Lilli e il vagabondo
di Charlie Bean
USA, 2019
genere: sentimentale, commedia, musicale
durata: 104'
Il
live action di “Lilli e il vagabondo” è sicuramente uno dei prodotti originali
più attesi dal momento dell’annuncio della nuovissima piattaforma di streaming
del grande colosso di cinema d’animazione e non solo. Adesso con Disney + basta
un solo click per scegliere tra i tantissimi prodotti, dai grandi classici ai
cortometraggi, dai documentari agli eroi Marvel, e rivivere le stesse emozioni
che si erano vissute da bambini.
Tra
gli “originali” spicca un ritorno agli albori proprio con una nuova
riproposizione del classico d’animazione degli anni ’50 che vede protagonista
il mondo canino.
La
storia è quella che tutti conosciamo: Lilli è una cagnolina, una cocker spaniel
americana, che viene adottata da una giovane coppia in occasione del Natale. Le
giornate passano velocemente finché i padroni non cominciano ad apparire più
scostanti e meno interessati alla piccola. Il motivo è semplice: la donna è in
dolce attesa e la coppia dovrà presto occuparsi del loro primogenito, il quale
necessiterà naturalmente di maggiori attenzioni. La povera Lilli, sentendosi
sperduta e rifiutata, cerca di capire il motivo e di farsi comunque benvolere a
suo modo, ma l’arrivo della zia della giovane coppia che dovrà badare alla
cagnolina scombussolerà ancora di più la tranquilla quotidianità della
protagonista. A seguito dell’imposizione di un’inutile museruola, perché
ritenuta pericolosa, Lilli si deciderà a scappare, ma non sapendo niente della
vita di strada, si troverà a dover chiedere aiuto ad un vagabondo, il furbo
schnauzer randagio Biagio che la accompagnerà in giro e le farà vivere tutta
una serie di avventure completamente nuove per la cagnolina, abituata solo e
soltanto alla vita domestica. Durante il rientro a casa, però, qualcosa andrà
storto e i due dovranno fare affidamento l’uno sull’altra per evitare il
pericolo più grande per un cane: il canile.
Un
remake in live action che soddisfa il pubblico, ma solo a metà.
Rivivere
l’avventura di questi due cagnolini innamorati fa sempre battere il cuore,
anche a distanza di 60 e più anni, ma la continua insistenza nel voler
riportare alla luce tutti i grandi classici in questa versione convince sempre
meno. Soprattutto se si tratta, come in questo caso, di andare a mescolare
attori in carne ed ossa con animali che, a differenza del live action de “Il re
leone”, non sono realizzati in CGI, ma sono reali. Purtroppo, nonostante gli
animali siano in carne ed ossa, appare forzata la decisione di farli parlare
tra loro, decisione alla quale era forse preferibile una modalità diversa,
magari una comunicazione sotto forma di pensieri e resa in maniera più
naturale.
Trattandosi
comunque di un remake e, quindi, di qualcosa che poteva andare a modificare
l’originale, la storia si è mantenuta sullo stesso filone e quasi le stesse
tematiche, naturalmente attualizzate ai giorni nostri e rese più naturali e
verosimili rispetto a quelle del classico d’animazione.
Per
ovvie ragioni i personaggi umani appaiono molto più frequentemente rispetto al
film degli anni ’50, ma, nonostante tutto, non rubano la scena ai veri
protagonisti: gli animali.
Anche
la rappresentazione dei cani è quasi del tutto fedele all’originale con qualche
modifica non troppo funzionale alla narrazione. Un esempio sono i due cani
vicini di casa della protagonista Lilli, un po’ snaturati dal loro ruolo
originario, ai quali resta solo (e nemmeno completamente) il compito di portare
un po’ di comicità alla storia.
Un
film che, in conclusione, risulta un prodotto alla ricerca di un target di
pubblico non troppo elevato, con non troppe pretese, realizzato con il
principale scopo di lanciare la nuova piattaforma streaming. Una scelta giusta?
Sarà il tempo a darci una risposta.
Veronica Ranocchi
(recensione pubblicata su taxidrivers.it)
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