Pacific Rim - La rivolta
di Steven S. DeKnight
con Scott Eastwood, John Boyega, Adriana Arjona
USA, 2018
genere, fantascienza, azion
durata, 111'
Steven S. DeKnight, il regista di “Pacific Rim - La rivolta” aveva una brutta gatta da pelare. Succedere a un regista come Guillermo Del Toro, appena uscito vincitore dalla notte degli Oscar e deus ex-machina del primo episodio dedicato ai giganteschi robot impegnati a difendere la terra dall’attacco delle mostruose creature extra terrestri era tutt’altro che facile. Il rischio era quello di non essere giudicato in relazione ai propri meriti ma in ragione dell’improbabile quanto impari confronto con il suo predecessore. Dunque, bene ha fatto DeKnight a prendere le distante dal modello originale e, in special modo, dai toni cupi e drammatici con cui DelToro aveva impastato la sua tela narrativa. Pur facendo i conti con il senso di perdita lasciato al film dalla scomparsa dei personaggi della prima avventura, sacrificatisi a fin di bene e per onor di patria, “Pacific Rim - La rivolta” appare da subito votato a tutt’altre atmosfere.
Tornato in superficie dagli abissi oceanici che avevano fatto da sfondo alla prima invasione extra mondo e modificato il cast con un gruppo di giovani attori di belle speranze, “Pacific Rim - La rivolta” si mantiene lontano le pretese artistiche del film del primo episodio, presentandosi con le caratteristiche e l’ottimismo tipiche dei film per ragazzi. In questo modo, pur rispondendo alla chiamata alle armi contro la minaccia aliena e continuando a mettere a repentaglio la vita alla guida degli enormi giganti di ferro il film punta a conquistare il favore dell’appassionato con uno spettacolo all’insegna dell’ottimismo e della simpatia. Da questo punto di vista “Pacific Rim - La rivolta” sebbene intriso di retorica patriottistica e con qualche eccesso di centra l’obiettivo filando via nelle quasi due ore di proiezione con un ritmo meno isterico del solito grazie a un montaggio che valorizza long take e campi lunghi alla maniera di certa fantascienza giapponese degli anni 60, quella dei Kaijū (i mostri tipici del genere in questione) e dei Mecha (i robot) a cui il lavoro di DeKnight è ispirato
Carlo Cerofolini
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