora poco interessato ad un genere troppo maschilista.MARK è un Commissario un pò diverso dai suoi predecessori: meno duro, più giovane, più attraente e sopratutto ironico.Il povero FRANCO GASPARRI terminò la sua carriera nel 1980 a causa di un incidente in motocicletta, in seguito al quale rimase paralizzato. Morì prematuramente nel 1999 a causa di una crisi respiratoria.
giovedì, novembre 13, 2008
Film in sala da venerdi' 14 novembre
regia: Joby Harold
genere: drammatico
prod.: USA
La fidanzata di papa'
regia: Enrico Oldoini
genere: commedia
prod.: Italia
Changeling
regia: Clint Eastwood
genere: drammatico
prod.: USA
The Orphanage
regia: Juan Antonio Bayona
genere: horror
prod.: Messico, Spagna
Amore che vieni, Amore che vai
regia: Daniele Costantini
genere: drammatico
prod.: Italia
martedì, novembre 11, 2008
Giu' al Nord
Il film racconta come un uomo partito dal suo paese per andare a vivere a oltre 1000 km di distanza in quello che ritiene un posto inospitale, freddo, abitato da minatori ubriaconi, una volta toccata con mano la realtà e messo da parte i pregiudizi non può far altro che innamorarsi di quei luoghi e rispettare la cultura dei suoi abitanti..
Il messaggio della pellicola è molto chiaro: liberarsi dai preconcetti per essere accoglienti verso gli altri.Il titolo originale, BIENVENUE CHEZ LES CH'TIS, è praticamente intraducibile da noi. Ch'tis è il nomignolo con il quale i francesi indicano gli abitanti della zona di Lilla e Lens (alla cui squadra di calcio si fa spesso riferimento nel film) e deriva dallo strano accento del posto.
La scelta del titolo italiano GIU' AL NORD, cioè lo stesso del fortunatissimo spettacolo teatrale di Antonio Albanese, è dovuta al fatto che secondo i clichè, il nord della Francia è considerato al pari del nostro sud.
Questo divertente film è la dimostrazione che si può far ridere con garbo senza obbligatoriamente scivolare nella volgarità, come purtroppo spesso succede nei film comici italiani, cinepanettoni in testa.Visto lo strepitoso successo in Francia e in buona parte dell'Europa, lo scaltro Will Smith ha già comprato i diritti e sta preparando il remake americano
giovedì, novembre 06, 2008
Film in sala da venerdi' 7 novembre
Regia: Marc Forster
genere: azione
prod.: USA, Gran Bretagna
Deep Water - La folle regata
Regia: Louise Osmond, Jerry Rothwell
genere: documentario
prod.: Gran Bretagna
Un gioco da ragazze
Regia: Matteo Rovere
genere: drammatico
prod.: Italia
Aspettando il sole
Regia: Ago Panini
genere: commedia
prod.: Italia
The Burning Plain
Regia: Guillermo Arriaga
genere: drammatico
prod.: USA
Frontiere(s)
Regia: Xavier Gens
genere: Horror
prod.: Francia, Svizzera
Il pugile e la ballerina
Regia: Francesco Suriano
genere: drammatico
prod.: italia
mercoledì, novembre 05, 2008
ITALIA 70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (5)
Sono centinaia gli attori che grazie al poliziesco italiano hanno vissuto la loro stagione fortunata nel cinema. Non all'altezza di meritarsi un ruolo da protagonista ma "sempre" presenti. Fare un'elenco di nomi con filmografia sarebbe un lavoro lungo e faticoso e per il lettore probabilmente anche noioso e poco interessante. Per questo motivo ho optato per dei brevi ritratti di quelli che sono i volti più noti dei comprimari del cinema poliziesco italiano.
ANTONIO SABATO
Nasce a Montelepre (Pa) nel 1943 e per le sue frequenti apparizioni nel poliziesco venne ribattezzato L'UOMO DI PIOMBO ITALIANO.
Il suo esordio risale al 1966 in un racing-movie dal titolo GRAND PRIX.
Arriva al poliziesco nel 1970 nel ruolo di Rosario Inzulia in E VENNE IL GIORNO DEI LIMONI NERI.
Antonio Sabato ha girato ben 14 polizieschi tra i quali spiccano I FAMILIARI DELLE VITTIME NON SARANNO AVVERTITI (1972); MILANO: IL CLAN DEI CALABRESI (1972) e A TUTTE LE AUTO DELLA POLIZIA (1975).
Nel 1985 abbandona l'Italia e si stabilisce in California dove attualmente vive.
Suo figlio ANTONIO SABATO JR. è stato nel cast del telefilm MELROSE PLACE ed è uno dei modelli più richiesti negli USA tanto che la sua popolarità ha superato quella del padre.
DON BACKY
Discorso a parte merita il mitico ALDO CAPONI in arte DON BACKY.
L'artista pistoiese deve la sua fama principalmente alla musica, avendo pubblicato ben 13 album e potendo vantare un terzo posto al festival di Sanremo nel 1969 ed avendo scritto per Mina almeno 2 grandi successi: "sognando" e "nuda".
DON BACKY si è fatto valere anche nel cinema girando decine di film e lavorando con registi di grosso calibro come LIZZANI, la sua ultima apparizione risale a PANE E TULIPANI (1999).
Sono quattro i polizieschi in cui appare DON BACKY: BANDITI A MILANO (1968) con G.M. VOLONTE' film che narra le vicende della banda Cavallaro; BARBAGIA (1969) e E VENNE IL GIORNO DEI LIMONI NERI (1970).
Ma il film che gli regala un posto d'onore tra gli indimenticabili del poliziesco italiano è lo stupendo CANI ARRABBIATI (1974) di MARIO BAVA, film mai uscito in sala a cui sarà dedicata un'intera puntata di questa rubrica.
OMERO CAPANNA
Ventidue! Sono ventidue le pellicole poliziesche che hanno visto impresso il gelido sguardo di OMERO CAPANNA. A lanciarlo non poteva essere che quel geniaccio di FERNANDO DI LEO che lo scritturò per LA MALA ORDINA (1972) e lo rivolle con se per quello che è considerato il capolavoro assoluto del regista foggiano nonchè uno dei migliori noir italiani di tutti i tempi, vale a dire MILANO CALIBRO 9 (1972) con GASTONE MOSCHIN e una giovanissima BARBARA BOUCHET.
RAY LOVELOCK
E' l'indimenticabile e intimidito Carmine nel gioiello di UMBERTO LENZI, MILANO ODIA: LA POLIZIA NON PUO' SPARARE (1974) dove recita a fianco di TOMAS MILIAN e HENRY SILVA. Otto, in totale, i suoi film polizieschi.
Attualmente è ancora sulle scene, protagonista di fiction tv di successo.
SILVANO TRANQUILLI
Debutta nello spettacolo lavorando in teatro nelle compagnie di SALVO RANDONE e VITTORIO GASSMAN.Negli anni 60 e 70 ha interpretato decine di sceneggiati per la televisione.
Tra i suoi film di maggior successo va sicuramente citato DANZA MACABRA (1964) del grande ANTHONY DAWSON (Antonio Margheriti) che lo volle protagonista anche nel remake dal titolo NELLA STRETTA MORSA DEL RAGNO (1971).
Undici le sue partecipazioni nel poliziesco, tutti di buon livello.
Quasi sempre nel ruolo del poliziotto, restano indimenticabili alcuni suoi interpretazioni come quella del Commissario Modica ne E VENNE IL GIORNO DEI LIMONI NERI (1970) e quella di Paolo Santangeli in RIVELAZIONI DI UN MANIACO SESSUALE AL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE (1972). Muore a Roma nel 1997.
ORAZIO ORLANDO
Dopo gli inizi a teatro, l'attore napoletano divenne popolare nel 1973 grazie alla serie televisiva QUI SQUADRA MOBILE.
Ma tra gli amanti del cinema era già abbastanza noto per aver interpretato lo zelante Brigadiere Biglia in INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO (1970) di ELIO PETRI con G.M. VOLONTE'.
Otto sono i film polizieschi in cui è recita il bravo ORAZIO ORLANDO, che nel 1990 appare anche nella serie tv LA PIOVRA 5.ORAZIO ORLANDO muore il 18 dicembre 1990 a soli 53 anni sul palcoscenico del Teatro Flaiano di Roma durante le prove della commedia AD EVA AGGIUNGI EVA
giovedì, ottobre 30, 2008
film in sala da venerdi' 31 ottobre
Regia: Kenny Ortega
genere: musicale
prod.: USA
Pride and Glory - Il prezzo dell'onore
Regia: Gavin O’Connor
genere: drammatico
prod.: USA
Il passato è una terra straniera
Regia: Daniele Vicari
genere: drammatico
prod.: Italia
La terrazza sul lago
Regia: Neil LaBute
genere: azione
prod.: USA
Giu' al Nord
Regia: Dany Boon
genere: commedia
prod.: Francia
La Banda Baader Meinhof
Regia: Uli Edel
genere: drammatico
prod.: Germania
martedì, ottobre 28, 2008
Wall-E
Non si può non essere conquistati dall’irresistibile tenerezza di questo romantico e scapicollato charlie chaplin elettronico dagli occhioni sognanti scampato alla polvere di un mondo distopico mantenendo fede al suo compito di indefesso e ostinato spazzino metropolitano dallo spirito di poeta, sopravvissuto a secoli di solitudine con la compagnia di uno scarafaggio indistruttibile ed il sostegno di una nostalgica collezione di memorabilia grazie alla quale raccoglie in eredità lo spirito di un’umanità ormai estinta di cui accoglie in sè i tratti più nobili alimentandoli con il candore, l’ottimismo e la speranza dei puri di cuore.
Sono un capolavoro i primi trenta minuti che richiamano alla memoria la leggerezza e l’incanto del cinema muto: a stabilire i toni del racconto l’incipit è affidato alle note del musical “Hello, Dolly!” la cui estetica è in contrasto con lo scenario post apocalittico che si apre ai nostri occhi ma ha la funzione di descrivere efficacemente la delicatezza d’animo di Wall-E e, nello stesso modo la reiterata scena finale di “Hello, Dolly!”, fil rouge della narrazione, rappresenta l’educazione sentimentale del piccolo robot e le sue aspirazioni/ostinazioni romantiche che troveranno conforto nel roboante atterraggio di una lucente ed eburnea EVA dell’iperspazio, creatura dal dichiarato designe Apple, liscia e perfetta come un i-pod. L’arrivo della determinatissima ed imprevedibile musa dal grilletto facile cambierà la vita di Wall-e per sempre.
Il bellissimo prodotto Disney-Pixar non ha mancato di suscitare qualche polemica per le fattezze di Wall-E che ricordano un po’ troppo il robot nr.5 di Corto Circuito e in particolare negli States ha sollevato il brusio del politically-correct per i riferimenti espliciti – ma molto divertenti - alla civiltà occidentale dei ciccioni. Nonostante tutto, l’animazione perfetta, la storia coinvolgente, le citazioni e gli omaggi cinematografici, da Chaplin, a Kubrik, a Scott e soprattutto l’umanissima vitalità del rocambolesco Wall-E e alcuni momenti di assoluta poesia ne fanno una delle commedie romantiche più riuscite della storia del cinema.
lunedì, ottobre 27, 2008
ITALIA '70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (4)
Violentate, umiliate, spesso ammazzate. Comunque sempre ai margini. Questo il destino delle donne nel poliziesco italiano, il genere più maschilista mai visto sul grande schermo. Di seguito dei brevi ritratti delle attrici che hanno fatto sognare il pubblico del cinema a mano armata.
LAURA BELLI
La bellissima napoletana LAURA BELLI è la vittima per eccellenza del poliziesco italiano.
Esordisce con il pruriginoso erotico-conventuale LA MONACA DI MONZA (1969).
Qualche tempo dopo appare in tv come conduttrice del programma di anteprime televisive PROSSIMAMENTE- PROGRAMMI PER SETTE SERE.
All'inizio degli anni '70 irrompe nel poliziesco, diventandone il volto femminile più noto.
La BELLI è una ragazza rapita, picchiata ed infine gettata da una moto in corsa sotto le gomme di una Giulia 1300 della polizia in LA POLIZIA RINGRAZIA (1972)
Sempre al fianco di E.M. SALERNO è nel cast di LA POLIZIA STA A GUARDARE (1973).
Nel 1974 l'interpretazione che ha reso incancellabile LAURA BELLI dalla mente di tutti gli amanti del poliziesco italiano, è Marilù, figlia di un ricco industriale, rapita e violentata dal mitico GIULIO SACCHI, il cattivo più cattivo di sempre, magistralmente interpretato da TOMAS MILIAN nel capolavoro di UMBERTO LENZI, MILANO ODIA : LA POLIZIA NON PUO' SPARARE.
Compare anche nella sconosciuta pellicola PORCI CON LA P38 (1978) di G. PAGANI, prima di interpretare la moglie di MAURIZIO MERLI nel tardo-poliziesco DA CORLEONE A BROOKLYN (1979).
Sempre nel 1979, LAURA BELLI, compare in OMBRE di G. CAVEDON che era uno sceneggiatore di fumetti erotici che aveva tentato la via della regia.
Poi scompare.
Torna a sorpresa nel 2000 facendo l'esordio nella regia con una pellicola, probabilmente autobiografica dal titolo FILM, che nonostante la presenza della brava LAURA MORANTE passò inosservato.
Filmografia Poliziesca
La polizia ringrazia 1972;
La polizia sta a guardare 1973;
Milano odia: la polizia non può sparare 1974;
Porci con la P38 1978;
Da Corleone a Brooklyn 1979.
JANET AGREN
Svedese di Malmoe, JANET AGREN già Miss Svezia, viene adottata dal cinema italiano sul finire degli anni '60.
Gli vengono affidati piccolissimi ruoli in COLPO DI STATO (1968) di L. SALCE e in DONNE BOTTE E BERSAGLIERI (1968) di R. DEODATO.
Nel 1969 la svolta, la bionda svedese dalle lunghe gambe è la protagonista femminile de IL GIOVANE NORMALE di DINO RISI. Questa interpretazione gli vale un contratto di esclusiva per sette anni con il produttore FRANCO CRISTALDI.
JANET AGREN approda al poliziesco nei panni di una nobildonna amante dell'ufficiale di polizia LEONARD MANN (Leonardo Manzella) in LA POLIZIA INTERVIENE: ORDINE DI UCCIDERE! (1975).
Nel 1975 arriva anche il successo televisivo con l'indimenticabile sceneggiato L'AMARO CASO DELLA BARONESSA DI CARINI di DANIELE D'ANZA.
Nel 1978 altri due ruoli significativi in IL COMMISSARIO DI FERRO con MAURIZIO MERLI e IL COMMISSARIO VERRAZZANO con l'aitante LUC MERENDA.
Terminato il periodo d'oro del poliziesco la carriera della svedese dagli occhi blu, procede negli anni 80 con ruoli di secondo piano in tutti i generi popolari, in particolare con l'horror.
Appare in MANGIATI VIVI (1980) di UMBERTO LENZI e in PAURA NELLA CITTA' DEI MORTI VIVENTI (1980) di LUCIO FULCI. L'ultima parte della sua carriera la vede protagonista della commedia scollacciata.
Al fianco di LINO BANFI interpreta tre pellicole L'ONOREVOLE CON L'AMANTE SOTTO IL LETTO (1981) RICCHI RICCHISSIMI...PRATICAMENTE IN MUTANDE (1982) e OCCHIO MALOCCHIO PREZZEMOLO E FINOCCHIO (1983).
L'ultima apparizione di JANET AGREN sul grande schermo è nello sconosciuto film FOREVER (1991) prodotto da A. CAMINITO.
Filmografia Poliziesca
La polizia interviene: ordine di uccidere 1975;
Il commissario Verrazzano 1978;
A chi tocca... tocca! 1978;
Indagine su un delitto perfetto 1978;
Il commissario di ferro 1978.
DELIA BOCCARDO
Debutta a soli 18 anni nello spaghetti-western TRE PISTOLE PER CESARE (1966).
Il suo primo ruolo internazionale è datato 1968 ne L'INFALLIBILE ISPETTORE CLOUSEAU.
Nel 1969 è nel cast di UN DETECTIVE, poi per la bella Delia arriva il momento del poliziesco vero e proprio. L'esordio è di quelli che fanno rumore: LA POLIZIA INCRIMINA LA LEGGE ASSOLVE (1973) di E.G. CASTELLARI con FRANCO NERO e FERNANDO REY.
Negli anni successivi interpreta IL POLIZIOTTO E' MARCIO (1974) e LA POLIZIA ACCUSA: IL SERVIZIO SEGRETO UCCIDE (1975).
Attualmente la sua attività principale è quella di produttrice televisiva, ma il suo volto è ancora noto in quanto da oltre dieci anni è protagonista della soap opera INCANTESIMO.
Filmografia Poliziesca
Un detective 1969;
La polizia incrimina la legge assolve 1973;
Il poliziotto è marcio 1974;
La polizia accusa: il servizio segreto uccide 1975.
MARISA MELL
Austriaca di nascita, alta, formosa, capelli lunghi, bellissima. Irrompe sugli schermi italiani a metà degli anni '60.
Dopo una particina in CASANOVA 70 (1965) di M. MONICELLI e l'interpretazione di una spogliarellista in LE DOLCI SIGNORE (1967) di L. ZAMPA la bella MARISA MELL in versione biondo platino interpreta Eva Kant in DIABOLIK (1967) del grande MARIO BAVA. La sua carriera prosegue con UNA SULL'ALTRA (1969) di LUCIO FULCI e con ...DOPO DI CHE UCCIDE IL MASCIO E LO DIVORA (1971) di JOSE ANTONIO NIVES CONDE.
La statuaria austriaca diviene ben presto una delle reginette dei rotocalchi scandalistici anche a causa del suo comportamento fuori dalle scene non proprio da monaca di clausura. Spesso la si vede accompagnarsi al suo connazionale HELMUT BERGER anche lui dedito agli eccessi. Nei primi anni '70 è coinvolta nello scandalo a base di cocaina e filmetti porno che vede protagonista il suo uomo del momento, il play boy PIERLUIGI TORRI che nelle vesti di produttore gira SENZA VIA D'USCITA (1971) ovviamente interpretato dalla MELL. L'esordio nel poliziesco è datato 1973 dove al fianco di ANTONIO SABATO interpreta il ruolo di Jasmine Sunders in MILANO ROVENTE di UMBERTO LENZI.
Nel dicembre del 1975 l'ennesimo colpo di teatro della MELL, infatti a sorpresa appare senza veli in tutto il suo splendore su PLAYBOY.
Ancora poliziesco nel 1976, è la protagonista femminile in L'ULTIMA VOLTA di ALDO LADO. Poi a fianco del suo amico inseparabile HELMUT BERGER è vittima di continue percosse e stupri in LA BELVA COL MITRA (1977) di SERGIO GRIECO.
Al termine delle riprese HELMUT BERGER sempre più schiavo della cocaina tenta il suicidio forse anche provato dalla morte del suo scopritore e amante LUCHINO VISCONTI. Anche MARISA MELL sempre molto vicina a BERGER non sembra in gran forma, e rilascia interviste dove si atteggia a grande diva, sventolando ai quattro venti i suoi rifiuti a vari produttori che le offrivano lavori, che a suo dire non erano alla sua altezza, ma in realtà si tratta dell'inizio della sua fine artistica. MARISA MELL in verità non viene più richiesta perchè considerata inaffidabile e dedita alle droghe. Gli ultimi film di MARISA MELL non sono memorabili, come ad esempio LA COMPAGNA DI VIAGGIO (1980), dove la MELL è attorniata dalle stelline dell'erotico ANNA MARIA RIZZOLI e SERENA GRANDI ma anche da attrici che alternano piccole particine in questo genere di film al porno vero e proprio come MARINA FRAJESE/LOTHAR.
MARISA MELL appare poi nelle commedie scollacciate LA LICEALE AL MARE CON L'AMICA DI PAPA' (1980) e LA DOTTORESSA PREFERISCE I MARINAI (1981) con ALVARO VITALI, ma a spogliarsi non è più la bella austriaca ma le più giovani SABRINA SIANI e PAOLA SENATORE.
Contemporaneamente MARISA MELL appare in due film "strani" dirette da tale AMASI DAMIANI trattasi di PECCATI A VENEZIA e CORPI NUDI, due film senza capo ne coda, che probabilmente furono distribuiti INSERTATI (film erotici e non che venivano distribuiti inserendo successivamente scene porno) nel circuito PORNO vista la presenza nel cast delle pornodive come LAURA LEVI (Gabriella Tricca) e MARINA FRAJESE/LOTHAR.
Dopo un periodo di assenza dall'Italia MARISA MELL riappare in ITALIA SULLE PAGINE DI UNA RIVISTA PORNOGRAFICA.
Fortunatamente, al contrario di altre stelline sexy della scena cinematografica italiana degli anni 70 come LILLI CARATI, PAOLA SENATORE, KARIN SCHUBERT, MARINA FRAJESE/LOTHAR, la bella MARISA MELL non intraprese mai la carriera del cinema porno.
MARISA MELL, bellezza austriaca dagli occhi smeraldo muore dopo una breve malattia nel 1992.
Filmografia poliziesca
Milano rovente 1973;
L'ultima volta 1976;
La belva col mitra 1977.